Protezione e reciprocità per difendere chi difende i diritti di tutte e di tutti: a due anni dagli eventi del 2018, tre giornate organizzate da Yaku per il nodo trentino della rete In Difesa Di
Un incontro di approfondimento dedicato al Nagorno Karabakh. Quali sono le cause del conflitto e cosa accadrà dopo l'accordo tra Armenia e Azerbaigian che ha sancito la fine dei combattimenti, quale il ruolo della comunità internazionale? Se ne è discusso in questo workshop organizzato dal Forum Trentino per la Pace e i diritti umani, e da OBC Transeuropa.
L'analisi di Giorgio Comai di OBCT ai microfoni di Radio Radicale sul Nagorno Karabakh: cosa si può prospettare in futuro, in questo territorio come in altri territori contesi; il peso di Turchia e Russia laddove la comunità internazionale è stata finora assente e il possibile ruolo dell'Ue; il futuro delle popolazioni colpite dal conflitto (13 novembre 2020)
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L'accordo sottoscritto da Armenia e Azerbaijan lo scorso 10 novembre sul Karabakh potrebbe rivelarsi fragile e insostenibile. Mosca potrebbe aver bisogno del sostegno internazionale per farlo funzionare
Sul tavolo dei negoziati per risolvere il conflitto del Nagorno Karabakh nell'ultimo quarto di secolo più volte si è arrivati vicini a quella che pare la soluzione attuale. Ma la diplomazia ha colpevolmente fallito ed i fautori della guerra hanno sacrificato cinicamente un gran numero di vite umane
L'accordo raggiunto tra Armenia e Azerbaijan, mediato da Mosca per arrestare i combattimenti nella regione del Nagorno-Karabakh, pare reggere ma si prospetta in futuro una situazione complessa. L'analisi di Giorgio Comai di OBCT ai microfoni della trasmissione "Radio anch'io" (12 novembre 2020)
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Armenia e Azerbaijan hanno raggiunto un accordo mediato dalla Russia per porre fine ai combattimenti in corso nella regione del Nagorno-Karabakh e trovare una soluzione a lungo termine. Decisiva la caduta di Shusha. In diretta a Radio3 Mondo l'analisi di Giorgio Comai di OBCT e il racconto del fotoreporter Roberto Travan, da poco rientrato dal Nagorno-Karabakh (10 novembre 2020)
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È stato paladino della Grande Serbia ed ora è celebrato come costruttore di ponti. E al suo funerale è stata protagonista parte della nuova leadership montenegrina. Un commento
Da quando a fine settembre sono iniziati i combattimenti con l'Armenia, il governo dell'Azerbaijan ha fortemente limitato, quando non persino sospeso, l'accesso a internet. Restrizioni che non riguardano i media filo-governativi
I partner della piattaforma del Consiglio d'Europa per la promozione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti lanciano l'allarme: oltre a rischiare la loro incolumità, i reporter di guerra nella regione sono ostacolati da arbitrarie restrizioni imposte dalle autorità che interferiscono con il diritto alla libera informazione
In questo primo mese di conflitto l'UE ha evitato accuratamente di assumere posizioni politiche significative procedendo lungo una linea di neutralità, che la caratterizza dagli anni Duemila, non senza contraddizioni. Più netto l'atteggiamento contro il sostegno turco all'Azerbaijan
"Lutti e dolori nel Caucaso sono esclusivi - afferma l'autore di questo commento - servono a plasmare l'identità di un popolo. E passano attraverso la negazione dell'altro, il diverso, il nemico con la cancellazione di ogni sua traccia e l'estirpazione della memoria"
In questa tesi di master si mette a confronto l'impatto, in Germania dell'Ovest e Bosnia Erzegovina, rispettivamente del Processo di Norimberga (IMT) e del Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY)
Armenia e Azerbaijan sono paesi dove il mondo del pacifismo ha sempre cercato di agire in punta di piedi, nel timore di aggressioni e strumentalizzazione. È stato giusto così?
