Torniamo sulle recenti elezioni amministrative in Bosnia Erzegovina con una analisi del voto in Republika Srpska (RS). Diversamente da quanto sottolineato da molti commentatori, che hanno riferito della ennesima affermazione dei tre maggiori partiti nazionalisti, in RS il Partito Democratico Serbo (SDS) sembra aver subito una netta battuta di arresto
Da quando è iniziata la campagna elettorale, il Kosovo Action Network porta in giro un asino per le strade di Pristina, con lo slogan: "Votate per me, io porterò l'indipendenza". Per Albin Kurti, coordinatore della rete, che ha invitato a boicottare le elezioni del 23 ottobre, il protettorato internazionale è incompatibile con la democrazia e la responsabilizzazione dei cittadini. Intervista ad Albin Kurti
La seconda tornata elettorale per il Parlamento kosovaro si è conclusa sabato 23 ottobre. Piuttosto bassa l'affluenza alle urne, praticamente assente per la comunità serba. Elezioni che sembrano cambiare poco e confermare lo status quo politico e sociale della provincia.
La ownership locale, intesa come processo di riappropriazione della vita e dei destini del Paese, è un concetto di importanza fondamentale. Cosa succederà tuttavia quando il governatore internazionale della Bosnia Erzegovina se ne andrà? Un contributo al dibattito sulla Bosnia di Dayton
Amisnet, agenzia radiofonica di informazione per numerose radio in Italia e in Europa, in collaborazione con Osservatorio sui Balcani, ha curato uno speciale sul Kossovo. Intervistati Michele Nardelli ed Andrea Rossini di OB e numerosi rappresentanti di ONG ed associazioni italiane intervenuti al seminario "Protettorati internazionali in Europa: l'Unmikstan" organizzato ai primi di ottobre da Osservatorio a Roma. Tra questi ultimi Simona Capocasale, dell'Assopace, responsabile del progetto "dialoghi di pace" a Mitrovica, Marco Bruccoleri, responsabile dei progetti internazionali dell'ICS Kossovo e Mauro Barisone, del tavolo Trentino con il Kossovo. Durata: 19'38"
Terminata la campagna elettorale, non senza polemiche, il Kosovo si avvicina al giorno delle elezioni. Sabato 23 ottobre, quasi un milione e mezzo di elettori si recherà alle urne. Un aggiornamento alla vigilia delle elezioni
La "battaglia" di una bosgnacca per vedere rimossa una chiesa ortodossa costruita illegalmente sulla propria proprietà diviene un test sulla tolleranza in Republika Srpska (RS) nei confronti di chi ha fatto rientro nelle proprie case dopo la guerra. Un articolo scritto per IWPR da Sadik Pazarac. Traduzione a cura dell'Osservatorio sui Balcani.
Sono rinchiuse in un carcere libico, condannate a morte. La Bulgaria sperava in pressioni UE nei confronti di Gheddafi per risolvere la questioni. Ma le priorità di alcuni Paesi europei sembrano tutt'altre.
Il governo serbo bosniaco riconosce per la prima volta la dimensione del massacro di Srebrenica. Estradato all'Aja uno dei più stretti collaboratori del generale Mladić, Ljubisa Beara. Allo stesso momento, inizia di fronte al Tribunale Internazionale il processo a Naser Orić
Se Bruxelles mira a sostituire le Nazioni Unite nel protettorato, deve innanzitutto rendere più univoca e significativa la propria attuale presenza in Kossovo. Un articolo di Markus Bickel, redatto per IWPR e tradotto a cura di Osservatorio sui Balcani.
Dal 24/8 al 2/9 un pulman dello SPI-CGIL ha attraversato i Balcani, percorrendo più di tremila chilometri, per tornare nei luoghi che lo hanno visto presente con azioni di solidarietà e di cooperazione sia negli anni della guerra che negli anni successivi
Una rassegna sulla situazione di rifugiati e sfollati nei Paesi dei Balcani. I dati sono tratti in gran parte dal sito dell'US Committee for Human Rights. A cura di Barbara Sartori.
La crisi dei Balcani non si è risolta con la fine delle ostilità e i traguardi da raggiungere rimangono molti. Per Ennio Remondino è ora che l'Unione Europea si impegni attivamente nel processo di stabilizzazione dei Balcani e si assuma delle responsabilità che in passato ha scansato. Un contributo di Francesco Lauria
C'è chi pensa che un vento di rivoluzione possa soffiare in Romania nell'industria dell'automobile. E che la storica Dacia possa rinascere. Un articolo tratto da TOL di Razvan Amariei
Slavenka Drakulic indaga sull'Est europeo, un mondo dilaniato tra la nostalgia del recente passato marxista e un'ansia consumistica di imitazione nei confronti dell'Occidente. I Paesi presi in esame: Croazia, Repubblica ceca, Albania, Bulgaria e Romania.
Dal 5 al 14 ottobre si ritroveranno a Spoleto 15 vicini di casa appartenenti alle comunità albanese, serba ed ashkalia. Per parlare di riconciliazione sotto la guida di mediatori israeliani e palestinesi.
Alcuni risultati dei ballottaggi delle elezioni amministrative serbe, tenutesi domenica 3 ottobre. La capitale avrà un sindaco del Partito democratico, mentre il capoluogo della Vojvodina, Novi Sad, avrà una sindaca del Partito radicale
Era nell'aria anche se molti avrebbero scommesso per una conferma - seppur risicata - del centro-sinistra, al potere da un decennio. Alle elezioni politiche ha vinto invece la coalizione di centro-destra "Coalizione Slovenia" che ora però dovrà trovare alleanze per ottenere la maggioranza in Parlamento.
La Slovenia vuole un proprio accesso alle acque internazionali, la Croazia glielo nega. La questione del Golfo di Pirano, assieme ad altri nodi irrisolti ereditati dalla dissoluzione della Jugoslavia, rendono tesi i rapporti tra i due Paesi. Soprattutto durante le rispettive campagne elettorali. Un contributo di Leonardo Barattin