Ad un anno dalla morte del premier serbo sono ancora molte le zone d'ombra legate alla tragica vicenda, lento e irto di ostacoli sembra anche il processo in corso contro gli accusati dell'omicidio.
Lo scorso venerdì (12 marzo 2004) ricorreva l'anniversario della morte del premier serbo Zoran Ðinđić. È passato un anno dall'omicidio politico che ha sconvolto la Serbia. Un anno in cui il paese ha avuto serie difficoltà a recuperare. Un anno in cui le forze nazionaliste hanno avuto modo di tornare alla ribalta, vincendo le elezioni del 28 dicembre.
Nel frattempo è iniziato il processo ai numerosi incriminati per l'omicidio del premier. Ma tale processo sembra sempre più una perdita di tempo che un vero confronto con quanto accaduto, con la verità di uno dei più drammatici eventi della moderna storia serba.
I media hanno avuto modo di speculare sulla dinamica del delitto irrisolto, sottolineando le mancanze del governo nella ricostruzione della vicenda, sollevando numerose domande e mostrando le possibili alternative alla sbrigativa spiegazione offerta dall'allora governo.
Milorad Luković Legija, ritenuto il maggior responsabile del crimine, rimane tutt'ora latitante. E non sembra che ci sia la benché minima volontà di sapere il perché è stato ucciso Zoran Ðinđić.
Nelle scorse settimane, l'allora ministro dell'interno Dušan Mihajlović si è lasciato andare a dichiarazioni sulla possibile complicità dei servizi segreti di altri paesi, paragonando l'atto che ha ucciso il premier serbo a quello di Gavrilo Princip. Alcuni media hanno fatto paralleli con l'omicidio Kennedy, gli intrecci tra la mafia e lo stato, ecc. Ovviamente niente che possa essere provato, anzi le dichiarazioni di Mihajlović hanno ricevuto parecchie smentite.
Un fatto piuttosto grave è accaduto all'inizio di marzo. L'omicidio di uno dei testimoni oculari dell'attentato al premier. Kujo Kriještorac è stato ucciso davanti alla sua casa a Belgrado. Avrebbe dovuto testimoniare al processo per l'omicidio del premier. Kriještorac aveva detto di aver visto degli strani movimenti nella zona dove vi fu l'attentato e di aver riconosciuto una persona che avrebbe partecipato all'attentato. Con l'omicidio del testimone vengono poste in discussione le norme di protezione dei testi dei processi, anzi proprio in quello che molti hanno definito il processo del secolo.
Alla commemorazione della morte del premier sono state dedicate numerose pagine sui media del paese. Il settimanale "Vreme" ha pubblicato diversi articoli scritti dai protagonisti di quel periodo (Čović, Živković, Mihajlović, Korač, ecc.) e un editoriale del direttore Dragoljub Žarković. La copertina è dedicata al premier: "La seconda uccisione di Zoran Ðinđić", titolo dell'editoriale di Žarković, il quale polemizza con il nuovo governo per la dichiarata intenzione di istituire una commissione di indagine sul delitto, e sul contorno di dichiarazioni apparse sui media.
Servizi speciali sono stati realizzati dall'emittente B92 e dal quotidiano "Danas". Su B92 è possibile leggere un intero speciale dedicato alla morte del premier.
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