Riprendono le trasmissioni di Imedi Tv l'emittente privata considerata vicina all'opposizione chiusa il 7 novembre scorso dalle autorità georgiane, dopo la proclamazione dello stato di emergenza

24/12/2007 -  Maura Morandi* Tbilisi

Poco prima delle otto di sera di mercoledì 12 dicembre la TV Imedi ha ricominciato a trasmettere i suoi programmi. La televisione, considerata anti-governativa e a sostegno dell'opposizione, era stata chiusa dopo l'irruzione della polizia negli studi televisivi il 7 novembre, a conclusione della giornata di repressione, attraverso l'uso di gas lacrimogeni, idranti e proiettili di gomma, della protesta iniziata dall'opposizione qualche giorno prima davanti al palazzo del Parlamento georgiano.

Mercoledì sera Giorgi Targamadze, direttore dei programmi politici della stazione televisiva, ha riaperto le trasmissioni affermando che "finalmente Imedi è tornata sulla televisione georgiana. Gli ospiti non graditi hanno lasciato lo studio e i veri padroni di questo posto, i presentatori Sopo e Giorgi, sono di ritorno" e ha aggiunto "spero siano gli ultimi giornalisti georgiani ad essere costretti a lasciare lo studio sotto minaccia delle armi".

In seguito alla dispersione dei manifestanti e alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Presidente georgiano Mikheil Saakashvili, all'inizio di novembre erano state imposte pesanti restrizioni sulle dimostrazioni pubbliche e sui mass media. Imedi, in particolare, era stata accusata dal governo georgiano di aver trasmesso dichiarazioni che avrebbero incoraggiato ad un colpo di stato violento. La stazione televisiva, quindi, era stata chiusa durante un programma in diretta con un'incursione della polizia e la sua licenza di trasmissione era stata sospesa per tre mesi.

Il caso ha subito sollevato ripetute critiche dirette al governo georgiano da parte delle organizzazioni internazionali e degli stati occidentali, preoccupati per le gravi limitazioni alla libertà di espressione nel Paese e per la messa in discussione dell'equità della già breve campagna elettorale che conduce alle elezioni anticipate di gennaio.

Alla fine di novembre il governo georgiano, in stretta consultazione con gli inviati speciali degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, Matthew Bryza e Peter Semneby, aveva stabilito tre condizioni per la riapertura di Imedi, che prevedevano la rivelazione dell'effettiva proprietà, la trasparenza riguardante i finanziamenti e la gestione della stazione televisiva; la costituzione di un consiglio per monitorare i programmi politici dell'emittente, in particolare durante il periodo elettorale; l'adesione e il rispetto dell'etica giornalistica e degli standard professionali.

Le condizioni erano state elaborate prima che l'inviato speciale dell'UE per il Caucaso del Sud, Peter Semneby, chiedesse al famoso giornalista e attivista polacco Adam Michnik di fare da intermediario nelle negoziazioni tra il governo georgiano e i responsabili della stazione televisiva per la riapertura di Imedi. Michnik aveva giudicato gravissima la chiusura di Imedi e aveva dato una settimana di tempo al governo georgiano per riaprire la TV. Nel caso contrario, secondo il giornalista polacco, Saakashvili avrebbe dovuto affrontare la condanna unanime della comunità internazionale.

Nonostante la licenza sia stata restituita qualche giorno dopo l'intervento di Michnik, Imedi è stata riaperta solo il 12 dicembre. Lo staff della televisione, infatti, ha spiegato che la riparazione dei danni causati dalla polizia durante l'irruzione negli studi ha impedito la messa in onda dei programmi per un'altra settimana.

Prima ancora della riapertura della TV, il direttore Targamadze aveva già annunciato che Imedi inizierà un'azione legale contro il governo georgiano presso la Corte Europea dei Diritti Umani, in quanto "Imedi non ha fiducia nell'oggettività del sistema giudiziario georgiano nel trattare il caso". Targamadze ha accusato inoltre il governo di aver usato una combinazione di intimidazioni e incentivi economici per cercare di indurre i giornalisti di Imedi a lasciare l'emittente. "Promettono salari altissimi, ottime posizioni e qualcuno è stato persino ricattato" ha affermato il direttore.

