Elezioni in Kosovo del nord, rischio flop

21 april 2023

bubble icon

Elezioni, ma senza elettori. Così si prospettano le consultazioni eccezionali, previste domenica 23 aprile nelle quattro municipalità del Kosovo settentrionale a maggioranza serba: Mitrovica, Zubin Potok, Leposavić e Zvečan. Nelle ultime due, oltre al sindaco, vanno rinnovati anche i rispettivi consigli comunali.

Le elezioni avrebbero dovuto tenersi già lo scorso 18 dicembre, ma sono state rimandate a causa delle forti tensioni scatenate dalla cosiddetta “crisi delle targhe” tra i governi di Pristina e di Belgrado. Tensioni che avevano portato una serie di incidenti, tanto che buona parte delle cancellerie occidentali aveva esplicitamente chiesto al governo kosovaro, guidato dal premier Albin Kurti, di posticipare il voto.

Oggi, dopo che a fine marzo Serbia e Kosovo hanno raggiunto un nuovo accordo (ancora non firmato, però) sulla normalizzazione dei rapporti reciproci, il voto verrà tenuto: le probabilità di una consultazione di successo, però, sono quasi nulle. Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha infatti chiamato al boicottaggio, appello che, prevedibilmente, è stato fatto proprio dalla Srpska Lista, il movimento politico sponsorizzato da Belgrado che negli ultimi anni ha monopolizzato il voto dei serbi kosovari.

Per Vučić la partecipazione alle elezioni è condizionata alla creazione dell’Associazione delle municipalità serbe in Kosovo, il principale e più controverso punto degli accordi bilaterali Pristina-Belgrado, struttura che dovrebbe consentire un alto grado di autogestione per le municipalità del Kosovo abitate da serbi, ma che il governo Kurti guarda con sospetto, temendo la creazione di una nuova “Republika Srpska” nei propri confini nazionali.

Anche alcuni esponenti dell’opposizione a Kurti, come il leader dell’Alleanza per il futuro del Kosovo (AAK) Ramush Haradinaj hanno consigliato di posticipare nuovamente il voto che, date le attuali condizioni, rischia di creare una situazione politica insostenibile, visto il probabile boicottaggio di larghissime fasce dell’elettorato.

Il governo Kurti, però, sembra deciso ad andare avanti, e le sezioni elettorali stanno venendo approntate sotto il controllo vigile di ingenti misure di sicurezza. La situazione resta tesa: giovedì, l’inviato speciale UE per il Kosovo, lo slovacco Miroslav Lajčak, ha incontrato l’attuale comandante della missione KFOR, il generale italiano Angelo Ristuccia, per parlare dello stato della sicurezza nell’area.