Una rassegna dell'attenzione dedicata dai quotidiani di Tirana alle vicende in Kosovo e una rassegna delle posizioni dei leader politici del paese
La stampa albanese del 18 marzo dedica uno spazio in secondo piano agli eventi violenti tra i membri della etnia albanese e quella serba accaduti due giorni prima in Kosovo.
Nei giorni immediatamente successivi alle violenze in Kosovo, la stampa albanese tende ad occuparsi di più dei problemi interni del paese. Il giornale "Panorama" apre le sue pagine con il titolo sull'entrata dell'Albania nella NATO e più concretamente scrive "Il Congresso Americano - l'Albania nella NATO prima del 2007".
Mentre un altro quotidiano "Korrieri" nel suo titolo d'apertura scrive "Bush invita Nano negli Stati Uniti il 29 marzo".
Su questo quotidiano gli eventi in Kosovo si possono leggere alle pagine 4 e 5, dove vengono riportate informazioni prese dalle agenzie di stampa straniere ed anche dalla stampa kosovara. Il giornale "Shekulli" si occupa di un furto clamoroso (circa 650 mila euro) avvenuto tre giorni fa nella più grande banca albanese "Banca del Risparmio", privatizzata lo scorso dicembre dalla banca austriaca "Raiffeisen Bank".
Nel frattempo si possono leggere le dichiarazioni dei politici albanesi, la cui sostanza è sintetizzata nell'invito rivolto a fermare le violenze che stano danneggiando la pace, la coesistenza interetnica, veri ostacoli agli sviluppi democratici in Kosovo.
In una dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri pubblicata dal quotidiano "Panorama" si sottolinea che "tali situazioni sono contro lo sviluppo del Kossovo, contro le riforme ed i processi democratici, contro il consolidamento delle istituzioni locali e la convivenza multietnica".
Il leader dell'opposizione di destra Sali Berisha , dice che il suo Partito Democratico "condanna con estrema fermezza gli atti di violenza, l'annegamento dei 3 bambini albanesi nel fiume Iber, l'uccisione e il ferimento di cittadini innocenti". Berisha sostiene gli sforzi delle autorità internazionali e locali per "la stabilità della situazione, per garantire la pace e l'integrità del Kosovo".
Il primo ministro albanese Fatos Nano giovedì ha indetto una seduta del governo per discutere sulla situazione in Kosovo, la più grave dopo che l'ex regione della Jugoslavia e stata messa sotto il controllo delle Nazioni Unite nel 1999. Secondo il primo ministro albanese Fatos Nao le proteste che sono iniziate a Mitrovica "sono state provocate dall'atto barbaro dell'annegamento dei tre bambini albanesi nel fiume Iber, perseguitati dai membri della etnia serba". Nano ha espresso la preoccupazione del governo albanese per gli atti violenti in Kossovo, i quali sono contro il progresso raggiunto di consolidamento della coesistenza pacifica tra serbi e albanesi, e che ritardano la definizione dello status del Kosovo e la sua integrazione europea.
Nel frattempo questa violenza, secondo il premier albanese Fatos Nano "risveglia il nazionalismo estremo, e gli scenari anacronistici della divisione delle comunità in funzione della cantonalizzazione del Kosovo, e non fa che ripresentare i pregiudizi sugli albanesi come elementi terroristi e separatisti". Secondo Nano queste teorie appartengono a delle "vecchie politiche che non hanno più spazio nel futuro comune della regione".
Mentre sostiene la politica dell'amministrazione dell'ONU in Kosovo, il governo albanese vede la responsabilità degli eventi non nella mancanza di convivenza , ma "nelle strutture parallele amministrative e paramilitari"dei serbi fuori dal controllo dell'UNMIK, che mirano "all'isolamento etnico e alla divisione del Kosovo".
Il Parlamento albanese dal canto suo ha osservato un minuto di silenzio in onore delle vittime in Kosovo. Il Parlamento ha approvato una dichiarazione facendo appello alla calma e alla collaborazione con le autorità internazionali dell'UNMIK, "perché le violenti proteste allontanano sempre più il Kosovo dagli standards che definiranno il futuro della provincia".
Il parlamento ha fatto anche un invito a punire i provocatori e gli organizzatori dello spargimento di sangue di questi giorni. La stampa albanese ha informato che il ministero albanese dell'interno ha rafforzato il controllo sulla frontiera con il Kosovo.
Oggi nel terzo giorno dopo gli scontri in Kosovo, la stampa albanese dedica più spazio agli eventi. Il rischio è che gli avvenimenti in Kosovo siano usati per la lotta interna politica tra i due partiti principali. Tutto viene collegato con la protesta del maggiore partito dell'opposizione, il Partito Democratico dell'ex presidente Sali Berisha, il quale ha indetto per domani 20 marzo una manifestazione contro il governo di Fatos Nano.
Il giornale del Partito Socialista "Zeri i Popullit" nel suo articolo di oggi dal titolo "Berisha al servizio dei radicali di Koshtunica, Miloshevic e Sheshelj" accusa il leader dell'opposizione di mettere a rischio la stabilità del suo paese proprio in un momento delicato. "Berisha è deciso a destabilizzare la situazione e creare l'immagine di un'Albania instabile proprio nel momento in cui il governo albanese si sta sforzando di proteggere gli albanesi del Kosovo". Il giornale "Zeri i Popullit" accusa Berisha di essere stato sempre al servizio di Belgrado, anche quando la NATO si preparava a bombardare la Jugoslavia nel 1999.
Dal canto suo il giornale "Tema", molto vicino al leader dell'opposizione Sali Berisha nel suo editoriale intitolato "Le mani tese di Fatos Nano sul Kosovo", accusa apertamente il primo ministro albanese di essere l'istigatore degli eventi sanguinosi in Kosovo. Secondo "Tema", Fatos Nano avrebbe creato il caos in Kosovo per poterlo sfruttare ai propri fini e per impedire all'opposizione di svolgere le proteste a Tirana. "Esiste una solidarietà crudele tra la sinistra di Tirana e quella in Kosovo. L'ultimo viaggio di Fatos Nano in Kosovo ha aumentato i dubbi sul fatto che qualcuno abbia incitato il Kosovo per salvare Fatos Nano dalle proteste di Tirana del 20 marzo".
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Kossovo: morti dove si costruiva la pace