Primo Piano

30 settembre

30/09/2016 - 

Poteri

Poteri autocratici: che non fanno che rafforzarsi. E' quando avvenuto in Azerbaijan, con un referendum il cui svolgimento è stato criticato da molti e la cui correttezza è adombrata da numerose accuse di brogli. Il mandato presidenziale è stato aumentato – in corsa – da 5 a 7 anni e, tra le altre cose, ora il presidente ha il diritto di sciogliere a sua discrezione il parlamento. L'approfondimento della nostra corrispondente Arzu Geybullayeva.

Poteri locali: quelli che verranno eletti domenica in Bosnia Erzegovina. Ma in campagna elettorale ben poco si è dibattuto di temi che riguardano le comunità locali e si è assistito ad una grave recrudescenza della retorica nazionalista. E' così che i partiti tradizionali compattano il proprio elettorato ed è per questo che in Bosnia Erzegovina si è ritornato a parlare di guerra. L'articolo di Adis Šušnjar.

Poteri in conflitto: la linea dura di Ankara contro i seguaci di Fetullah Gülen, ritenuti responsabili del tentato golpe del 15 luglio, approfondisce in Turchia il clima di sospetto. Il punto della situazione da parte del nostro corrispondente Dimitri Bettoni. In settimana, questo e molto altro. Buona lettura!

Bloc notes: Migrazioni, in Bulgaria arriva la nuova Frontex; Republika Srpska, vittoria del “sì” all'unanimità; Joost Lagendijk, bloccato all’aeroporto di Istanbul

Save the date! Il 6 e 7 ottobre, a Lipsia, OBC Transeuropa partecipa e contribuisce alla conferenza internazionale "European Media Freedom Conference 2016"

23 settembre

23/09/2016 - 

Demoni

Lastre in oro e argento, con scritte in alfabeto greco riportanti nomi di dei e demoni ricorrenti in Assiria, Babilonia e nell'antico Egitto. E' la recente scoperta degli archeologi nel sito di Viminacium, Serbia centrale, che il suo direttore è convinto essere uno dei luoghi più importanti al mondo per capire le società sotto l'Impero romano. L'articolo di Dragan Janjić.

Vi è il demone della disintegrazione della Bosnia Erzegovina dietro al referendum sul Giorno nazionale della RS indetto dal presidente della Republika Srpska Milorad Dodik per domenica, nonostante una sentenza della Corte costituzionale ne sancisca l'incostituzionalità. Un'analisi di Andrea Zambelli e il reportage da Banja Luka di Giovanni Vale.

In settimana poi il dibattito in Macedonia sulla preparazione del paese a reagire alle calamità naturali dopo le recenti inondazioni e il terremoto; un reportage dal confine tra Serbia e Ungheria, ancor oggi zona di transito verso l'Ue per migliaia di migranti; il viaggio di due motocicliste punk attraverso i Balcani; un reportage sul maiale di Bazna, nel cuore della Transilvania; la tragica situazione degli LGBT in Turchia. E molto altro. Buona lettura!

Bloc notes: Bosnia Erzegovina: via libera dal Consiglio UE sulla candidatura d’adesione; Bosnia Erzegovina: seconda sentenza della Corte costituzionale contro il referendum della RS; Le elezioni russe in Caucaso

16 settembre

15/09/2016 - 

Betulle

Nel 1974 promossero l'esperienza di una scuola nel bosco, durante l'estate. La chiamarono Mlada brieza, giovane betulla, ed era una risposta agli atteggiamenti di noncuranza e negazione che la scuola statale riservava alla lingua slovena. Fu l'embrione di quello che poi divenne, a San Pietro del Natisone, l’Istituto comprensivo statale con insegnamento bilingue sloveno-italiano. In settimana ne abbiamo raccontato la storia.

Come il legno di betulla, flessibile ed allo stesso tempo resistente. E' così che si dimostrano essere alcuni giornalisti in Turchia, che resistono nel fare il proprio lavoro nonostante il clima repressivo. Uno di questi è certamente Bülent Mumay, di cui in settimana abbiamo pubblicato un editoriale.

In settimana poi i risultati delle elezioni in Croazia ed un'analisi sui fallimenti dell'(ex) leader SDP Zoran Milanović; le puntate di un viaggio in barca lungo il Danubio; sportivi, starlette e criminali di guerra, tutti in campo per le amministrative bosniache e infine la Georgia e il suo lento percorso verso l'Alleanza atlantica. Buona lettura!

Bloc notes: Bulgaria e Ungheria rilanciano la linea dura sui migranti; La protesta delle mamme di Beslan; Traffico di droga in Serbia: 68 arresti

9 settembre

08/09/2016 - 

Gabbie

Sono tutte strutture risalenti all'epoca sovietica: quando esistevano i lavori forzati ed in carcere ci si stava solo per dormire. In settimana abbiamo pubblicato un reportage di Francesco Brusa sullo stato delle carceri in Moldavia, e sul teatro, come primo timido segno di una ancor troppo lenta riforma del settore.

