In questi giorni, le tante voci che ho sentito per riflettere sulle elezioni in Grecia erano d'accordo su un punto: esercitare pressioni dall'esterno sugli elettori ellenici è un esercizio sicuramente sterile, e molto probabilmente controproducente. La cosa è tanto più vera se i “consigli elettorali” vengono dalla Germania, paese che al momento non gode di grandi simpatie ad Atene e dintorni.
Pochi, ma (poco) buoni. Il 2012 non sembra l'anno dei Balcani agli europei di calcio. Solo due le squadre della regione in Polonia e Ucraina (quattro anni fa erano il doppio), entrambe senza i favori del pronostico: Grecia e Croazia.
Se la televisione è lo specchio (seppur deformato) di un paese, la crisi ha trasformato la Grecia in un campo di battaglia, senza rispetto per le regole, né per gli avversari.
Degree in Media Studies from the University of Trieste. He worked in the field of international cooperation in Kosovo before becoming a journalist. He has been living and working in Sofia, Bulgaria, since 2005 where he has collaborated with various Italian and international media providers. He speaks Bulgarian, Serbo-Croatian, Slovene and Macedonian. Based in Sofia, he has been working for Osservatorio Balcani e Caucaso since 2006.