Il 20 luglio a Roma si tiene un flash mob per la liberazione di Idil Eser e Taner Kılıç, direttrice e presidente di Amnesty International Turchia, e di altri attivisti in carcere
Decine di difensori dei diritti umani, giornalisti, accademici, parlamentari e attivisti sono in carcere in Turchia, in un crescente clima di oppressione favorito dallo stato d’emergenza introdotto dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016 e di recente prolungato.
Tra gli attivisti arrestati vi sono Idil Eser, direttrice di Amnesty International Turchia , arrestata il 6 luglio assieme ad altri 7 attivisti turchi per i diritti umani e due consulenti stranieri, uno svedese e uno tedesco, per aver partecipato ad un incontro di formazione sulla sicurezza digitale e il management delle informazioni in corso in un albergo dell'isola di Büyükada, al largo di Istanbul. L'arresto di Idil Eser è stato confermato con l'accusa di sostegno a organizzazioni terroristiche.
Un mese prima, esattamente il 6 giugno, anche Taner Kılıç - presidente di Amnesty International Turchia – era stato arrestato assieme ad altri 22 avvocati, con l'accusa di appartenere all'organizzazione di Fethullah Gülen, in esilio volontario negli Stati Uniti e accusato dal governo turco di essere stato la mente del fallito golpe. Taner Kılıç è conosciuto in Italia per essersi occupato in veste di avvocato, del caso di Gabriele Del Grande, regista e giornalista italiano fermato lo scorso 9 aprile dalle autorità turche e rilasciato dopo due settimane.
Per chiedere la liberazione di Idil Eser e Taner Kılıç e di tutti gli altri attivisti detenuti in carcere in Turchia, Amnesty International ha organizzato un flash mob a Roma, in piazza del Colosseo, il 20 luglio alle 18 30. Amnesty International ha inoltre lanciato una petizione per il loro rilascio che può essere firmata sulla pagina dedicata . Parteciperanno alla mobilitazione di Roma anche Articolo 21 e FNSI - Federazione nazionale della stampa italiana, organizzazioni che fin dal dopo golpe si sono attivate nel denunciare la violazione dei diritti civili in Turchia con la campagna #nobavaglioturco.