Il Pubblico Ministero di İstanbul ha accusato 18 giornalisti di 9 testate di propaganda al terrorismo e ha richiesto condanne che fanno dai 18 mesi a 7 anni di carcere.
Il terzo Tribunale Amministrativo di İstanbul ha condannato il Ministero degli Interni a risarcire per 825 euro il giornalista e fotoreporter Mehmet Kaçmaz, ferito da un proiettile di gomma durante le proteste di Gezi Park.
L'agenzia per le entrate bulgara ha dato inizio ad una piena revisione contabile per tutti i media a stampa, con retroattività di cinque anni. L'annuncio arriva dopo che il quotidiano "Sega" ha denunciato di essere sotto controllo come conseguenza della posizione critica verso il governo.
Tufik Softić, giornalista di Vijesti, ha denunciato il Montenegro per non aver ancora perseguito, ad anni dai fatti, i responsabili degli attacchi nei suoi confronti, uno dei quali è stato classificato come tentato omicidio.
Il Presidente russo Vladimir Putin ha alla sue spalle un esercito di mezzi di comunicazione, molti dei quali hanno una linea diretta con il Cremlino ed i capo editori sono regolarmente informati dal Governo riguardo gli argomenti che devono essere pubblicati. Tutto dipende da Putin.
L'Unione dei giornalisti bulgari insiste per la protezione legale della categoria, dopo la chiusura del quotidiano "Presa" e del settimanale "Tema". L'organizzazione ha espresso preoccupazione, visto che 100 giornalisti sono rimasti senza lavoro. L'Unione protesta contro il monopolio mediatico in Bulgaria.
Per 25 anni, un voce diversa aveva risuonato sulle frequenze in Serbia. Radio B92, la stazione radio belgradonese ben conosciuta tra gli oppositori del regime di Milošević negli anni 90, si è spenta il 9 luglio scorso dopo un lungo processo di privatizzazione.
Reportage di 24vesti sulle possibili modalità per professionalizzare il servizio radio televisivo pubblico macedone. Vengono riportate le opinioni dell'Ambasciatore dell'Unione europea in Macedonia, dei sindacati dei professionisti dei mezzi di comunicazione e di alcuni partiti politici.
Il quotidiano "Presa" e il settimanale "Tema" chiudono i battenti dal 1 agosto 2015 a causa di mancanza di fondi. Più di cento giornalisti perdono così il proprio posto di lavoro.