Dopo il caso del centro geriatrico di Niš, dove decine di anziani sono risultati positivi al COVID19 – secondo la magistratura serba per responsabilità dirette del direttore - il virologo Predrag Kon, a capo della task-force di Belgrado sul coronavirus, ieri ha annunciato e poi ritirato le proprie dimissioni.
Lunedì 30 marzo le istituzioni europee hanno annunciato che stanzieranno quasi €40 milioni di euro per aiutare i Balcani Occidentali a gestire l’emergenza coronavirus.
Lunedì 23 marzo è partita la serie di concerti “Quarantine Show” che il gruppo bosniaco Dubioza Kolektiv ha deciso di realizzare ogni lunedì alle 20.30 in diretta sulla loro pagina Facebook per farci ballare nelle nostre case, ma tutti insieme.
Nonostante le misure adottate a causa della pandemia da coronavirus il “Modul Memorije”, festival internazionale di teatro, che quest’anno si doveva inaugurare all’interno della Viječnica il 5 aprile, si terrà lo stesso. Il direttore del MESS Nihad Kreševljaković e il suo staff hanno deciso di prolungare il programma (dal 6 aprile al 9 maggio) e realizzarlo attraverso piattafforme on-line, canali social e programmi TV.
Accomuna noi a molti cittadini del sud-est Europa: l'isolamento in casa, la quarantena: il tempo si dilata, le giornate si susseguono identiche l’una all’altra mentre montano inesorabili apprensione, ansia, e irrequietezza.
Secondo Stefan Lehne, ricercatore presso Canergie Europe, l'Europa ha affrontato varie crisi nel corso dei decenni ma la pandemia del coronavirus potrebbe mettere alla prova per l'ultima volta l'UE intesa come comunità basata sulla solidarietà e su valori comuni.
Al via la resistenza culturale in tempi di emergenza coronavirus del gruppo Dubioza Kolektiv, nato a Sarajevo e oggi costituito da musicisti di diversi paesi della regione. Diventato famoso in tutta Europa, il gruppo da sempre accompagna le battaglie dei movimenti sociali e politici in Bosnia Erzegovina.
Nei giorni scorsi è stata presentata la piattaforma ''Kosovo Trustbuilding '', un sito unico nel suo genere che vuole essere luogo di divulgazione di iniziative e opportunità per costruire in Kosovo un contesto basato sulla fiducia reciproca.
Bergamo e Kakanj, città a 45 km a nord ovest di Sarajevo, sono state legate da un intenso rapporto di cooperazione tra comunità fin dai tempi del conflitto e durato per anni. Un ponte solidale che non è mai stato dimenticato e che ha spinto il sindaco di Kakanj a inviare una lettera di sostegno alla città lombarda colpita pesantemente dalla pandemia Covid-19.
Sono settimane molto difficili, in Italia purtroppo drammatiche, segnate a livello mondiale dalla crisi sanitaria provocata dall'epidemia di coronavirus.