Tuzla: vent'anni fa, la strage dei giovani

25 may 2015

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ll 25 maggio del 1995 una granata colpisce il centro di Tuzla e uccide 71 ragazzi, ferendone 240. Si erano incontrati per stare insieme, in un giorno qualsiasi, pur in mezzo alla guerra. I familiari decisero di seppellirli insieme, per mantenere vivo il ricordo dell'amicizia che legava i ragazzi nonostante le divisioni etniche a loro imposte

"Era un giorno speciale il 25 maggio. Pochi cronisti conoscevano il motivo di tanto affollamento di ventenni, in quella piazza, dove confluiscono tante piccole strade, nel centro storico di Tuzla. Ancora adesso, navigando su internet è possibile trovare le interpretazioni più fantasiose. C’è chi scrive di 'una manifestazione in corso per festeggiare una tregua', chi di 'una protesta contro la guerra', o altro. Ci sono anche errori sulle cifre dei morti e feriti, ma questo è 'normale' perché nessuno si preoccupa di verificare più di tanto quello che scrive. Anche i lettori, purtroppo, spesso rinunciano ad esercitare il diritto al dubbio e alla comparazione delle fonti."

Inizia così il racconto di Mario Boccia, giornalista e fotoreporter che nel luglio del 1995 andò a Tuzla per il funerale dei 71 ragazzi uccisi quel 25 maggio da una granata. Si erano assembrati nelle vie della città assieme a tanti altri cittadini, come prosegue il racconto di Boccia: "Il motivo di tanto affollamento era che quel giorno era la 'Festa della gioventù' una festa 'jugoslava' che non piaceva (non piace nemmeno oggi) ai nazionalisti. A Tuzla, invece, città dal DNA resistente all’egoismo che esclude dei nazionalisti, quella festa piaceva ancora, e tanti ragazzi scesero in piazza perché per loro quella era una serata speciale. Per questo quella granata è stata anche simbolica oltre che criminale e assassina. Nella piccola piazza affollata fu strage di ragazzi. Ascoltavano musica, parlavano e scherzavano, chi con un bicchiere in mano, chi no. E’ facile immaginarli così, mentre si abbracciavano, insieme e sorridenti, fino all’esplosione."

Mario Boccia partecipò al funerale collettivo di quei ragazzi. Anche da morti qualcuno tentò di dividerli, ragazzi musulmani, cristiani ortodossi e cattolici, ma anche laici, spingendo affinché venissero seppelliti nei cimiteri di appartenenza. Ma i familiari si opposero e, grazie all'appoggio del sindaco, ottennero di tenerli insieme, uno vicino all'altro, così come avevano vissuto fino al 25 maggio. Solo le famiglie di quelli che vivevano a Tuzla da profughi, hanno preferito che i propri ragazzi fossero portati nei luoghi d’origine.

Nel parco del cimitero a Slana Banja, in occasione della lavorazione del documentario DERT sulla storia della cooperativa agricola "Insieme" i registi Mario e Stefano Martone hanno girato un video, accompagnati da Skender Hot, direttore della cooperativa "Insieme" di Bratunac e da Mario Boccia, giornalista e fotoreporter. Skender, passeggiando tra le lapidi, sottolinea perché è importante che i ragazzi siamo rimasti insieme, anche dopo la morte: "Questo luogo ricorda, e ricorderà sempre la libertà, la resistenza. Sarà un monito a combattere per un futuro migliore, per un futuro di libertà, come abbiamo sempre fatto".

Tuzla from audioimage on Vimeo.