Idomeni: partito lo sgombero
24 may 2016
All'alba di oggi la polizia greca ha avviato lo sgombero del campo profughi di Idomeni. Si tratta del più grande campo profughi informale d'Europa, dove migliaia di rifugiati sono rimasti bloccati per mesi, appena a sud del confine tra Grecia e Macedonia.
A giornalisti ed attivisti non è stato permesso di entrare nell'area oggetto degli sgomberi ma alcuni testimoni hanno dichiarato che circa 400 poliziotti antisommossa sono entrati nel campo all'alba di oggi con lo scopo di evacuare i circa 8000 residenti. Molti di essi hanno lasciato il campo volontariamente con autobus messi a disposizione dalle autorità greche. Sino alle 8.00 del mattino non è stata segnalata alcuna violenza.
Idomeni rappresentava il punto di transito informale attraverso il quale centinaia di migliaia di rifugiati hanno fatto ingresso in Macedonia durante il 2015. I rifugiati hanno iniziato ad accamparsi a Idomeni quando il governo macedone ha iniziato a chiudere il confine e, una volta che la frontiera è stata sigillata del tutto nel marzo di quest'anno, il sito è diventato un campo profughi in piena regola, e l'emblema del fallimento dell'Europa per quanto riguarda la gestione della crisi dei rifugiati.
Le autorità greche hanno cercato per settimane di trasferire persone da Idomeni in campi situati in altre parti del paese, presso ex caserme militari ma molti rifugiati erano riluttanti a lasciare Idomeni. Alcuni speravano ancora nella riapertura del confine; altri avevano l'intenzione di attraversare il confine con l'aiuto di trafficanti; altri ancora temevano trovarsi bloccati all'interno di centri di detenzione governativi.
Medici senza frontiere, presente ad Idomeni da oltre un anno, ha riferito che non è stata commessa alcuna violenza, almeno fino alle 8 del mattino.
“Finora la situazione è pacifica, e le persone stanno accettando di essere spostate”, ha dichiarato Loic Jaeger, di MsF. Jaeger ha poi aggiunto che l'evacuazione costituisce un fallimento per la solidarietà europea. “Tutti parlano di questa evacuazione – si dibatte se è fatta con la forza o meno – ma non è questo il punto,” ha dichiarato al Guardian. “Il punto è che dovrebbero essere accolti nei paesi dell'Ue: ci sono solo 8.000 profughi. Perché li stiamo invece caricando su degli autobus per portarli in campi non ancora a posto, in Grecia, quando l'Europa ha promesso loro di ricollocarli?”
Altrove in Grecia, 50,000 rifugiati sono bloccati da marzo, quando i paesi dei Balcani hanno chiuso il corridoio umanitario che permetteva a centinaia di migliaia di richiedenti asilo di arrivare nel nord Europa.
Migliaia di essi sono bloccati in condizioni miserabili in centri di detenzione nelle isole greche, dove dozzine di persone sono in sciopero della fame per protestare nei confronti del trattamento ricevuto.
OBC in una sezione del proprio portale sta raccogliendo notizie ed iniziative sui gruppi della società civile europea che hanno deciso di assumersi in prima persona la responsabilità di agire a sostegno delle migliaia di persone in fuga dalla guerra e per un'Europa dell'accoglienza. Visitala!