È giunta ieri la condanna per l'ex presidentessa della Republika Srpska, unico leader serbo-bosniaco ad aver riconosciuto la propria colpevolezza.
Biljana Plavsic, ex presidentessa della Republika Srpska, è stata condannata ieri dal Tribunale internazionale de L'Aja a 11 anni di reclusione per crimini contro l'umanità commessi durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina. La Plavsic ha già trascorso 245 giorni di reclusione che verranno conteggiati come parte della pena. L'accusa aveva chiesto per l'ex presidentessa dai 15 ai 25 anni di reclusione, ma la difesa ha fatto notare che data l'età della Plavsic una condanna superiore a otto anni di reclusione sarebbe stata equivalente all'ergastolo.
Secondo Florence Artman, portavoce della procuratrice capo del TPI, la pena è stata ridotta per via dell'assunzione di colpevolezza da parte della Plavisc e per aver riconosciuto il male che ha commesso. Il Tribunale de L'Aja aveva emesso l'accusa contro Biljana Plavsic il 7 aprile 2000 per genocidio, crimini contro l'umanità, violazione della convezione di Ginevra. Dopo la consegna volontaria al Tribunale de L'Aja, Biljana Plavsic aveva inizialmente dichiarato, come del resto tutti i leader serbi accusati dal TPI, la sua innocenza, tuttavia un cambio di decisione la portò nello scorso ottobre a riconoscere la propria colpevolezza.
La difesa avrà a disposizione i prossimi trenta giorni per poter ricorrere in appello, mentre Biljana Plavisc rimarrà nel carcere di Scheveningen finché non sarà reso noto dove sconterà la condanna.
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