Il partito di governo SDP del premier Zoran Milanović esce sconfitto dalle amministrative croate del 19 maggio. La grave crisi economica e le riforme con scarsi risultati hanno influito notevolmente sul voto dei cittadini
“Mi chiedete se è colpa mia? Ma certo, di chi dovrebbe essere, della mia segretaria? Sono io il colpevole di tutto, ma quando vinciamo il merito lo condivido con gli altri. È così”, ha precisato il giorno dopo le elezioni amministrative in Croazia (tenutesi lo scorso 19 maggio), il leader dei socialdemocratici e premier in carica Zoran Milanović.
Non era certo di buon umore: il principale partito di opposizione, l'HDZ, sia da solo che in coalizione ha già vinto al primo turno in 7 delle 20 contee, aree in cui è divisa amministrativamente la Croazia. L’SDP di Milanović, da solo o in coalizione con altri, al primo turno ne ha vinte solo tre. E non può sperare nemmeno in un risultato migliore al ballottaggio del prossimo 16 giugno. Infatti solo in tre delle restanti 10 contee, in cui si terrà il ballottaggio per il presidente della contea, l’SDP e i suoi partner di coalizione sono in vantaggio rispetto all’HDZ.
Zagabria
Tuttavia, la sconfitta più pesante, quella che a Milanović fa più male, l’SDP l’ha subita a Zagabria. Ha vinto Milan Bandić, ex membro dell’SDP, cacciato da questo partito nel 2009, quando, nonostante la contrarietà dell’SDP che già aveva il suo candidato alle elezioni per la presidenza della Repubblica (Ivo Josipović), aveva annunciato anche la sua candidatura alla stessa poltrona.
Bandić a Zagabria, domenica sera, ha vissuto un vero trionfo: come candidato di una lista civica, quindi senza partito che l’abbia appoggiato, ha ottenuto il 47,30 percento dei voti, battendo di non poco il candidato dell’SDP, il ministro della Salute Rajko Ostojić per il quale hanno votato il 22,71 percento degli elettori.
Al secondo turno Ostojić sembra non avere chance: sarebbe una vera e propria sorpresa se Bandić non riuscisse a sfruttare l’enorme vantaggio ottenuto al primo turno. Espresso in numeri, il vantaggio è di ben 73.901 voti a favore di Bandić.
La magra consolazione di Milanović si limita al fatto che la lista dell’SDP e dei suoi partner di coalizione ha ottenuto più voti della lista civica di Bandić per l’elezione del consiglio comunale. La differenza è inferiore all’uno percento, e il pragmatico Bandić probabilmente andrà in coalizione con l’HDZ e così potrà controllare la cassa della città di Zagabria, nella quale lo scorso anno sono finiti 6,32 miliardi di kune (circa 850 milioni di euro).
E si tratta di una quantità di denaro che non lascia indifferenti.
L’intramontabile Milan Bandić
Milan Bandić, 58 anni, occupa la poltrona di sindaco di Zagabria già da 12 anni. Ora altri quattro lo aspettano. Dato che negli scorsi dodici anni gli sono passati per le mani circa cento miliardi di kune, Bandić ha costruito un’incredibile rete i cui fili lo collegano a grossi uomini di affari, grandi imprenditori, alla chiesa, all’élite culturale, allo sport, alle stelle dello spettacolo, ai media… Ha prestato a molti, a molti ha dato lavoro, molti ha aiutato con vari favori. Ovviamente, in questi 12 anni, con molti si è anche scontrato, ma questi restano la minoranza.
La sua fulminea ascesa, curiosamente, è iniziata nel 1997 quando il primo presidente croato, Franjo Tuđman, era all’apice del potere. Bandić all’epoca diventa presidente dell’organizzazione zagabrese dell’SDP e tre anni più tardi, dopo la morte di Tuđman, vince le elezioni anticipate per il sindaco di Zagabria. A quell’epoca iniziano a emergere gli scandali che lo accompagneranno per tutti questi anni.
Si è scoperto che ha costruito illegalmente una casa per le vacanze a Samoborsko gorje. Poi, un anno dopo, ubriaco ha causato un incidente stradale dal quale è fuggito senza prestare soccorso. È diventato famoso anche per la realizzazione di due gabinetti pubblici a Zagabria, forse i più costosi al mondo. Ogni wc era di nove metri quadri, e per la loro realizzazione la Città di Zagabria ha stanziato un milione e mezzo di kune, ossia 200.000 euro. I bagni pubblici li ha realizzati un’azienda il cui proprietario è il testimone di matrimonio di Bandić. Tuttavia, niente di tutto questo gli ha impedito di vincere domenica scorsa a Zagabria.
L’SDP paga il prezzo delle riforme e della crisi
La perdita di Zagabria sarà solo in parte attenuata dalla possibile vittoria del candidato dell’SDP a Spalato, la seconda città più grande della Croazia. Qui il candidato dell’SDP ha ottenuto la maggioranza dei voti al primo turno. Al ballottaggio – una delle novità di queste amministrative – non vincerà di sicuro il controverso sindaco uscente Željko Kerum, conosciuto per i molti scandali e per l’annoso conflitto con i media. Non è stato di aiuto a Kerum nemmeno l’aver eretto sul lungo mare di Spalato alla vigilia delle elezioni un monumento a Franjo Tuđman e nemmeno l'aver piazzato sulla cima della vicina collina di Marijana una croce di 10 metri d’altezza.
La città portuale di Rijeka, per dimensioni la terza città della Croazia, come da tradizione avrà di nuovo un sindaco dell’SDP perché il vantaggio di 12.000 voti, ottenuto dal candidato dell’SDP, è difficile da colmare per l'avversario.
L’SDP, vincitore delle elezioni politiche del 2011, sembra aver pagato il prezzo delle riforme che sta cercando di introdurre senza averne ancora raccolto i risultati. L’insoddisfazione dei cittadini per la lunga crisi, della quale non si vede la fine, si è rivoltata contro l’SDP e i suoi partner di coalizione. E questo nonostante il maggior responsabile di questa situazione che grava sulle spalle dei cittadini sia l’HDZ, che ha guidato la Croazia per 16 anni dei 22 ormai trascorsi dal giorno dell'indipendenza.
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