In Georgia vivono due consistenti comunità di armeni e azeri che vivono perlopiù in modo separato. Il conflitto in corso ha esacerbato gli animi delle due minoranze, in particolare sui social media, destando la preoccupazione degli analisti
Nelle recenti elezioni presidenziali a Cipro nord ha vinto di misura Ersin Tatar, candidato di centro-destra, anti-federalista e considerato vicino a Recep Tayyip Erdoğan. Una vittoria che mette ancora una volta in discussione gli sforzi diplomatici per riunire l'isola, divisa dal 1974
È in libreria una nuova edizione di “La guerra in casa”, fondamentale libro sulla guerra degli anni '90 a firma di Luca Rastello che fu il primo direttore della testata giornalistica www.balcanicaucaso.org. Ne ha curato l'edizione Mauro Ravarino, che abbiamo incontrato
Sempre più spesso emergono indizi che fanno pensare a crimini di guerra in Nagorno Karabakh. Recentemente un video - ritenuto da più fonti corrispondente al vero - ritrae la terribile esecuzione di due prigionieri armeni da parte delle forze azere. Intanto continuano, da entrambe le parti, i bombardamenti sui civili
Armenia e Azerbaijan sul Nagorno Karabakh devono accettare la soluzione sconfitta-sconfitta. Altrimenti tutti perderanno molto di più di quanto avessero potuto mai immaginare
Una tesi di laurea analizza il tema dei nazionalismi etnici e delle violenze ai civili attraverso il conflitto croato-bosgnacco in Bosnia Erzegovina e il caso della Valle della Lašva. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Annunci non corroborati da dati reali, azzardi diplomatici, pressioni, aggressività. Un approfondimento su Richard Grenell, diplomatico Usa al centro del recente accordo Kosovo-Serbia sponsorizzato da Trump
È appena uscito “La Jugoslavia e la questione di Trieste 1945-1954” di Federico Tenca Montini, edito da Il Mulino. Il volume, frutto dello studio attento degli archivi jugoslavi, ripercorre riflessioni e strategie della classe politica di Belgrado sulla questione di Trieste. Una recensione
Armi serbe sono state utilizzate nei recenti scontri tra Azerbaijan e Armenia in Nagorno Karabakh. Baku intima a Belgrado di smettere di vendere armi all'Armenia e, nella vicenda, emerge il nome di un trafficante d'armi sotto sanzioni Usa
Nonostante sia per ora poco visibile il ruolo di Mosca nel conflitto in Nagorno Karabakh, per l'autore di questo commento vale sempre un vecchio adagio che riadattato all'attuale situazione suona "Non si muove foglia che Mosca non voglia"
Le ragioni di lungo periodo del conflitto in Nagorno Karabakh sono ormai note. Ma cosa ha causato un intervento militare così esteso come quello che stiamo osservando in questi giorni ad oltre 25 anni dal cessate-il-fuoco? E cosa si può e dovrebbe fare ora? Un'analisi
Tradizionalmente alleata dell'Azerbaijan e ostile all'Armenia, con il riacutizzarsi dei combattimenti in Nagorno Karabakh la Turchia sta assumendo un ruolo sempre più attivo nel conflitto, con un occhio alla sua politica regionale e il rischio di nuovi scontri con la Russia
In Azerbaijan il trauma sul Nagorno Karabakh è fondante dell'identità nazionale, alimenta la guerra e zittisce le voci di pace. Ma chi la pace la vuole, non importa quanto sia difficile, deve provare compassione e accettare il trauma rimanendo fedele ai propri principi
Amare la propria patria significa sostenere la guerra? Stare zitti sulla violazione dei diritti umani? Non denunciare il sacrificio di decine di vite umane? Un commento sul conflitto tra Armenia ed Azerbaijan
A quasi un mese dall'accordo firmato da Kosovo e Serbia negli USA le aspettative da parte kosovara restano alte: l'obiettivo di Pristina rimane un riconoscimento reciproco e legalmente vincolante