Riportiamo di seguito una scheda contenente alcune indicazioni sugli imputati serbi in consegna volontaria presso il Tribunale de L'Aja.
Oggi stesso due dei sei imputati che si sono volontariamente resi disponibili alla consegna presso il TPI de L'Aja, sono giunti a Scheveningen. Verso le 10 di questa mattina Nikola Sainovic e Momcilo Gruban sono giunti in Olanda con un aereo di linea della compagnia di bandiera jugoslava, JAT. Sainovic era accompagnato dagli avvocati Tom Fila e Zoran Jovanovic, alla sua partenza all'aeroporto non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Secondo quanto informa l'agenzia Beta domani dovrebbe volare in Olanda anche l'attuale presidente del Kosovo Ibrahim Rugova in qualità di testimone contro Slobodan Milosevic. Secondo molte valutazioni Rugova dovrebbe essere uno dei teste chiave per l'accusa contro l'ex presidente jugoslavo.
Riportiamo di seguito una scheda contenente alcune indicazioni sugli imputati serbi in consegna volontaria presso il Tribunale de L'Aja.
Il termine fissato per la consegna degli imputati del Tribunale de L'Aja è stato prolungato alla mezzanotte del 23 aprile. Il governo jugoslavo ha inoltre dichiarato che non ci saranno ulteriori posticipi per nessuno.Il primo ad arrendersi tra gli imputati è stato l'ex capo di stato maggiore dell'Esercito Jugoslavo (VJ), Dragoljub Ojdanic. Ojdanic è partito per L'Aja il 25 aprile scorso e il 26 aprile ha parlato davanti al TPI dichiarando a sua difesa di non essere responsabile di tutti e cinque i capi d'accusa che il Tribunale de L'Aja gli ha rivolto contro.
Dragoljub Ojdanic, ex capo di stato maggiore e anche ex ministro della difesa, è accusato di crimini di guerra in Kosovo.
Gli altri cinque imputati che si sono arresi volontariamente, e d'accordo sulla consegna a L'Aja sono:
- L'ex vicepresidente del Governo federale, Nikola Sainovic, che è anche accusato insieme con Ojdanic, l'attuale presidente della Serbia, Milan Milutinovic, l'ex ministro serbo degli interni, Vlajko Stojilkovic e l'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, per aver commesso crimini di guerra in Kosovo.
- L'ex presidente della Repubblica serba della Krajina, Milan Martic, che è accusato di crimini di guerra in Croazia, specialmente per il bombardamento della città di Zagabria nel 1995, quando sette civili furono uccisi e altri 20 rimasero feriti.
È interessante che Milan Martic dopo l'operazione "Oluja", quando l'allora Repubblica serba della Krajina fu abolita si spostò a Banja Luka. A Banja Luka Martic è vissuto in pace fino all'estate del 1997, quando avvenne il primo arresto della SFOR.
Da qui in poi, Martic ha iniziato a nascondersi e ha dichiarato più volte che ci saranno parecchi morti se qualcuno cercherà di arrestarlo.
- L'ex alto ufficiale dell'Esercito Nazionale Jugoslavo (JNA), Mile Mrksic, accusato di aver commesso crimini di guerra durante i combattimenti nella città di Vukovar nel 1991.
- Momcilo Gruban di Prijedor, accusato per aver commesso crimini di guerra nel campo di concentramento di Omarska in Bosnia ed Erzegovina.
- L'ufficiale dell'ex Esercito Nazionale Jugoslavo (JNA), Vladimir Kovacevic accusato di aver commesso crimini di guerra a Dubrovnik nel 1991.
Questi ultimi cinque "volontari" avranno un periodo di 15 giorni dalla scadenza del termine per raggiungere L'Aja.
I membri dello stato hanno dichiarato che tutti gli imputati che si consegneranno volontariamente a L'Aja riceveranno garanzia dallo stato.
Oltre a i sopra elencati sei imputati, sulla lista del TPI ce ne sono altri 17.
Fra questi c'è anche l'ufficiale dell'Esercito Nazionale Jugoslavo (JNA) in pensione, Veselin Sljivancanin, che faceva parte di quel folto gruppo di persone che hanno ammesso di non riconoscere il TPI.
Sljivancanin ha detto che non si arrenderà vivo e che proprio per questo motivo si porta sempre una bomba in tasca. Il TPI ha accusato Sljivancanin per l'omicidio di 200 civili durante i combattimenti a Vukovar.
Secondo il capo d'accusa emesso contro Sljivancanin viene affermato che attorno al 20 novembre 1991, l'esercito nazionale jugoslavo (JNA) e altre formazioni paramilitari serbe hanno trasportato circa 200 persone di nazionalità non serba dall'ospedale di Vukovar ad un altro edificio, dove li hanno picchiati per parecchie ore. Dopodiché li hanno uccisi tutti, di cui 198 uomini e 2 donne.Il primo ministro serbo, Zoran Djindjic ha detto che in due o tre mesi tutti gli imputati dovrebbero essere a L'Aja. Djindjic ha ribadito ancora che ci sarà l'eccezione di Milan Milutinovic, spiegando che Milutinovic ha cooperato con le autorità democratiche in Serbia, e ha rocordato che l'Occidente ha appoggiato Milutinovic all'elezione di presidente della Serbia nel 1997, trovandolo migliore dell'altro candidato Vojislav Seselj.
Dopo che i sei imputati hanno accordato la loro resa, il Presidente jugoslavo, Voijslav Kostunica, si è rivolto alla nazione dicendo che questo evento non è certo un momento di celebrazione (BK TV 23 april 2002). Mentre uno dei più alti rappresentati del Partito Socialista Serbo (SPS), Zoran Andjelkovic ha commentato lo stesso evento come frutto della pressione che la comunità internazionale esercita sul governo federale.
Il governo ha deciso di coprire tutte le spese di trasporto dei sei imputati e dei loro avvocati.
Il 26 aprile è stato formato il Consiglio Nazionale della repubblica Federale di Jugoslavia per la cooperazione col Tribunale de L'Aja. Il Presidente del Consiglio Nazionale sarà il Ministro federale per gli affari esteri Goran Svilanovic.
Sembra che le cose vadano nella giusta direzione, in riferimento all'attitudine dominante in Serbia nei confronti di chi ha commesso crimini di guerra.
Comunque, rimangono ancora alcuni fatti che mostrano come a proposito di questa questione ci siano altri venti che soffiano sulla Serbia. Per esempio, un giornalista ha commentato il 26 aprile (TV B92) che dichiarazioni come quella di Ojdanic che, solo prima di partire per L'Aja ha espresso la propria situazione come quella di un eroe, in Serbia potrebbero provocare un certo tipo di mitomania.
Il 15 aprile, il centro di Belgrado era pieno di poster dal titolo "Ogni serbo è Radovan" sotto una grande foto di Radovan Karadzic. I poster sono stati affissi dal movimento di ultra destra "Obraz". Il 16 aprile è stata organizzata una contro azione dalla Lega Socialdemocratica della Vojvodina (LSV), sotto il titolo "Non tutti i serbi sono criminali". Attraverso questa azione dimostrativa è stato predisposto che ogni manifesto con la foto di Radovan Karadzic e la frase "ogni serbo è Radovan" venisse coperto con i poster della LSV. Il segretario generale della LSV, Bojan Kostres ha detto che tutti gli attivisti della LSV porteranno avanti questa campagna a Belgrado, Kikinda e Novi Sad. "LSV vuole prevenire il fatto che tutti i serbi vengano identificati con i criminali di guerra" ha concluso Kostres.
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