Un cittadino turco, residente in Bosnia Erzegovina da quindici anni, viene invitato a presentarsi nella stazione di polizia del cantone Una-Sava. Lì, in assenza di un avvocato, gli viene comunicato che il suo permesso di residenza è stato annullato, senza apparenti motivazioni. Segue trasferimento nel centro di detenzione di Lukovica e la probabile estradizione verso la Turchia.
È il film balcanico dell'anno. “Dio è donna e si chiama Petrunya” della macedone Teona Strugar Mitevska - in uscita italiana il 12 dicembre per la distribuzione Teodora e Premio della giuria ecumenica del 69° Festival di Berlino in febbraio, dove era stato tra i titoli più apprezzati del concorso - ha riscosso riconoscimenti per tutto il 2019, tra gli ultimi il premio Utopia dai giovani del festival svizzero Castellinaria. Ora è arrivato anche il prestigioso Premio Lux del Parlamento europeo, consegnato nei giorni scorsi dal presidente David Sassoli alla regista.
Nel 2017 EDJNet faceva il punto sulla violenza di genere in Europa, ricercando e soppesando vari indicatori. Il primo ostacolo contro cui si scontrò l’analisi fu l’assenza di dati: alcuni paesi membri dell’Unione Europea non riconoscono il femminicidio come categoria di reato e, per questo, non raccolgono dati a riguardo.
Martedì 19 novembre, nel corso di una seduta straordinaria della presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina Milorad Dodik, Šefik Džaferović e Željko Komšić si sono infine messi d'accordo per nominare Zoran Tegeltija al posto di Primo ministro. Dopo più di un anno di blocco questa nomina apre la strada alla formazione di un governo.
Siniša Glavašević, giornalista di Radio Vukovar, rimase in città durante tutto l’assedio iniziato a giugno 1991 per mano dell’esercito federale e delle milizie serbe, continuando a fare il suo lavoro. Con la caduta della città il 18 novembre, assieme ad altre decine di persone che avevano trovato rifugio nell’ospedale fu deportato in un hangar a Ovčara. Il suo corpo fu scoperto solo cinque anni dopo, assieme ad altri in una fossa comune, e finalmente tumulato il 14 marzo 1997 al cimitero Mirogoj di Zagabria.
Il governo della premier filo-occidentale Maia Sandu è stato sfiduciato dal parlamento la scorsa settimana. Il presidente filo-russo Igor Dodon ha nominato al suo posto un euroscettico.
In Romania successo al primo turno delle presidenziali del capo di Stato uscente, il conservatore Klaus Iohannis con il 36,6% dei voti. Al secondo posto la ex premier socialdemocratica Viorica Dăncilă alla quale è andato il 23,8% delle preferenze.