L'attuale premier serbo Zoran Zivkovic ha reso noto che la polizia ha arrestato il 24 marzo Zvezdan Jovanovic col sospetto di aver ucciso il premier serbo Zoran Djindjic il 12 marzo scorso.
Il vice comandante dell'Unità per le operazioni speciali (JSO) della Serbia Zvezdan Jovanovic è stato arrestato col sospetto di aver ucciso il premier serbo Zoran Djindjic con un colpo sparato da un fucile di precisione il 12 marzo scorso, lo ha reso noto il premier Zoran Zivkovic durante la conferenza stampa del 25 marzo.
Zvezdan Jovanovic soprannominato Zveki è nato a Pec (Kosovo) nel 1965, è stato arrestato il 24 marzo e messo agli arresti per ulteriori indagini.
La polizia ha inoltre arrestato Sasa Pejakovic (Subotica 1971), soprannominato Pele, anch'egli membro dell'Unità speciale (JSO). Anche Pejakovic è stato arrestato col sospetto di essere uno degli esecutori insieme con Jovanovic e "gli altri membri del clan di Zemun coinvolti nell'omicidio del premier serbo" ha confermato il presidente del consiglio Zivkovic.
Il premier Zivkovic ha confermato altresì che la polizia ha trovato un fucile di precisione "Heckler and Koch G3" sepolto nel quartiere di Novi Beograd, si presume sia l'arma utilizzata per l'omicidio di Djindjic.
Per il coinvolgimento con il clan di Zemun il comandante della JSO Dusan Maricic "Gumar" è stato assolto dall'incarico e condotto in carcere per ulteriori accertamenti. Il premier serbo Zivkovic ha espresso la propria soddisfazione per come si stanno conducendo le indagini e ha posto l'accento sul fatto che le operazioni di indagine termineranno quando "tutti coloro coinvolti nell'omicidio saranno consegnati alla giustizia". Il governo serbo sospetta che il cosiddetto clan di Zemun guidato da Milorad Lukovic Legija, ex comandante della JSO, sia responsabile della morte di Djindjic.
Il governo serbo durante una seduta straordinaria ha deciso di sciogliere l'Unità per le operazioni speciali (JSO) denominata "berretti rossi". Tutti i membri sono stati dimessi in modo che la polizia possa prendere il controllo del loro equipaggiamento e delle armi. Alcuni dei membri dell'Unità sono stati messi agli arresti per ulteriori accertamenti perché sospetti di un coinvolgimento col clan di Zemun, mentre gli altri membri della JSO verranno impiegati nell'esercito serbo.
Zivkovic ha ringraziato tutti i cittadini, i membri del Ministero serbo degli affari esteri, i membri della BIA (Agenzia per le informazioni sulla sicurezza) e l'esercito della Serbia e Montenegro per il loro prezioso contributo alle investigazioni.Il messaggio è stato indirizzato inoltre ai giornalisti e ai redattori dei media locali alla presenza del vice premier Cedomir Jovanovic, il ministro dell'interno Dusan Mihajlovic e il suo vice Nenad Milic, al capo della Pubblica sicurezza Sretan Lukic, al cpao dell'Amministrazione per la lotta contro il crimine organizzato Bora Banjac, al capo della Polizia di Belgrado Milan Obradovic e al comandante della Gendarmeria Goran Radosavljevic.
vedi anche:
- Human Rights Watch scrive al premier serbo Zivkovic
- IPI e SEEMO contro la pressione sui media durante lo stato di emergenza in Serbia
- Djindjic: un omicidio politico
- Omicidio Djindjic, l'onda di ritorno
- Omicidio Djindjic: un attentato alle riforme?