Il problema più sentito consiste semmai nel rapporto di cambio della valuta nazionale con le altre valute stabili, come il dollaro americano, il franco svizzero o appunto l'euro.
Tra dubbi ed incertezze l'arrivo della nuova moneta europea in Croazia. Per alcuni un'opportunità di avvicinamento alla euro-zona, per altri un'operazione che deve attendere un'ulteriore sitemazione dell'economia croata.
Dal 1 gennaio 2002 l' euro è entrato in uso anche in Croazia. A differenza dal Montenegro però, dove diventa valuta nazionale, la Croazia terrà l'euro soltanto come seconda valuta e la kuna resterà la moneta nazionale. Già nel novembre scorso si era intensificata la discussione sulla possibilità di introdurre l'euro come valuta nazionale, ufficiale ed unica. Gli economisti si sono convinti che nella situazione sociale ed economica attuale, caratterizzata da difficoltà molto profonde, ogni tipo di riforma valutaria avrebbe portato con sé un rischio. Sul fatto che sia opportuno parlare dell'introduzione dell'euro solo quando l' economia del paese si rafforzerà, si trovano d'accordo sia economisti che politici. Il problema più sentito consiste semmai nel rapporto di cambio della valuta nazionale con le altre valute stabili, come il dollaro americano, il franco svizzero o appunto l'euro. Secondo il parere comune di economisti appartenenti a diverse scuole, in questo momento la proporzione tra la kuna e le valute della "euro-zona" è inadeguata, un marco tedesco cioè vale realmente più delle 3,7 kune ufficiali. La maggior parte dei cittadini vorrebbe invece l'immediata introduzione dell'euro come moneta ufficiale, anche se nemmeno l' Unione Europea - oltre agli economisti croati - pare favorevole a questo passo.
In ogni caso, i primi contingenti di euro sono arrivati in Croazia già un mese fa, esattamente il 3 dicembre scorso. Nonostante il tempismo nell'arrivo, dalle previsioni pare che già in gennaio si avranno i primi buchi di disponibilità della moneta europea. Lo si può dedurre anche dal fatto che alcune banche hanno deciso di imporre un tetto massimo di cambio giornaliero in euro. Per esempio la banca austriaca "Raiffeisen", molto presente nel paese e tra le prime a ricevere la moneta nelle sue filiali locali, ha limitato la quantità acquistabile a 1.000 Euro al giorno, che scende a 500 Euro nelle sedi minori; soltanto la "Erste and Steiermarkische Bank" non ha posto alcuna limite. Si deve peraltro considerare che nel paese operano 42 banche, delle quali tre di proprietà statale, 17 di proprietà privata e 22 a proprietà straniera che posseggono l'88,2% del capitale finanziario totale.
Alla fine di ottobre i depositi dei cittadini croati nelle banche locali ammontavano a circa 14 miliardi di marchi tedeschi, ed erano il 20% in più rispetto allo stesso periodo del 2000. Secondo le stime della Banca Centrale croata, negli ultimi due mesi dell'anno sono stati depositati almeno altri due miliardi di marchi tedeschi, la previsione per la fine del 2001 è che l'entità del risparmio in valute dell'euro-zona sia cresciuta del 20%. Ogni cittadino croato possiede (naturalmente in media) un risparmio di 1.025 dollari americani, mentre ad esempio in Slovenia la media è di 2.470 USD.
Le statistiche mostrano che soltanto un quarto dei cittadini ha deciso di trasformare i propri risparmi in euro, mentre gli altri sono ancora indecisi (57%), oppure continuano a risparmiare in dollari americani o franchi svizzeri. Finora due terzi della popolazione aveva mantenuto i propri risparmi in marchi tedeschi. Sembra però che esistano anche circa 4,5 miliardi di marchi tedeschi al di fuori del mercato finanziario legale.
Il cambio delle valute in euro sarà possibile - pagando la commissione - in ogni istituto bancario croato fino al 28 febbraio prossimo. Da quella data in poi ogni vecchia valuta europea potrà essere cambiata solo presso le banche centrali dei rispettivi paesi. Nel frattempo, in base ad un decreto ministeriale dello scorso 14 dicembre ad opera del Ministro delle finanze Mato Crkvenac, tutte le strutture alberghiere, gli esercizi pubblici, i bar e i ristoranti dal 2 gennaio sono tenuti ad accettare anche il pagamento in euro. Finora il pagamento in valuta straniera, compreso in lire o in marchi tedeschi, era facoltativo o per lo meno tollerato, ma non esisteva alcun obbligo in tal senso. Ora invece il decreto impone che tutti gli esercenti espongano i prezzi sia in valuta nazionale sia in euro; ciò potrebbe essere tra l'altro il primo passo verso l'integrazione del paese nella "euro-zona" .
Aspettiamoci quindi di sentir usare nella prossima campagna promozionale turistica: "la Croazia - un paese dell'Euro".
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