Un paio di settimane fa, il presidente dell'Inguscezia Yunus-bek Yevkurov, forse noto ai lettori di Osservatorio per essere l'uomo a capo dell'unità dell'esercito russo che nel 1999 ha preso il controllo dell'aeroporto di Pristina prima che vi arrivassero le forze Nato, ha partecipato a una trasmissione televisiva in diretta sul canale russo indipendente “Dožd'” (“Pioggia”).
Il Tribunale per i crimini nell'ex-Jugoslavia dell'Aja ha assolto Ramush Haradinaj, ex comandante dell'Esercito di liberazione del Kosovo (UCK) ed ex premier dalle accuse di violazione delle leggi e usanze di guerra. Assolti anche i coimputati Idriz Balaj e Lahi Brahimaj. Haradinaj può tornare in Kosovo da uomo libero
28 novembre 1912. Valona. Dopo aver dichiarato l'indipendenza dell'Albania, Ismail Qemali fa sventolare la bandiera con l'aquila nera bifronte in campo rosso, emblema già usato quattro secoli prima da Giorgio Castriota “Skanderbeg”.
Martedì 20 novembre. Nikolay Kolev “Bosiya” (lo Scalzo), dissidente di lungo corso, poeta pubblicista e (colorita) figura della transizione bulgara, si presenta davanti al parlamento di Sofia con un sacchetto pieno di pomodori marci. E' solo.
Procede a tempo di record la costruzione dell'autostrada in Kosovo. La "Rruga Dr. Ibrahim Rugova", naturale proseguimento delle quattro corsie che già connettono la costa albanese al confine col Kosovo (e che dovrebbero arrivare al confine con la Serbia, a Merdare) è ora completata fino a Duhël, poco dopo Suharekë/Suva Reka.
“Gotovina out, Sanader in”. Così ha twittato il giornalista dell’Economist Tim Judah appena avuta la notizia della sentenza in primo grado per l’ex premier croato Ivo Sanader. Sì, perché in Croazia ancora non si erano spenti i riflettori per la recente e sorprendente assoluzione all’Aja del generale Gotovina che già i media stanno virando sul caso Sanader.
Il conflitto siriano rischia ogni giorno di sconfinare nei paesi vicini e in particolare in Israele e Turchia mentre la fuga dei civili oltreconfine è incessante. L'emergenza siriana e il problema dei profughi sono stati temi dell'incontro a Roma del 12 novembre tra il ministro degli Esteri turco Davutoğlu e l'omologo ministro Terzi.
Innalzato nella seconda metà del XVII secolo da Sveti Vasilije (San Basilio d'Ostrog), il monastero di Ostrog (parola slavo-antica che significa “luogo fortificato”) si abbarbica su una formazione rocciosa che domina la piana di Bjelopavlići, tra Nikšić e Danilovgrad, in Montenegro.