Sono ormai oltre 62mila i profughi siriani ospitati nei campi profughi in Turchia, e nonostante il paese sia stato il primo ad offrire ospitalità a chi fugge dal regime di Bashar al-Assad, l’afflusso continuo e sempre più massiccio di rifugiati comincia a preoccupare le autorità di Ankara, mentre gli scontri in Siria continuano. Il reportage del nostro corrispondente dal confine turco-siriano
La reazione di gruppi di veterani a un documentario di Svetlana Broz, e l'aggressione di una giornalista a Ljubuški, sollevano domande sullo stato della libertà di informazione in Bosnia Erzegovina
Non è un problema recente. Per gli atleti kosovari è impossibile difendere i colori della propria bandiera. E' accaduto anche alla judoka Majlinda Kelmendi, alle olimpiadi di Londra. "Ma a Rio 2016 gareggerò per il Kosovo"
L'Armenia è isolata geograficamente. L'Iran è isolato politicamente. Facendo di necessità virtù, i due Paesi stanno aumentando le relazioni bilaterali. Lo sviluppo dello snodo armeno-iraniano nell'asse Mosca-Yerevan-Teheran e nel contesto regionale
I pescecani di guerra, gli approfittatori, in Bosnia sarebbero già pronti a riprendere il loro lavoro. La sesta e ultima puntata del reportage di Michele Nardelli in ex Jugoslavia: una conclusione amara
“Marš Mira” è un percorso della durata di tre giorni e della lunghezza di circa 110 chilometri, da Nežuk a Potočari, in Bosnia orientale, su un tracciato simile a quello intrapreso da migliaia di persone in fuga da Srebrenica l’11 luglio del ’95. Il resoconto di un partecipante all'edizione di quest'anno
Potočari, Srebrenica. Luoghi della memoria che interrogano l'Europa, obbligando a non distogliere lo sguardo. La visita al Memoriale durante un venerdì di preghiera: la quinta puntata del reportage di Michele Nardelli
Ieri una bomba è esplosa nel piazzale dell'aeroporto di Burgas, città bulgara sulla costa del Mar Nero, colpendo una comitiva di turisti israeliani. Sette i morti, una trentina i feriti. Le prime ipotesi investigative parlano di un attacco suicida. La cronaca del nostro corrispondente
Guardia del corpo di Arafat, poi protagonista della lotta armata armena e infine per 10 anni in un carcere siriano. "Quando sono uscito tutto era cambiato, l'Urss non esisteva più". L'incontro, nel quartiere armeno di Beirut, con Sarop. La seconda puntata del reportage "Dal Caucaso a Beirut"
Nel gennaio di un anno fa il premier turco Erdoğan sfoderava la retorica della fratellanza “turco-siriana” apriva il suo Paese ai profughi siriani che fuggivano dalla repressione violenta di Damasco e si ritagliava un ruolo di mediazione nel conflitto tra opposizione e regime siriano.
Durante il G20 che si tenuto a Mexico City questa settimana, i presidenti di Stati Uniti, Russia e Francia hanno sottoscritto una dichiarazione comune dove si invitano le parti del conflitto in Nagorno Karabakh a prendere al più presto “decisioni importanti necessarie a raggiungere una risoluzione stabile e pacifica del conflitto.” Subito dopo, come riportato dal New York Times , Armenia e Azerbaijan si sono affrettati a incolparsi a vicenda per la situazione di stallo in cui si trovano i negoziati.
