Grazie alla Frontiera militare, l'Impero asburgico ha fronteggiato per secoli con successo quello ottomano. Un'istituzione militare ma anche politica, che ha segnato profondamente la storia dell'attuale Croazia. Un'intervista nell'ambito del progetto "Extinguished Countries"
Voci dal seminario "Genti diverse venute dall'Est. Gli Altri nel Trentino della Grande Guerra", organizzato da Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto il 22 novembre 2023. Con Deina Trentino e Viaggiare i Balcani. Con il sostegno di Fondazione Caritro.
“Non era un paese ideale, non lo è mai stato. Ma era un tentativo onesto e coraggioso. È fallito con clamore, ma avrebbe potuto durare”. Breve storia della Jugoslavia federale e socialista: uno stato tra mito, realtà e utopia nato 80 anni or sono
Erano gli anni in cui Mussolini finanziava e armava in tutta Europa chiunque mostrasse un’affinità ideologica al proprio regime. Ed è in quel periodo che si snoda la piccola vicenda di otto ucraini in Italia. Una piccola storia che si incrocia con la grande Storia
Il 9 novembre del 1993 Lo Stari Most, il Ponte Vecchio, simbolo di Mostar, veniva distrutto dall'esercito croato-bosniaco che teneva la parte est della città sotto assedio. Costruito nel 1557 dall’architetto Hajrudin, discepolo di Sinan, padre dell’architettura ottomana classica. Sono trascorsi trent'anni da quel giorno e lo ricordiamo con alcune foto di quegli anni scattate da Mario Boccia.
Esecuzioni arbitrarie, incarcerazioni di massa, torture… Il 12 settembre 1980 il generale Kenan Evren salì al potere con un colpo di stato da cui poi nacque l’attuale Costituzione della Turchia. Un paese che non ha ancora fatto i conti con il retaggio di quell’epoca violenta
Il duce degli ustascia croati Ante Pavelić è vissuto a lungo in Italia, e in particolare a Siena, attraversando fasi diverse nel rapporto con il regime di Mussolini - dall'attentato ad Alessandro I allo scoppio della Seconda guerra mondiale - determinate soprattutto dalle priorità strategiche italiane nei confronti della Jugoslavia
Il recente scandalo nella Camera dei comuni canadese, in cui il veterano delle Waffen SS Galizia Jaroslav Hunka è stato presentato come un “eroe ucraino e canadese”, portando alle dimissione del portavoce del Parlamento Anthony Rota, ha riacceso un vivace e controverso dibattito sulle questioni storiografiche dell’Ucraina e dell’Europa orientale
Durante il conflitto scoppiato in Bosnia Erzegovina, Moreno Locatelli era volontario dei “Beati Costruttori di Pace”. Nell’estate del 1993 aveva deciso di rimanere a Sarajevo - sotto assedio dall’aprile del 1992 - per partecipare ad azioni a sostegno della popolazione. Il 3 ottobre veniva ucciso sul ponte Vrbanja. Video della commemorazione nel trentennale della sua morte
Ricorrono oggi i trent'anni dalla morte di Moreno Locatelli, pacifista e volontario dei “Beati Costruttori di Pace”, ucciso da un cecchino il 3 ottobre 1993 sul ponte Vrbanja a Sarajevo. Un ricordo di quel periodo nel contesto della commemorazione odierna
Domenica 22 ottobre Viaggiare i Balcani e OBC Transeuropa promuovono una giornata di visita sui luoghi di incontri nel Trentino della Grande Guerra tra le comunità locali e dei Balcani, con l'accompagnamento dello storico di OBCT Marco Abram. L'iniziativa si inserisce nel progetto "Grande Guerra: L'Europa in Trentino e l'incontro con l'Altro"
La Prima guerra mondiale trascinò un gran numero di bosniaci-erzegovesi sul fronte alpino-dolomitico, determinando un incontro inedito con la cultura e la popolazione locale. Oggi qualcuno riprende a parlarne
Vittime contro vittime, dolore contro dolore. Una prassi consolidata nelle guerre di dissoluzione della Jugoslavia, riproposta di recente con la commemorazione a Prijedor delle vittime serbe dell’operazione Oluja. Commento
Nikola aveva pochi mesi quando nell’agosto del 1995 la sua famiglia, insieme con le altre 200mila persone di nazionalità serba, lasciò in fretta e furia la Croazia. Dopo aver vissuto in Serbia per quindici anni è tornato in Croazia dove ha fatto gli studi superiori e dove tutt’ora vive e lavora. Lo abbiamo incontrato
Aleksandar Vučić, Milorad Dodik e il patriarca Porfirije hanno deciso di commemorare le vittime serbe dell’operazione militare croata Oluja (Tempesta), che iniziò il 4 agosto del 1995, a Prijedor, in Bosnia Erzegovina, luogo noto per essere stato teatro dei crimini commessi dai serbi contro i membri di altri popoli
“Il giorno in cui finì l’estate” dello sloveno Sebastijan Pregelj, edito da Bottega Errante è un romanzo storico, scritto però in chiave poetica, con una malinconica ironia, che lascia in bocca al lettore il sapore dell’adolescenza vissuta mentre intorno, con essa, finisce un’epoca, un mondo
Il prossimo 11 luglio, come ogni anno, verranno tumulati a Srebrenica i resti delle persone scomparse nel genocidio del 1995, riconosciuti attraverso l’analisi del DNA nell’ultimo anno. Mentre a Nezuk si prepara in direzione di Srebrenica la partenza, prevista per l’8 luglio, della “Marš mira” (Marcia per la pace).
