L'Occidente ha il dovere di sollecitare la Georgia ad adottare autentiche riforme ed aperture democrartiche evitando autoritarismi. L'invito è nell'ultimo rapporto di ICG

21/12/2007 -  Anonymous User

Da International Crisis Group
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Roberta Bertoldi

L'ultimo report di International Crisis Group dal titolo "La Georgia sta scivolando verso l'autoritarismo?" esamina la crescente intolleranza nei confronti del dissenso, che è diventata evidente nel mese di novembre quando in Georgia è stato dichiarato lo stato di emergenza . Il report fa appello a Tbilisi affinché si impegni in un dialogo con gli oppositori politici e proceda nel suo percorso di riforma trasparente e responsabile.

Le elezioni presidenziali, che sono state anticipate al 5 gennaio 2008, saranno solo un primo test per vedere se questo trend preoccupante potrà essere invertito. Il Presidente Mikhail Saakashvili quando è salito al potere con la Rivoluzione delle Rose nel 2003, si è trovato a gestire una situazione complicata e presto è finito sotto pressione da parte della Russia. Egli ha impegnato il suo governo verso la democrazia, verso una riforma liberale e verso il conseguimento di una possibile entrata nell'Unione Europea e nella Nato, e ha avuto notevole successo nella ricostruzione delle istituzioni e nella riforma dell'economia.

Tuttavia, controlli sono stati sommari, la giustizia è stata applicata arbitrariamente, i diritti umani sono stati calpestati e la libertà di espressione è stata ridotta.
Alla fine di ottobre e inizio di novembre 2007, quando il governo ha risposto con la violenza, l'opinione pubblica stava lamentando proprio queste mancanze e la corruzione percepita come fenomeno diffuso.

"La risposta repressiva e sproporzionata del governo alle manifestazioni pacifiche ha turbato le capitali occidentali perché la Georgia era percepita come un esempio di democrazia. Purtroppo l'amministrazione Saakashvili è diventata sempre più autoritaria nel corso degli anni" precisa Magdalena Frichova, direttore del Progetto International Crisis Group Caucaso.

Amici occidentali della Georgia, tra cui gli Stati Uniti, l'Unione Europea e la Nato, hanno bisogno di riesaminare la loro interpretazione di ciò che sta accadendo e premono affinché Saakashvili e la sua amministrazione correggano il loro comportamento.

Né i processi "congelati" di pace con le regioni in conflitto di Abkhazia e l'Ossezia del Sud, né le gravi tensioni bilaterali con Mosca, la quale è decisa ad estendere la sua influenza in questi territori separatisti, giustificano la tendenza verso l'autoritarismo.
Gli Stati Uniti, in particolare, dovrebbero dichiarare il loro sostegno ai principi democratici, e non a un particolare capo. Non è sufficiente dire che, se le elezioni di gennaio saranno libere ed imparziali, la Georgia sarà di nuovo "a posto".

Non possono più essere trascurati problemi seri connessi con lo stato di diritto, la corruzione, la mancanza di libertà per i media, la debolezza dei controlli e degli equilibri e le crescenti disparità economiche. Autentiche riforme ed una apertura democratica sono due necessità che si rafforzano a vicenda.

"Dopo le elezioni di gennaio la situazione non dovrebbe essere più come prima", dice Sabine Freizer, direttore del Programma International Crisis Group Europa .
"Gli amici della Georgia in occidente dovrebbe insistere perché il nuovo leader eletto punti di nuovo alla democrazia e a ristabilire lo Stato di diritto, invertendo lo scivolamento del governo verso l'autoritarismo".