Nel corso delle ultime settimane, infatti, alcuni giornalisti hanno lasciato il canale. Tra di loro la famosa conduttrice Inga Grigolia, che ha dato le dimissioni dopo che Badri Partkatsishvili, fondatore e co-proprietario di Imedi, ha annunciato di candidarsi per le elezioni presidenziali.
Inga Grigolia ora conduce un programma su Rustavi 2, ritenuta emittente filo-governativa e per questo rivale di Imedi, tra le aspre critiche dei suoi fan. La conduttrice ha voluto chiarire che "non ho lasciato Imedi per la concorrente Rustavi 2. Ora lavoro per l'azienda di produzione indipendente TBC". La giornalista ha giustificato la sua scelta affermando che "essendo stata presente all'irruzione della polizia negli studi, non sarei in grado di reggere all'emozione e allo shock di ritornare a lavorare lì". Ma la principale motivazione rimane nel fatto che "non avrei mai lasciato Imedi se il suo proprietario Badri Patarkatsishvili non avesse annunciato la sua candidatura". Patarkatsishvili è infatti nella lista dei candidati presidenziali. Accusato di aver usato Imedi per sollecitare la destituzione del governo e un colpo di stato, il ricco uomo d'affari è ora atteso dalle autorità georgiane per chiarire la sua posizione riguardo ai fatti relativi al 7 novembre.

Aspre le critiche alla giornalista da parte di molti colleghi di altre emittenti o giornali. La direttrice della televisione "Kavkasia" Nino Jangirashvili ritiene che la chiusura di Imedi sia "molto più della semplice chiusura di una televisione, quanto piuttosto una seria minaccia alla libertà di espressione in Georgia. Per questo motivo Grigolia ha fallito nella sua responsabilità professionale di proteggere la libertà di espressione dei media proprio nel momento in cui avevano più bisogno dell'aiuto di una giornalista del suo calibro".

La rimessa in onda dei programmi di Imedi è stata accolta con favore dall'opinione pubblica georgiana che, nel corso delle quattro settimane di oscuramento dell'emittente, aveva seriamente dubitato per la sua riapertura prima delle elezioni. Nino, medico di quarantotto anni, mi dice di essere sicura che "Imedi mostrerà tutto ciò che riguarda la campagna elettorale dei vari candidati. I suoi giornalisti aiuteranno i cittadini georgiani a capire ciò che veramente accade nel nostro Paese". Anche Valery, tecnico di trentadue anni, è d'accordo sul fatto che "finalmente possiamo davvero vedere cosa sta succedendo nella campagna elettorale" e mi spiega che "da quanto Imedi ha ricominciato a trasmettere la guardo e sono contento che tutti i candidati ora abbiano uno spazio equo nel quale esprimersi".

Il 13 dicembre, in conformità agli accordi presi con il governo durante la fase di negoziazione, Michnik ha istituito un gruppo di osservatori sui mass-media georgiani per monitorare l'etica e gli standard di trasmissione nei prossimi due mesi.

Il giornalista polacco ha scelto in modo indipendente i componenti del comitato e oltre a Michnik il watchdog è composto da altre sette personalità di spicco tra giornalisti e accademici. Le tre priorità che si è posto il comitato nella fase di monitoraggio dei canali televisivi che trasmettono programmi politici includono gli appelli alla violenza, i discorsi d'odio e le diffamazioni. Nonostante le raccomandazioni del gruppo non siano vincolanti dal punto di vista legale, una volta alla settimana i risultati del lavoro d'osservazione verranno resi pubblici nel corso di un programma trasmesso dalla televisione pubblica georgiana. Il lavoro del comitato dovrebbe essere limitato a due mesi ma potrebbe essere esteso per le elezioni parlamentari, la data delle quali verrà decisa attraverso un referendum che si terrà in concomitanza alle elezioni presidenziali del 5 gennaio.

Nonostante le tre precise condizioni inizialmente poste dal governo per la riapertura di Imedi, solo la seconda è stata effettivamente soddisfatta: né la proprietà né tanto meno l'origine dei finanziamenti della televisione sono ancora chiari. Per la legge georgiana, infatti, entrambe le informazioni sono coperte dal segreto. Sembra però che la proprietà sia rimasta interamente di Badri Patarkatsishvili, che il 31 ottobre avrebbe trasferito per un anno solo i diritti di gestione alla News Corporation. Michnik a questo proposito ha messo in guardia l'opinione pubblica georgiana dal pericolo costituito dagli interessi delle figure politiche nel settore dei mass-media ed in particolare ha espresso disapprovazione per i casi in cui una persona sia allo stesso tempo proprietario o responsabile di un mezzo di comunicazione di massa e figura politica.

*Programme Officer, UNHCR Georgia. Le opinioni espresse nell'articolo sono da attribuirsi unicamente all'autrice e non riflettono necessariamente la posizione dell'UNHCR