In oltre un decennio al potere il premier turco Recep Tayyp Erdoğan ha effettuato riforme importanti ma, come emerso dalle proteste recentemente esplose ad Istanbul e allargatesi a tutto il paese, non ha sradicato il riflesso autoritario insito nel sistema di governo. La "Turchia dopo Taksim", nell'analisi per OBC di Dimitar Bechev
La Serbia inizierà i negoziati di adesione all'Unione europea nel gennaio 2014: questa la decisione del Consiglio europeo dello scorso 28 giugno. Per Belgrado, dopo l'accordo di normalizzazione dei rapporti col Kosovo, si concretizza la prospettiva europea. E a raccoglierne i frutti, potrebbero essere soprattutto i progressisti di Aleksandar Vučić
Ora è davvero finita: il complesso industriale più grande del Montenegro, la KAP, chiude. Ed evita così di trascinare con sé nel baratro l'intera economia montenegrina. La storia di una cattiva privatizzazione
La Croazia è il ventottesimo membro dell'Unione europea. Un cammino lungo che ha obbligato il paese a grandi riforme per raggiungere l'obiettivo tanto anelato. Seppur molte questioni rimangano irrisolte, ieri è stata una giornata di festa. Da Zagabria, il reportage della nostra inviata
Un voto meno ideologico e più "laico", minori segnali di brogli elettorali, un sicuro vincitore, l'alleanza che ruota intorno al Partito socialista di Edi Rama, l'uscita di scena del "padre-padrone" del Partito democratico Sali Berisha. Queste, secondo Ennio Grassi, i tratti salienti che emergono dalle elezioni politiche tenute in Albania la settimana scorsa. Un commento
Una vittoria netta, riconosciuta da tutti, con un'affluenza alle urne superiore alle politiche precedenti. In Albania da questo voto è emersa una situazione che nessuno si aspettava. Ora la coalizione di centro-sinistra si appresta a governare, mentre Sali Berisha ha annunciato la sua uscita di scena
I primi risultati del pomeriggio di ieri confermano la vittoria della coalizione di centro-sinistra alle politiche. Un'intervista a Edi Rama, probabilmente destinato alla poltrona di primo ministro
Il 1 luglio la Croazia diventa il 28mo membro dell'Ue, dopo un percorso di profonda trasformazione. Per il professor Dejan Jović, consigliere del presidente Ivo Josipović, se l'élite politico economica del paese festeggia, l'opinione pubblica mostra indifferenza e non nasconde qualche timore
Sia i democratici, attualmente al governo che l'opposizione socialista hanno dichiarato vittoria alle elezioni parlamentari che si sono tenute ieri, domenica 23 giugno, in Albania.
Mancano due giorni alle elezioni politiche in Albania. L'esito è ancora del tutto incerto e gli analisti sembrano concordi solo su una cosa: difficile che queste elezioni determinino la svolta che servirebbe al paese. Una rassegna dalla nostra corrispondente
L’entusiasmo di Belgrado per il raggiungimento dell’Accordo di Bruxelles, la cui applicazione dovrebbe servire per ottenere la data di avvio dei negoziati di adesione della Serbia all’UE, forse già il prossimo 28 giugno, si scontra con i malumori e l’opposizione dei serbi del Kosovo.
Da giorni i cittadini bulgari riempiono le piazze in segno di protesta. A scatenare il malcontento la nomina, poi ritirata ieri, del controverso parlamentare e mogul mediatico Delyan Peevski a capo della Agenzia per la Sicurezza Nazionale (DANS). Le radici dello scontento, però, affondano ancora nella sfiducia nell'attuale modello di potere
Lunedì sera dagli studi di ERT, l'emittente radiotelevisiva greca chiusa improvvisamente per decreto del premier conservatore Antonis Samaras lo scorso 11 giugno, sì è alzato un urlo di gioia.
Continua in Turchia la protesta nata sul destino del parco Gezi ad Istanbul, poi sfociata in manifestazioni generalizzate contro il governo di Recep Tayyip Erdoğan, accusato di una visione sempre più autoritaria del potere. E se il governo insiste nella linea della repressione, chi protesta cerca nuove forme per manifestare il proprio dissenso
Mancano pochi giorni alla tornata elettorale per le politiche in Albania. Tra i fattori da tenere in considerazione nelle elezioni del 23 giugno spicca anche l’astensionismo, sospeso tra impossibilità di votare, indifferenza e protesta. Una riflessione
Si incontrano stasera alle 19.30 ora locale il premier greco Antonis Samaras (Nuova democrazia) e i leader dei due junior partner di governo, il leader del PASOK Evangelos Venizelos e quello della Sinistra democratica Fotis Kouvelis. Una riunione da cui dipende il futuro dell'emittente pubblica ERT, ma probabilmente anche dello stesso governo ellenico.