Pensavano di starvi solo alcuni giorni. Sono passati mesi. Rischiano di trascorrere anni. Gianluca Solera ha visitato i campi profughi sorti alla periferia di Salonicco. Ha descritto come sono organizzati, chi ci lavora, quali i pensieri di chi è obbligato da mesi a risiedervi e che ha sempre più la sensazione di essere in gabbia.

Negli altri pezzi pubblicati in settimana tanta acqua. Innanzitutto quella del Danubio, che raccontiamo attraverso una navigazione di otto giorni, da Novi Sad alle Porte in Ferro; poi le acque - nel magistrale racconto di Azra Nuhefendić - di quello che prima era un fiume, il Rama, e poi è divenuto un enorme bacino artificiale. Buona lettura!

Bloc notes: Macedonia, elezioni a dicembre; Vidin, scaglie di Danubio; Romania, nuovo ministro degli Interni

2 settembre

02/09/2016 - 

Sultani

Enver Kazaz, professore presso la facoltà di filosofia di Sarajevo, non usa mezzi termini. A suo avviso nell'odierna identità bosgnacca vi sono processi di arcaizzazione, ghettizzazione, vittimizzazione, reislamizzazione, arabofilizzazione, turchizzazione, militarizzazione, mascolinizzazione e debosnizzazione. Eldin Hadžović lo ha intervistato, concentrandosi sui motivi dell'appiattimento dell'élite bosgnacca sulle posizioni del Sultano del Bosforo, Recep Tayyp Erdoğan.

Restando in Bosnia: sultano che arriva, sultano che se ne va. L'Alto rappresentante non utilizzerà i suoi poteri per impedire che in Republika Srpska si tenga un referendum sulla contestata Giornata nazionale della RS. La Comunità internazionale abdica al suo ruolo di garante degli Accordi di pace di Dayton? Un articolo a firma di Srećko Latal.

In settimana ci siamo poi concentrati sull'intervento militare via terra della Turchia in territorio siriano; abbiamo pubblicato un'analisi sulla situazione dei giornalisti in Ucraina; abbiamo raccontato come Romania e Italia si siano ritrovate a condividere il lutto a seguito del terremoto della settimana scorsa; abbiamo infine dedicato un approfondimento al contestato referendum che si terrà in Azerbaijan a fine settembre. Buona lettura!

Bloc notes: Dalla Bosnia per Amatrice; Media in Kosovo, nuova bomba contro l'emittente pubblica RTK

Save the date! “Cristianità, Europa, Occidente, Modernità, Islam, Islamismo. Le parole e le cose, le menzogne e i malintesi”: il 6 settembre a Rovereto Luisa Chiodi, direttrice di OBC Transeuropa, nell'ambito del Festival di danza contemporanea Oriente Occidente, converserà con Franco Cardini

26 agosto

25/08/2016 - 

Pink

Dopo la pantera questa volta è l'elefante ad essere rosa. “Pink Elephant. E se tua figlia avesse fatto un film porno?” è il titolo di un cortometraggio in fase di lavorazione. La pornografia servirà da pretesto narrativo per fornire uno sguardo ironico su una famiglia di Sarajevo. Marzia Bona ha intervistato il regista, Ado Hasanović.

E' innanzitutto verde, ma poi è anche rosa. A Tbilisi da anni alcuni movimenti civici si battono strenuamente per preservare dalla speculazione edilizia gli spazi verdi cittadini. E spesso, in prima persona, sono le attiviste a scendere in piazza. L'articolo di Charles Recknagel, corrispondente di RFE/RL.

In settimana abbiamo inoltre dato spazio anche ai movimenti civici a Belgrado, con la pubblicazione di una ricerca a firma di Tijana Morača. Tra le varie pubblicazioni inoltre un ampio approfondimento sullo stato dell'agricoltura in Kosovo; un ritratto della californiana Eva Salina, che ha consacrato la sua splendida voce alla musica dei Balcani; un approfondimento sulla rotta balcanica dei migranti, che non si è mai fermata. Buona lettura!

Bloc notes: Mutilazioni genitali femminili in Daghestan; Serbia: ucciso un migrante afghano; La Vijećnica di Sarajevo, un simbolo europeo; Rio, Stati uniti d'Europa e jugosfera; Strage in Turchia; Mare Corto: Valona, dove finisce l'Adriatico

12 agosto

11/08/2016 - 

Ripartenze

Riparte il nuovo esecutivo del premier Aleksandar Vučić, presentato nei giorni scorsi al parlamento serbo. Quasi la metà dei ministri è cambiata, ma i posti chiave restano in mano alle stesse persone del precedente governo, a dimostrare la continuità con la politica condotta finora. L'analisi di Dragan Janjić.