I continui attentati in Daghestan lo hanno fatto passare inosservato. I rappresentanti delle due fazioni religiose in lotta, sufiti e salafiti, si sono seduti al tavolo dei negoziati. Per OBC il commento di Irina Gordienko, inviata speciale di "Novaja Gazeta"
E' stato tra i primi studiosi turchi ad affrontare apertamente e senza mezzi termini la questione del genocidio armeno. Superare il tabù del genocidio, secondo Taner Akçam, permetterà alla Turchia di rafforzare il proprio ruolo di potenza regionale
Lo scorso 12 aprile, l'uccisione di cinque persone sulle rive del lago di Smiljkovo, alla periferia di Skopje, ha fatto vacillare la coesione etnica della Macedonia. In carcere per l'accaduto vi sono ora cinque persone, accusate di far parte di un'organizzazione terrorista islamica. Una spiegazione che ha sorpreso il paese, lasciando molte domande ancora senza risposta
Vukovar una città serba. Srebrenica? Mai esistita. Alcune dichiarazioni del neo presidente serbo Tomislav Nikolić fanno traballare seriamente le relazioni regionali. In particolare con la Croazia. Ed è per questo che il presidente croato Josipović non sarà presente all’inaugurazione ufficiale del neo eletto presidente serbo
In Cecenia vi sono giovani che fanno rapidamente carriera e vivono nel benessere. Tessere le lodi di Putin e Kadyrov è una delle condizioni per riuscirci. Ma per tutti gli altri, la vita può essere molto difficile
Il 25mo summit NATO svoltosi a Chicago il 20-21 maggio ha mostrato un'Alleanza impegnata sempre di più in progetti di cosiddetta “smart defense”. Annunciato il completamento della prima fase dello scudo antimissile che coinvolge Turchia, Bulgaria e Romania. Ampio risalto sulla stampa romena
E' in pericolo la stabilità dei Balcani e non solo. E' questo l'allarme lanciato da Mosca a seguito della visita in Kosovo di tre esponenti dell'opposizione siriana. Che si sarebbero recati a Pristina per imparare la guerriglia dagli ex Uçk
Le madri di Srebrenica, una miriade di giornalisti, gli avvocati e l'accusa. Giustizia, dolore e informazione. Parte così il processo contro il generale serbo-bosniaco Ratko Mladić, accusato di genocidio e crimini contro l'umanità, presso il Tribunale penale dell'Aja. Un racconto da chi ha seguito l'intera giornata
L'apertura del processo a carico di Ratko Mladić rappresenta un successo del Tribunale dell'Aja. Il compito di fare i conti con il nostro recente passato non può tuttavia essere demandato ai soli giudici, in assenza di un intervento della politica e della società civile a livello europeo. Un commento
Inizia oggi all’Aja il processo a Ratko Mladić: l’ex capo dell’esercito serbo-bosniaco è chiamato a rispondere di genocidio, crimini contro l’umanità e violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra
Una delegazione del Parlamento europeo si è recata in Armenia per parlare dei nuovi accordi di associazione con l'UE. Ma a Yerevan, il tema numero uno resta sempre il Karabakh. Il racconto di Paolo Bergamaschi, Consigliere per gli Affari esteri del Parlamento europeo
Una delegazione del Parlamento europeo aveva in programma di recarsi da Baku in Nagorno Karabakh senza passare per la Georgia. Ma l'attraversamento di questo confine non riconosciuto si è rivelato per l'ennesima volta impossibile. Le riflessioni di Paolo Bergamaschi, Consigliere per gli Affari esteri del Parlamento europeo, su questo conflitto in cui la diplomazia non riesce a sbloccare lo status quo
Tra l'8 e il 9 maggio 1992, in una delle battaglie determinanti per il corso del conflitto in Nagorno Karabakh, gli armeni conquistarono la città di Shushi/Shusha. A vent'anni di distanza, in una serie di intense fotografie, il ritratto di una città
Sono Paesi i cui tratti in comune non derivano solo dall'aver attraversato sulla stessa sponda la Guerra Fredda. Ed è per questo che "Europa orientale" è una definizione che sta ormai stretta. Un'intervista a Stefano Bottoni, che ha recentemente raccontato l'"altro 900" quello visto e vissuto da Est
Il 21 aprile, quando il Segretario generale ONU Ban Ki-Moon ha annunciato che non si terrà l'attesa conferenza internazionale, sono tramontate le ultime speranze di vedere Cipro diventare presidente di turno dell'UE da paese riunificato. Di certo non una sorpresa, anzi, le speranze di evoluzioni nei negoziati in questo momento sono ridotte al lumicino. Un reportage dall'isola
Direttore del quotidiano “Africa”, Şener Levent è una delle voci più scomode di Cipro nord. Da sempre aperto al dialogo con i greco-ciprioti, sostenitore della prospettiva europea, ha definito senza mezzi termini la presenza militare turca “una forza di occupazione”. Per le sue idee ha subito il carcere e, soltanto l'anno scorso, due tentativi di omicidio. Gli abbiamo chiesto cosa pensa dell'attuale situazione sull'isola