Mentre negli anni Novanta si consumava il peggiore conflitto armato in Europa dopo la Seconda guerra mondiale, nelle acque internazionali tra l’Italia e l’ex Jugoslavia giornalisti serbi, croati, bosniaci e sloveni si affidarono alle onde radio per trasmettere un’informazione imparziale ai propri concittadini. È la storia di Radio brod (Radio nave)
Originariamente pubblicato in inglese "Fuori dall’assedio di Sarajevo: Memorie di un’ex jugoslava", e poi tradotto in serbocroato, il libro di Jasna Levinger-Goy è una testimonianza impietosa sulla Sarajevo assediata, un racconto irriducibile che parla degli altri e dell’io in mezzo al dramma della Storia
L’Holodomor (letteralmente "morire di fame") è diventato, a cavallo degli anni ’90 e il nuovo millennio, una elemento fondante nel processo di nation building dell'Ucraina post-sovietica. Tra le più grandi tragedie del Novecento, secondo alcuni storici è servito a rafforzare l’identità memoriale e culturale del popolo ucraino
A partire dall’VIII secolo a.C. nella Calabria ionica si stabilirono i primi coloni greci, fondando quella Magna Grecia che coinvolse nell’arco di tre secoli quasi tutto l’attuale Sud Italia. Cos’è rimasto oggi di quell’esperienza storica e che ruolo ha nella narrazione contemporanea di questi luoghi?
Anche quest'anno Trento commemora la Giornata Internazionale delle fasce bianche per ricordare quanto avvenuto in Bosnia Erzegovina negli anni '90. L'appuntamento presso il chiostro del cortile di palazzo Thun si tiene in parallelo ad altri momenti promossi a Prijedor e in tante altre città d'Europa
Nel 2022 il governo sloveno di centrodestra istituì il 17 maggio come Giornata nazionale delle vittime del comunismo. Nessuno si è occupato della faccenda sino a pochi giorni fa quando il nuovo esecutivo ha deciso di cancellarla. Furioso l'ex premier Janša, che ha tacciato il governo di volere “una nuova guerra civile”
Esattamente 43 anni fa moriva Josip Broz Tito, leader della Jugoslavia socialista. Ma chi era Tito? Un dittatore autocratico o un grande statista che ha affascinato politici del calibro di Churchill e Kennedy? Le considerazioni di Eric Gobetti, studioso della storia della Jugoslavia nel Novecento
Dopo la sentenza di assoluzione di Ante Gotovina e Mladen Markač emessa dal Tribunale dell’Aja nel 2012, e soprattutto dopo l’adesione all’UE nel 2013, la Croazia ha completamente rimosso i crimini commessi dai membri dell’esercito e della polizia croata, e del Consiglio di difesa croato, compreso il crimine di Ahmići
Ha trascorso sei mesi in campo di concentramento nel 1992. Una volta liberato è stato accolto in Norvegia dove nel 1993 decide di scrivere un libro sulla sua prigionia. Rezak Hukanović, giornalista di Prijedor, è autore di "Il decimo girone dell'inferno" uscito di recente in Italia con prefazione di Eli Wiesel e postfazione di Paolo Rumiz. Lo abbiamo intervistato
La bella stagione sarà l'occasione per testare le nuove infrastrutture e le strategie di un progetto finanziato dall'Ue nei comuni di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba, un'area di frontiera che si concepisce un territorio unico ed omogeneo lungo il fiume Isonzo
E' sbagliato provare a definirli attraverso categorie etno-nazionali, avevano una vocazione fortemente libertaria, ed ogni uomo era sottoposto ad un rigido addestramento militare. Erano i cosacchi, citati in più occasioni a causa dell'attuale conflitto in Ucraina