Sondaggi e slogan per i candidati che si sfideranno alle prossime elezioni in Georgia. Una campagna elettorale focalizzata su riforme sociali e miglioramento delle condizioni di vita
Sono sette i candidati alle elezioni presidenziali della Georgia regolarmente registrati presso la Commissione Elettorale Centrale. Dopo la protesta organizzata dall'opposizione ad inizio novembre, la repressione della manifestazione da parte della polizia, lo stato di emergenza durato nove giorni e l'annuncio di elezioni presidenziali anticipate per il 5 gennaio 2008, il Presidente uscente Mikheil Saakashvili, adempiendo alla procedura prevista dalla costituzione georgiana, il 25 novembre aveva rassegnato infatti le dimissioni, lasciando così la carica al Capo del Parlamento Nino Burjanadze fino all'elezione del nuovo Presidente.
In seguito alla ratifica da parte del Parlamento della data delle elezioni, alla fine di novembre la Commissione Elettorale Centrale ha aperto le liste di iscrizione per i potenziali candidati presidenziali. Inizialmente hanno presentato richiesta ventidue candidati ma solo sette sono riusciti a raccogliere le 50.000 firme necessarie per poter correre alla massima carica statale.
I candidati che si sfideranno alle prossime elezioni sono, quindi, Levan Gachechiladze, rappresentante del "Consiglio Nazionale Unito", Davit Gamkrelidze, leader del partito "Nuova Destra", Gia Maisashvili, leader del "Partito del Futuro", Shalva Natelashvili, leader del "Partito del Lavoro", Badri Patarkatsishvili, candidato indipendente, Mikheil Saakashvili, ex Presidente e leader dell'attuale partito al governo "Movimento Nazionale" e Irina Sarishvili, candidata del "Partito della Speranza".
La campagna elettorale dei sette candidati si sta per lo più focalizzando sulle riforme sociali e sul miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini georgiani. Il principale moto di Mikheil Saakashvili, infatti, è "Georgia senza povertà!". Il portavoce del Presidente uscente, il Ministro per la Risoluzione dei Conflitti Davit Bakradze ha spiegato che quattro anni fa gli slogan di Saakashvili erano "Georgia senza Shevardnadze", "Georgia senza problemi di rifornimento energetico" e "Georgia senza corruzione". Secondo il leader del partito al governo "tutto questo è stato fatto e ora Saakashvili promette ai georgiani che sradicherà la povertà nel Paese, nel caso in cui vincesse le elezioni".
Non a caso le riforme sociali sono diventate nelle ultime settimane una delle priorità di Saakashvili, essendo state la principale motivazione della contestazione alla compagine governativa tenutasi davanti al palazzo del Parlamento georgiano all'inizio dello scorso novembre. Dopo la nomina alla carica di Primo Ministro di Lado Gurgenidze al posto di Zurab Nogaideli, nelle scorse settimane il governo in carica ha iniziato infatti una serie di programmi sociali che includono tra l'altro l'aumento delle pensioni, l'aumento sei salari degli insegnanti e un programma di apprendistato rivolto ai giovani e finalizzato al loro inserimento nel mondo del lavoro. Riforme molto criticate da un altro candidato presidenziale, Davit Gamkrelidze, leader della Nuova Destra, per "non essere realistiche" in quanto gli economisti avrebbero stimato che "il costo totale di questi programmi è di circa 11 miliardi di lari (circa 4.8 miliardi di euro), più del doppio dell'intero budget della Georgia per il 2008".
Mentre tutti gli aspiranti alla carica di Presidente hanno da tempo iniziato la propria campagna elettorale non solo qui a Tbilisi ma anche nel resto del Paese organizzando comizi e riunioni pubbliche, il candidato Badri Patarkatsishvili, che normalmente vive tra Londra e Israele, non è ancora arrivato in Georgia. La scorsa settimana, infatti, i responsabili dell'ufficio elettorale di Patarkatsishvili hanno richiesto alle autorità georgiane di fornire al businessman garanzie addizionali e scritte circa la sua sicurezza, in modo che il miliardario georgiano possa rientrare in Georgia per condurre la propria campagna elettorale. Tali garanzie sono state richieste perchè l'ufficio del Procuratore Generale georgiano nutre sospetti circa la posizione di Patarkatsishvili, indagato per cospirazione al fine di rovesciamento del governo in relazione alle proteste di inizio novembre. Nonostante il tycoon goda dell'immunità in quanto candidato presidenziale, la Commissione Elettorale Centrale potrebbe sospendere l'immunità qualora il Procuratore Generale fornisca delle prove sufficienti a giustificare tale azione.
Valere Galbakhiani, portavoce del businessman, ha affermato che "il governo sta cercando di impedire a Patarkatsishvili di iniziare la propria campagna elettorale e di negargli i diritti costituzionali". Il Ministro della Giustiza Eka Tkeshelashvili ha risposto alle insinuazione dichiarando che "non c'è nessuna base legale per fornire a Patarkatsishvili garanzie addizionali" definendo la richiesta "solo una trovata elettorale affinché si crei l'immagine di un candidato perseguitato, in qualche modo diverso dagli altri".
Nonostante Patarkatsishvili sia lontano dalla Georgia, il suo ufficio ha iniziato per lui la campagna elettorale e la scorsa settimana Galbakhiani ha annunciato che, in caso di vincita delle elezioni al primo turno, il ricco imprenditore stanzierà un miliardo di dollari del suo patrimonio personale a favore dei programmi sociali.
Per essere eletto alla carica di Presidente nel corso della prima tornata elettorale, secondo la legislazione georgiana vigente, un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti.
Negli ultimi giorni sono usciti sui giornali georgiani i risultati dei primi sondaggi relativi alle inclinazioni politiche degli elettori. Secondo un sondaggio richiesto dall'uscente Presidente Saakashvili e condotto da una società di consulenza su un campione di 13.000 persone su tutto il territorio della Georgia, il consenso intorno alla figura di Saakashvili sta aumentando, mentre tutti gli altri candidati avrebbero perso sensibilmente le preferenze degli elettori.
Un primo sondaggio era stato condotto tra il 16 e il 29 novembre e un secondo è stato condotto dalla stessa società tra il 2 e il 12 dicembre. Nel primo sondaggio Saakashvili otteneva il 54,5% dei voti mentre nel secondo le preferenze sarebbero salite al 61,1%. Il candidato della coalizione dei nove partiti di opposizione, Levan Gachechiladze, invece, otteneva a fine novembre il 15,5% dei voti mentre oggi ne avrebbe 5,2%. Il 2,9% dei cittadini voterebbe oggi per Badri Patarkatsishvili che a fine novembre contava invece sul 14,5% dei consensi.
Secondo il sondaggio di dicembre solo l'1% degli elettori darebbe il proprio voto a Natelashvili che alla fine di novembre otteneva il 5,6% delle preferenze. Sensibilmente diminuito anche il numero dei sostenitori di Gamkrelidze che oggi può contare solo sullo 0,9% mentre nel precedente sondaggio aveva il 6,4% dei voti.
Le percentuali fornite, però, potrebbero essere ribaltate perché secondo l'ultimo sondaggio il 29,5% degli intervistati non sa ancora per chi votare. I rappresentanti dell'opposizione, inoltre, hanno decisamente messo in discussione i risultati dei sondaggi in quanto sarebbero stati "manipolati" e non rifletterebbero il reale quadro dell'opinione pubblica.
*Programme Officer, UNHCR Georgia. Le opinioni espresse nell'articolo sono da attribuirsi unicamente all'autrice e non riflettono necessariamente la posizione dell'UNHCR