foto di:Radio Free Europe/Radio Liberty

Il memoriale che commemora il Grande terrore e la deportazione dei ceceni viene smantellato e spostato fuori dal centro cittadino di Grozny. Gli abitanti non si danno pace

08/07/2008 -  Anonymous User

Di Akhmed Sultanov e Bauddi Martanov, 30 maggio 2008, per Radio Free Europe/Radio, (titolo originale "Chechnya: Pro-Moscow Authorities Move Memorial To Stalin Victims")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta

Grozny - Quando i coloni russi arrivarono in Cecenia, in seguito alla deportazione dei ceceni decisa nel 1944 da Josif Stalin, essi scoprirono ben presto che i materiali da costruzione scarseggiavano. Così si avvidero delle vecchie lapidi che punteggiavano la capitale cecena. Queste ultime furono ben presto sradicate e vennero utilizzate per erigere edifici e per pavimentare strade.

I ceceni riuscirono a recuperare alcune di queste lapidi alla fine degli anni '50, dopo essere ritornati dal loro esilio forzato in Asia centrale e in Siberia.

Quasi quarant'anni dopo, il primo leader della Cecenia post-sovietica, Dzhokhar Dudayev, ordinò che le lapidi fossero raccolte e collocate in file ordinate in una piazza alberata nel centro di Grozny.

Un nuovo spostamento

Ma questa settimana (fine maggio 2008 N.d.T) il memoriale che commemorava il Grande terrore e la deportazione dei ceceni è svanito dal suo sito dopo che degli operai, presentatisi senza preavviso, hanno incominciato a svellere le lapidi.

Dzhalal Kadiyev, presidente del Comitato architettonico ceceno e capo architetto di Grozny, ha dichiarato che le lapidi saranno trasferite in un luogo più opportuno, fuori dal centro cittadino.

"Nel vecchio sito c'era poco spazio; la nuova collocazione sarà abbastanza ampia da permettere la costruzione di un'area di ristoro e di un parcheggio", ha detto. "Sarà un posto molto bello, vicino all'Università e a Via Kirov. Si tratta di un appezzamento molto esteso, che può ospitare sia il memoriale che un'area di ristoro. Per la gente sarà più confortevole, in tutti i sensi: per riflettere, per rilassarsi..."

Chi abbia ordinato questa rimozione a sorpresa, però, rimane un mistero. Lo stesso Kadiyev ammette di esserne all'oscuro.

Certi sospettano gli immobiliaristi, ansiosi di mettere le mani su un pregiato lotto di terreno nel cuore della città.

Altri ritengono che il Presidente della Cecenia per investitura del Cremlino, Ramzan Kadyrov, abbia deciso di spostare il memoriale come forma di riguardo verso i funzionari russi in visita, che sono costretti a passare in automobile accanto alle lapidi, lungo la strada che arriva dall'areoporto di Grozny.

È probabile che gli inviati del Cremlino non abbiano apprezzato il monumento posto in mezzo alle lapidi - un pugno di pietra che brandisce una spada, su cui sono incise le parole "Noi non crolleremo, non piangeremo, e non dimenticheremo".

Qualunque siano stati i motivi, gli abitanti di Grozny sono furiosi.

"È difficile per me parlare ora, esprimere un'opinione al riguardo", dice Shaaman Akbulatov di Memoriale, un gruppo per la difesa dei diritti umani di Grozny. "Questo sito è nel centro cittadino, e vicino alla moschea, i visitatori ci passano accanto in automobile. Non dava fastidio a nessuno. Perché dev'essere spostato nella periferia della città? Ora chi lo vedrà? Spostando il memoriale fuori dalla vista, io penso che vogliano cancellarlo dalla memoria della gente".

Le deportazioni durante la Seconda guerra mondiale

La deportazione del 1944 è uno dei capitoli più dolorosi della storia cecena.

Nel febbraio di quell'anno quasi mezzo milione tra ceceni ed ingusci furono rastrellati e inviati in Kazakistan, Kirgistan e Siberia su dei treni merci. Si stima che quasi la metà dei deportati siano morti durante il viaggio o entro il primo anno dopo la deportazione, soccombendo al freddo, alla fame e alle malattie.

Fu solo nel 1956, dopo la morte di Josif Stalin - che aveva accusato questi due popoli di aver collaborato con l'esercito della Germania nazista - che ai ceceni fu permesso di ritornare nella loro terra d'origine.

Zulay Bagalova, una famosa attrice cecena, sostiene che il monumento originale in memoria delle vittime avrebbe potuto facilmente essere ampliato e migliorato. La sua rimozione dal centro di Grozny secondo lei è solo l'ennesimo affronto al popolo ceceno e alle sue lunghe sofferenze.

"Sono andata a vedere ieri. Non è rimasta più neanche una lapide, solo qualche base spezzata", ha detto. "Se decidi di spostare le lapidi da un posto ad un altro, il minimo che puoi fare è trattarle con cura. Già erano state rimosse e profanate quando noi fummo strappati dalla nostra patria e deportati. Allora furono profanate per mostrarci che noi non eravamo considerati esseri umani. E ora questo viene ribadito".