A Belgrado l’edificio che ospitò uno dei primi campi di concentramento nazisti in Europa orientale rischia di essere raso al suolo. Al suo posto sorgerà un centro commerciale. Ma un gruppo di cittadini decide di protestare, impartendo una "lezione di storia" alle autorità
Il 23 giugno gli albanesi sono chiamati alle urne per scegliere il nuovo governo dell'Albania. Un appuntamento importante sia per il percorso europeo che per la stabilità interna del paese. I punti nodali della campagna elettorale dei due maggiori sfidanti, Edi Rama e Sali Berisha. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
I fatti di questi giorni dimostrano una cosa: c'è una certa fragilità in seno all'AKP, partito del premier Recep Tayyip Erdoğan. E il premier conservatore, dopo Gezi Park, probabilmente dovrà mettere da parte il progetto entusiasticamente caldeggiato di introdurre in Turchia un sistema presidenziale
L'attacco omofobo in grande scala avvenuto qualche settimana fa a Tbilisi e sostenuto dal clero locale ha permesso alla chiesa ortodossa georgiana di presentarsi come baluardo contro le aperture dello stato ai "valori occidentali". Una lotta identitaria e politica che inevitabilmente si mescola ai complicati rapporti georgiani con la Russia
Migliaia di persone hanno dimostrato ieri di fronte al Parlamento bosniaco nella più grande manifestazione dall'inizio delle proteste. Damir Imamović, il popolare musicista sarajevese, partecipa al movimento. Nostra intervista
La vittoria alle prossime politiche in Albania, in programma il 23 giugno, rischia di giocarsi su poche migliaia di voti. Non si tralascia quindi nulla, nemmeno i voti di chi, dall'estero, decidesse per l'occasione di tornare in patria a votare
Sono elezioni ritenute da tutti cruciali, in primis dall'Unione europea. Ma in Albania ci si sta avvicinando al voto del prossimo 23 giugno senza grandi cambiamenti (in meglio) rispetto al passato. Una rassegna
Più di tremila persone hanno circondato ieri il Parlamento della capitale bosniaca. Domandano la rapida soluzione della controversia riguardante il numero di identificazione personale, che ha lasciato senza documenti di identità i bambini nati da due mesi a questa parte
Gruppi della sinistra rivoluzionaria, sindacati, Ong, attori, nazionalisti, tifosi, musulmani anti-capitalisti, anarchici. Le manifestazioni dei giorni scorsi in Turchia hanno portato in piazza un caleidoscopio di voci diverse. La nostra corrispondente è andata a piazza Taksim, epicentro della proteste, per fare un ritratto del "popolo di Occupy Gezi"
In Romania si discute di riforme costituzionali. E i rappresentanti in parlamento della comunità ungherese hanno chiesto maggiore autonomia. Il dibattito nel paese
La forza e i limiti delle proteste di piazza. Ed una Turchia che dalla vicenda del Parco Gezi deve imparare a non sperperare le occasioni di democrazia che ha a disposizione. Un commento
Dopo 20 anni alla guida del partito socialdemocratico macedone (SDSM), due mandati da premier e uno da presidente della Repubblica, Branko Crvenkovski ha deciso di lasciare. Il suo tramonto politico era divenuto un peso per il partito, incapace di sostituirlo. Il 2 giugno il congresso SDSM dovrà indicare il suo successore
A poco più di due settimane dalle elezioni anticipate dello scorso 12 maggio la Bulgaria si dota di un nuovo esecutivo, di stampo tecnico-politico, guidato dall'economista ed ex ministro delle Finanze Plamen Oresharski, già indicato in campagna elettorale dai socialisti come futuro premier.
Non è bastata la riunione d'urgenza convocata lunedì scorso dal premier e leader dei conservatori greci Antonis Samaras a sanare la spaccatura nella maggioranza di governo sul progetto di legge per contrastare razzismo e xenofobia.