Si sono infranti a Suruç, in Turchia, i sogni di centinaia di ragazzi arrivati dai quattro angoli del paese e che volevano aiutare a rimettere in piedi Kobane, dopo il lungo assedio dello Stato islamico (ISIS), ricostruendo gli ospedali, un parco, una scuola materna, una biblioteca. La loro storia e le implicazioni politiche dell'attentato nel pezzo di Fazıla Mat .
Nel 1989 nasceva a Belgrado la radio B92. Diventata presto simbolo della resistenza e dell’informazione indipendente oggi non esiste più, la nuova proprietà l’ha spenta. “Il guaio è che nella Serbia odierna non c’è nemmeno l’ombra di qualcuno che possa diventare quello che radio B92 ha significato fino ad una decina di anni fa”, commenta Antonela Riha .
Anche il sogno della nostra corrispondente dall'Azerbaijan Arzu Geybullayeva di collaborare con giornali e organizzazioni armene si è scontrato con la repressione azera facendole guadagnare l'etichetta di traditrice. In settimana abbiamo poi parlato delle possibili elezioni anticipate in Grecia , dei rifugiati nell’est della Turchia e di come cambiano le abitudini dei turisti romeni .
La crisi del debito ellenico influenzerà la Macedonia sia sotto il profilo economico che politico, su questo concordano politici, accademici, economisti e giornalisti. Un'analisi sulle preoccupazioni di Skopje dal nostro corrispondente Ilcho Cvetanoski.
La scelta del governo di Ankara di non riconoscere lo status di rifugiati ai quasi 2milioni di siriani e iracheni che vivono in Turchia influenza le vite di molti profughi impedendo di fatto a loro di inoltrare domanda di asilo politico. La maggior parte dei rifugiati vive in un limbo giuridico che trasforma i campi di accoglienza in prigioni da cui non si può uscire. Ne parla Dimitri Bettoni nel primo di una serie di reportage dalla Turchia.
Di Turchia abbiamo continuato a parlare illustrando le difficoltà di Erdoğan a creare un nuovo esecutivo dopo le elezioni del 7 giugno scorso che non gli hanno restituito la maggioranza necessaria per formare un governo monocolore. Poi uno sguardo sugli antichi dialetti osseti che si teme possano scivolare nel dimenticatoio e ancora le celebrazioni per il ricordo di Srebrenica.
Sono trascorsi vent'anni da quel tremendo luglio 1995. A Srebrenica più di 8000 uomini e ragazzi vennero massacrati in pochi giorni, inermi. I resti di alcuni di loro non sono ancora stati identificati, spostati negli anni da fosse comuni primarie a secondarie. I fatti di allora sono ormai assodati, si trattò di genocidio, ma per le vittime non c'è ancora pace: nelle ultime settimane abbiamo curato un ampio dossier sul ventennale.
Nella serata di lunedì ci ha lasciati dopo una lunga malattia l'amico Luca Rastello. E' stato il primo direttore responsabile della nostra testata ed ha contribuito con la sua passione e competenza alla crescita di Osservatorio Balcani e Caucaso. Il suo libro “La guerra in casa” ha guidato lo sguardo di molti di noi, aiutandoci a capire quanto, quella jugoslava, fosse una tragedia nel cuore stesso dell'Europa. Ciao Luca.
Un gesto brutale, quello di tagliare le trecce ad una ragazza, firma di un atto ancora più tremendo. E' ambientato nella comunità arvanita di Grecia durante la guerra greco-turca del 1919-22 il racconto che abbiamo pubblicato in settimana a firma di Dimosthenis Papamarkos.
Abbiamo poi dedicato alcuni approfondimenti al drammatico stallo dei negoziati tra Atene e l'Ue. Francesco De Palo ha raccolto le reazioni nel paese all'indizione del referendum da parte del governo Tsipras su tagli e riforme richieste dai creditori. Mihaela Iordache ha scritto dei timori in Romania, dove una fetta consistente del sistema bancario è in mano greca e infine abbiamo pubblicato uno storify sulle reazioni alla crisi greca nel sud-est Europa.
In settimana poi è stato presentato a Bruxelles, in un incontro con il presidente Martin Schulz e in un seminario, l'European Center on Media and press Freedom, un nuovo centro che si dedicherà alla tutela del diritto all'informazione in Europa. OBC è tra i suoi fondatori. Abbiamo raccolto i materiali sul centro in una pagina dedicata. Buona lettura!
Save the date: Luisa Chiodi, direttrice di OBC, partecipa all'incontro di aggiornamento sulla situazione politica interna e sull'economia reale dei paesi balcanici coinvolti nella EUSAIR - la nuova strategia per la macroregione adriatica e ionica. Il 4 luglio ad Ancona
#ElectricYerevan: sono taggate così su Twitter le proteste in Armenia contro l'aumento del costo dell'elettricità e più in generale a denuncia di una miseria dilagante. Manifestanti sono scesi in piazza nella capitale Yerevan e sono stati duramente affrontati dalle forze dell'ordine: a farne le spese soprattutto i giornalisti. Simone Zoppellaro ha incontrato alcuni di loro.
