Un'opinione pubblica che discute ma che non scende in piazza per manifestare, un governo che appoggia la politica di Bush, avendo ben presente gli aiuti USA alla repubblica montenegrina, un'opposizione, a caccia di voti, che si rivolge alle ONG.
In questi giorni in Montenegro non ci sono state dimostrazioni contro la guerra in Iraq, a parte gli studenti del Liceo di Podgorica che hanno fatto una specie di protesta, più per proprio divertimento che con reali intenzioni. Nonostante ciò la guerra in Iraq è diventata in questi giorni un argomento di cui si discute in vari luoghi: nelle famiglie, tra gli amici e nel Parlamento. Quest'ultimo, in particolare, dibatte sulla lettera di sostegno alla lotta contro il terrorismo che il Premier Milo Djukanovic in febbraio aveva inviato al Presidente Bush. Infatti, ci sono state subito forti reazioni da parte dell'opposizione che accusava il Premier per il mostrato sostegno alla guerra. Qualche giorno fa l'opposizione si è rivolta anche alle ONG e al settore civile in genere, rimproverando il fatto che non si organizzano proteste contro la guerra.
Queste accuse dell'opposizione non hanno avuto un consenso diffuso. Alcuni media le hanno commentate negativamente, così il quotidiano 'Publika' che scrive: "Si può dire che il brontolio del nostro pubblico sulla guerra in Iraq rappresenti più gli interessi politici, che una solidarietà sincera e matura. Alcuni deputati del Parlamento scagliano accuse contro il Premier per la sua lettera, ed alle ONG per la mancanza di proteste, ma sembra che si tratti più di una prova per raccogliere punti elettorali, proprio nel momento in cui i media riportano le sofferenze del popolo Iracheno".
Riguardo la copertura dei media montenegrini sulla guerra in corso, si può dire che gli eventi dai fronti iracheni sono diventati le notizie chiave del giorno. Le fonti delle notizie sono le agenzie internazionali e di solito, a tarda sera, vengono diffuse CNN o BBC, con traduzioni simultanee. Alcuni programmi trasmettono i discorsi degli analisti politici montenegrini, ed in questi casi si tratta più di interviste individuali che di discussioni con più partecipanti tra i quali si potrebbero confrontare le diverse opinioni. Un sondaggio su un pubblico ampio non è stato organizzato, e così non è nota ufficialmente la posizione dell'opinione pubblica sulla guerra.
Riguardo invece la posizione ufficiale del governo del Montenegro, le autorità hanno reagito in due momenti successivi. La prima volta in febbraio, quando appunto il premier ha inviato la lettera al presidente americano Bush, cui sono seguite le reazioni dell'opposizione. La seconda volta è stata il giorno in cui la guerra è iniziata, quando il premier ed il Ministro degli affari esteri hanno mostrato la loro delusione a causa del fallimento dei tentativi diplomatici per la risoluzione della crisi e la speranza che la guerra finisca il prima possibile con il minimo numero di vittime.
Per capire meglio la posizione montenegrina si può ricordare l'intervista che il settimanale 'Monitor' ha fatto al console americano a Podgorica, dove tra le altre cose il Signor Ji dichiarava: "L'aiuto annuale, pro capite, degli Stati Uniti al Montenegro è l'aiuto più consistente che viene dato ad un paese, eccetto Israele. E' importante ricordare anche che l'anno scorso gli Stati Uniti hanno aperto un Consolato in Montenegro, e non ci sono tanti posti in Europa dove gli USA hanno stabilito nuove missioni diplomatiche. I trend sono contrari, la presenza diplomatica degli USA in Europa sta diminuendo. Così, l'apertura del Consolato a Podgorica è un chiaro segnale che gli USA saranno presenti in Montenegro per rinforzare ulteriormente le relazioni tra i due stati.La lettera che il Premier Djukanovic aveva inviato al Presidente Bush esprime chiaramente il sostegno alla lotta contro il terrorismo. Tale approccio è stato benvenuto dalla amministrazione americana e il segretario di stato Colin Powell ha ringraziato Djukanovic per la solidarietà del suo Governo. Riguardo al dibattito interno su quella lettera, non vorrei entrare in discussione con l'opposizione montenegrina. Vorrei invece ricordare che gli Stati Uniti supportano un dibattito pubblico su tutte le questioni rilevanti, e quindi anche sulla politica estera. D'altra parte per il Montenegro è importante guardare oltre i propri confini, notare ed essere cosciente delle sfide con cui si confrontano gli altri paesi, i suoi amici e vicini".
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