Tra ottobre e dicembre 2015, 31 giornalisti e 8 distributori sono stati arrestati, 15 giornalisti e due gruppi editoriali sono stati attaccati, 3 giornalisti siriani sono stati uccisi, 213 dipendenti dei media sono senza lavoro e sono stati presi provvedimenti contro 93 persone di cui 42 giornalisti per aver diffamato il Presidente. La CEDU ha condannato la Turchia al pagamento di 17.000 euro.
Per la terza volta, i giornalisti in Serbia sono scesi in piazza in tutto il paese per chiedere le dimissioni del Ministro della Difesa Bratislav Gašić, che aveva rivolto commenti sessisti ad una giornalista. In seguito all'episodio, il Primo ministro Vučić aveva garantito le dimissioni di Gašić. Le accuse riguardano anche il clima autoritario che colpisce la stampa nel paese.
La privatizzazione di Tanjug è un perfetto esempio di come viene elusa la legge in Serbia. Due mesi dopo la chiusura, l’agenzia “mantellata” ingaggia giornalisti, selezionandoli fra gli ex-collaboratori senza rendere pubblici i criteri di selezione, e pubblica notizie.
In un contesto caratterizzato da autocensura e crescente tabloidizzazione dei media, si restringe lo spazio per il giornalismo di qualità in Serbia. Controllati da poteri economici e politici, i media dimostrano di preferire l'intrattenimento alle inchieste. La Fondazione Slavko Ćuruvija, che prende il nome dal giornalista ucciso nel 1999, promuove la stampa libera e indipendente nel paese. Un'intervista ad Ilir Gasi, direttore della fondazione.
Nicolas Don è un giornalista francese di origini rumene. Stabilitosi in Romania nel 1989, è stato testimone della rivoluzione e degli eventi successivi. Osservatore attento degli eventi nel paese, della situazione della stampa rumena e del suo declino.
Il reporter siriano Naji El Jerf è stato colpito da un' arma da fuoco mentre camminava nelle vie di Antep. È stato portato in ospedale ma i medici non sono riusciti a salvarlo.
Reporters senza frontiere ha chiesto alla Corte Costituzionale di rilasciare Can Dündar e Erdem Gül, arrestati in seguito alle loro indagini a proposito dei camion dell'Organizzazione per la sicurezza nazionale turca che fornivano armi agli oppositori di Assad.
Tra 2011 e 2014, istituzioni e aziende statali in Serbia hanno speso 60.9 millioni di euro per servizi di publicità e marketing, mentre il Consiglio Anti-corruzione stima che in questo periodo, le istituzioni pubbliche nazionali e locali abbiano speso complessivamente 840 millioni di Euro.