E' stata una settimana drammatica per l'Unione europea e la Grecia. OBC ha cercato di capire più in profondità quanto sta accadendo proponendo le interviste a due intellettuali. Il giornalista Dimitri Deliolanes racconta il paese attraverso la vicenda della chiusura della tv pubblica greca ERT mentre lo scrittore Petros Markaris guarda alle radici, greche ed europee, alla base della crisi.
Centinaia di migliaia di persone, di storie, di vite in fuga dalla guerra e dalla sofferenza. Con la legittima aspirazione ad una vita migliore. Domani è la Giornata mondiale del rifugiato, indetta dall'Unhcr. All'occasione abbiamo dedicato uno speciale, su sud-est Europa e migranti.
Le vicende legate ai migranti sono di stretta attualità. In un'intervista al pastore calvinista Tibor Varga di Subotica uno sguardo oltre il muro anti-migranti che l'Ungheria vorrebbe erigere al confine con la Serbia; e poi il punto sulla Macedonia, sempre più centrale quale terra di transito per chi tenta di raggiungere l'Ue.
Ad accoglierlo uno stadio intero stipato di 70.000 persone. Come ai grandi concerti rock. Il Papa ha visitato Sarajevo e le sue parole hanno echeggiato senza retorica quelle del presidente Tito: fratellanza e unità. Forse anche per questo ha suscitato tanto entusiasmo nella capitale bosniaca. Il reportage di Rodolfo Toè, l'approfondimento di Andrea Rossini.
Gli Stati uniti sono stati la patria del rock'n'roll e sono stati a fine anni '60 grande ispirazione per i movimenti alternativi nella Jugoslavia socialista. Le sperimentazioni e provocazioni delle riviste studentesche jugoslave in un approfondimento a firma di Dušan Komarčević. Dal canto suo ha cercato di essere molto rock Aleksandar Vučić, passeggiando nel giardino della Casa Bianca. L'esito della sua visita negli States nell'approfondimento di Dragan Janjić.
Oggi si inaugurano i Giochi olimpici europei a Baku, Azerbaijan. In queste settimane si è dibattuto - non ancora a sufficenza - sulla questione dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani nel paese. Ne abbiamo dato atto in un corposo dossier.
Domani Papa Francesco giungerà a Sarajevo. È la terza volta di un Pontefice in Bosnia Erzegovina. L'obiettivo della visita è quello di sostenere la pace e il dialogo tra le religioni. In un nostro approfondimento Cattolicesimo ed Islam in Bosnia, le parole di Alexader Langer e la sedia di Salim, artigiano di Zavidovići.
Barricati in chiesa, nel cuore di Zagabria, per rivendicare i propri diritti. E' accaduto la scorsa settimana in Croazia, dove le proteste dei veterani di guerra, in atto da più di sette mesi, hanno raggiunto un preoccupante climax. Passato e politica in una corrispondenza di Drago Hedl.
E' particolare la veemenza con la quale il presidente turco Tayyip Erdoğan si sta scagliando contro oppositori, società civile e giornalismo. Fazıla Mat e Dimitri Bettoni raccontano la tensione nel paese in vista dell'appuntamento elettorale di domenica 7 giugno. Infine, delle pubblicazioni settimanali, ci preme sottolineare l'editoriale a firma di Michel Forst, Dunja Mijatović, Nils Muižnieks dove si invita la comunità internazionale e le autorità azere a non separare lo sport dal rispetto dei diritti umani.
Jozip Broz Tito si dilettava con la macchina fotografica, con un buon gusto per la composizione dell'immagine. A Lubiana si è appena conclusa una mostra con gli scatti dell'ex presidente jugoslavo. Uno sguardo sulla sua intimità e uno sguardo sulla folla che lo acclamava, nei suoi frequenti viaggi, e che lui immortalava.
Se si dovesse scattare un'istantanea del summit europeo di Riga, dedicato alla politica di vicinato, ne risulterebbe una fotografia sbiadita. Poche novità per i paesi del cosiddetto Partenariato orientale e le loro “prospettive europee” divengono mere “aspirazioni”. C'è chi invece ha scattato una foto del Montenegro a nove anni dall'indipendenza, ottenuta nel maggio 2006. Lo ha fatto il quotidiano Vijesti, e non ne emerge un paese felice.
E' da anni che la Macedonia sta subendo una lenta deriva autoritaria: nessuna alternanza al potere, rapporto tra le comunità interpretato esclusivamente in modo clientelare, assenza di passi in avanti verso la casa comune europea.
Negli ultimi mesi la situazione, già drammatica, è arrivata alla ribalta della stampa internazionale. Innanzitutto con lo scandalo intercettazioni, di cui abbiamo ampiamente scritto e per i tragici eventi di Kumanovo. In settimana alla situazione macedone abbiamo dedicato un dossier, con tutti i nostri materiali.