In vista delle elezioni presidenziali, fissate per il prossimo 15 aprile, un sondaggio del Centro per la democrazia e diritti umani (CEDEM) preannuncia l’ennesima vittoria di Milo Đukanović, con oltre il 50%.
Il parlamento armeno, venerdì scorso, ha approvato una proposta di legge governativa che impedisce ai giornalisti di poter seguire dal vivo i dibattimenti in seno al consiglio comunale della capitale.
Ieri, 26 marzo, le Forze speciali della polizia kosovara hanno prima tratto in arresto e poi espulso dal territorio kosovaro Marko Đurić, a capo dell'Ufficio per il Kosovo del governo serbo.
Parlando alla stampa a Varna, località sul Mar Nero, a seguito dell'incontro Ue-Turchia tenutosi ieri 26 marzo, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha specificato che tra Turchia e Ue non era stato raggiunto alcun compromesso: “Se mi chiedete se abbiamo raggiunto compromessi la risposta è no. La cosa che posso dire è che ho evidenziato tutte le nostre preoccupazioni e, come sapete, la lista era lunga”.
A metà marzo il premier sloveno Miro Cerar ha rassegnato le proprie dimissioni. Una settimana dopo il presidente Borut Pahor ha comunicato al parlamento che non intende proporre nessuno per il capo del governo accelerando così l'iter che dovrebbe portare tra la metà di maggio e la metà di giugno alle elezioni politiche.
Eroina della guerra contro la Russia, Nadiya Savchenko è accusata di aver pianificato un attentato al parlamento per sterminare l’intera classe politica e prendere il potere.
Il 15 aprile prossimo si terranno le elezioni per eleggere il presidente del Montenegro, tuttavia fino a pochi giorni fa non si sapeva ancora chi fossero i candidati alla presidenza. Un’anomalia che la stampa locale ha bollato come reality show elettorale.
Venerdì scorso la ministra degli Esteri croata Marija Pejčinović Burić, in visita in Albania, ha affrontato anche la questione della plastica che si riversa sulle spiagge croate proveniente dall'Albania, sottolineando che la cura del mare e dell'ambiente è parte importante del percorso europeo dell'Albania.
"Il governo continuerà a svolgere le attività correnti fino alla fine del mandato, ma io mi dimetto" ha dichiarato con tono emozionato Miro Cerar. A provocare la decisione sono stati vari recenti sviluppi, ma "la goccia che ha fatto traboccare il vaso" – parole sue - è stata la sentenza della Corte suprema che ieri ha invalidato l'esito del referendum sul secondo binario della tratta Capodistria-Divača, uno dei progetti chiave nel mandato del governo uscente.
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