Una nuova intesa rilancia il processo elettorale in Macedonia, ma la cautela è d'obbligo e il paese resta a rischio destabilizzazione. Un'analisi in collaborazione con l'Istituto Affari Internazionali, realizzata da Francesco Martino.

Scontri armati nella notte del 7 agosto alla frontiera de facto tra Ucraina e Crimea russa mettono in allerta le forze di sicurezza dei due paesi e alimentano una nuova crisi. Nei giorni scorsi inoltre ci siamo occupati del nuovo turismo emergente in Romania, del traffico d'armi che dai Balcani arriva fino al Medio Oriente, delle celebrazioni per il 21° anniversario dell'operazione militare Oluja in Croazia.

Bloc notes: Majlinda Kelmendi, olimpiadi d'oro per il Kosovo; I cinque cerchi di Amel Tuka, il 'bosniaco di Bussolengo'; Athos, sulla montagna sacra

5 agosto

03/08/2016 - 

Eroi

Si aprono oggi le Olimpiadi di Rio dove migliaia di atleti, eroi contemporanei, si fideranno nelle varie discipline. Questa settimana abbiamo pubblicato due rassegne, a cura di Natalia Kawana, che ci raccontano un po' di più degli atleti del Caucaso del sud e dei Balcani partiti per il Brasile.

Se gli sportivi devono dimostrare grande costanza e tenacia per riuscire non sono da meno i contadini dei Balcani. In particolare chi intende valorizzare le tradizioni e colture locali. Per tutti loro un'occasione importante è stata la rassegna Terra Madre Balcani, tenutasi quest'anno a Tirana. Un reportage di Erion Gjatolli.

In settimana poi un ampio approfondimento sulla figura di Fetüllah Gülen, accusato dal Presidente turco Recep Tayyp Erdoğan del recente tentativo di golpe; un'intervista sulla realizzazione del tratto albanese della controversa Trans Adriatic Pipeline; una recensione dell'ultimo libro di Ron Kubati e un articolo sull'Armenia, tra commando militari e incertezza politica. Buona lettura!

Bloc notes: Addio allo scrittore abkhazo Fazil’ Iskander

29 luglio

29/07/2016 - 

Costituzione

Sono ben 45 gli articoli della Costituzione albanese che saranno a breve riformati. Il 21 luglio il Parlamento ha votato infatti all'unanimità la legge di riforma del sistema giudiziario. La riforma rimane però di difficile interpretazione per i cittadini albanesi, per il carattere tecnico delle disposizioni e per la mancata trasparenza che ha accompagnato il processo.

Nella notte tra il 20 e il 21 luglio, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha proclamato nel paese lo stato di emergenza in accordo con l'articolo 120 della Costituzione turca, in vigore dal colpo di stato del 1980, che ne consente la dichiarazione in caso di seria minaccia all'ordine costituzionale e disordini sociali diffusi. Dimitri Bettoni da Istanbul spiega quali sono le conseguenze.

In settimana poi abbiamo raccontato di un'insolita mostra inaugurata a Belgrado “Bugie incensurate – Manipolazione del concetto di censura in Serbia 2014-2016” organizzata dal Partito progressista serbo del premier Aleksandar Vučić e abbiamo pubblicato il racconto di Vittorio Ferorelli che ha compiuto un viaggio in Montenegro sulle tracce del luogo dove suo nonno perse la vita, durante l’occupazione italiana dei Balcani. Due i reportage pubblicati, dalla capitale moldava Chișinău e dall'isola greca di Chios.

Bloc notes: Facebook e colpo di stato.

22 luglio

22/07/2016 -  redazione

Golpe

Nella notte del 15 luglio la Turchia ha vissuto un drammatico tentativo di golpe da parte di alcuni circoli militari, poi sventato dalle forze fedeli al presidente Recep Tayyp Erdoğan. Abbiamo raccontato come le centinaia di morti e feriti, la reazione del partito di governo abbiano spaccato il paese, che non sarà più lo stesso.

Ora l'iniziativa è nelle mani di Erdoğan: gli arresti si contano a migliaia, così come migliaia sono i dipendenti pubblici, insegnanti, professori universitari ad aver perso il posto di lavoro. Giovedì 21 luglio il parlamento di Ankara ha adottato lo stato di emergenza e sospeso la Convenzione europea sui diritti umani. Anche i media, pilastri della democrazia, sono nell'occhio del ciclone.

La battaglia sui media è intanto viva anche in Croazia, dove il governo dimissionario continua a mantenere il controllo sulla radio-tv pubblica, mentre il vento di instabilità tocca anche l'Armenia, dove sostenitori dell'oppositore Jirair Sefilyan hanno sequestrato poliziotti in una caserma di Yerevan, chiedendo la sua liberazione e le dimissioni del presidente Sargsyan.

Bloc notes: Turchia - Russia, il disgelo parte dal turismo; Albania: il futuro nell'Ue dipende dalla riforma della giustizia