Una Croazia in ginocchio, colpita dalla crisi economica. Nonostante la gioia per l'ingresso nell'UE è questo il desolante quadro della situazione. Ma diventare 28mo membro dell'Unione potrebbe far cambiare qualche cosa. Un'analisi
Lunedì pomeriggio. Viaggio verso Fiume, attraversando la Slovenia sulla strada che dal confine italiano di Pese arriva alle porte della Croazia, paese per pochi giorni ancora fuori dall'Ue. Un avvicinamento silenzioso, nell'assenza totale di traffico e immersa nel bellissimo paesaggio di questa parte d'Istria, verso la nuova apertura europea.
Il prossimo primo luglio la Croazia entrerà nell'Unione europea. Un momento storico, un passo che allontana dalle tragedie degli anni '90 e porta ottimismo verso il futuro. Abbiamo incontrato e intervistato il presidente croato Ivo Josipović
Il 1 luglio la Croazia diventa il 28mo membro dell'Ue, dopo un percorso di profonda trasformazione. Per il professor Dejan Jović, consigliere del presidente Ivo Josipović, se l'élite politico economica del paese festeggia, l'opinione pubblica mostra indifferenza e non nasconde qualche timore
L’entusiasmo di Belgrado per il raggiungimento dell’Accordo di Bruxelles, la cui applicazione dovrebbe servire per ottenere la data di avvio dei negoziati di adesione della Serbia all’UE, forse già il prossimo 28 giugno, si scontra con i malumori e l’opposizione dei serbi del Kosovo.
La Turchia non è l'Egitto, piazza Taksim non è piazza Tahrir. Questo tipo di parallelismo è una falsa percezione. Tuttavia le percezioni sono importanti, Erdoğan inizia ad essere visto come un sultano dei tempi moderni e farebbe meglio ad affrettarsi a cambiarle piuttosto che ignorarle. Un commento sull'attuale crisi turca
Il noto caso del traffico di organi in Kosovo, la clinica Medicus, le prime condanne e il rapporto Marty. Analisi e domande sul comportamento della missione Eulex
Ciò che è funzionato in Europa centrale e orientale non sembra farlo nei Balcani. Perché? Una recente pubblicazione, dedicata al processo di integrazione europea del sud est Europa, cerca di dare alcune risposte. Ne abbiamo parlato con la curatrice Arolda Elbasani
Con l’intesa raggiunta ieri a Bruxelles tra il premier serbo Ivica Dačić e quello kosovaro Hashim Thaçi, si apre un nuovo capitolo nelle relazioni tra Belgrado e Pristina. La storica svolta potrebbe portare alla Serbia la data di avvio dei negoziati con l’UE già il prossimo 28 giugno
La sicurezza alimentare torna di attualità in Serbia. Dopo lo scandalo del latte contaminato, oggi si discute di Ogm. Il governo si appresta a rivedere la legge che ne proibisce la produzione e il commercio, ma le proteste non mancano
In funzione dal 2011, il centro di accoglienza per migranti della capitale moldava fa parte della politica Ue di “esternalizzare le frontiere”, per respingere i migranti prima che arrivino all’interno dell’Unione. Bernardo Venturi (Obc) ai microfoni di Radio Popolare (20 maggio 2013)
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La complessità istituzionale della Bosnia Erzegovina si riflette sui vari livelli di gestione della cosa pubblica, compreso il delicato tema dell’ambiente. Per poter procedere verso l’Unione europea dovrà però adottare a livello nazionale un corposo insieme di leggi in materia ambientale
Anche la capitale della Moldavia Chișinău ha un proprio centro di accoglienza per migranti, ma al momento è quasi deserto. Lo abbiamo visitato, cercando di capire da vicino la frontiera orientale delle politiche securitarie europee, mirate a respingere i migranti prima che arrivino nell'Unione
Le elezioni di ieri delineano in Bulgaria uno scenario incerto: GERB partito dell'ex premier Boyko Borisov conserva la maggioranza relativa, ma è isolato, i socialisti vogliono un "governo di programma" che però si prospetta fragile. Nel frattempo, le forze emerse dalle proteste di piazza dei mesi scorsi restano fuori dal parlamento. L'analisi del nostro corrispondente
Nuovi attori politici, in Armenia e Georgia, contendono la legittimità internazionale agli avversari di fronte al Partito Popolare Europeo. Il maggiore gruppo politico di Bruxelles, tuttavia, non sembra avere una chiara politica per i paesi ai confini dell'Unione
Polso, unità e convinzione. L'UE non dovrebbe essere ambigua rispetto alla imminente tornata elettorale in Albania. Gli standard democratici vanno rispettati. E' importante per i cittadini albanesi, è importante per l'Europa intera. Un'intervista a Gerald Knaus, direttore dell'ESI
Campagne in Germania, ma anche in Olanda e Austria, contro l'arrivo di lavoratori da Bulgaria e Romania. Dal 2014 i cittadini bulgari e romeni potranno infatti spostarsi liberamente per lavorare nei paesi dell'Unione. Da Sofia, Francesco Martino di Obc ne parla ai microfoni di AMISnet (7 maggio 2013)
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Il think tank ESI non ha dubbi. Le elezioni politiche di giugno in Albania saranno cruciali per la democrazia nel paese e per il suo percorso europeo. E purtroppo non ci sono molti motivi per essere ottimisti. La nostra traduzione del recente paper di ESI
C'è chi la voleva già scomparsa, sommersa dalla crisi che attanaglia molti dei paesi che l'hanno adottata poco più di dieci anni fa. La moneta unica europea, però, nel bene e nel male si è rivelata più longeva di quanto alcuni pronosticassero e, da inizio maggio, ha introdotto una novità: la denominazione in cirillico.
Secondo i primi dati 2013 di Frontex, il 51% dei migranti irregolari che entrano in Europa passano attraverso il fiume Evros tra Turchia e Grecia. Qual è l'atteggiamento politico e dell'opinione pubblica turca rispetto ai migranti? Alberto Tetta (Obc) ai microfoni della trasmissione "Passpartù" di AMISnet (29 aprile 2013)
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Lo scorso 17 aprile i premier di Serbia e Kosovo hanno firmato a Bruxelles un accordo "storico". Un'importante passo verso la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi. Ne parla Matteo Tacconi, collaboratore di Obc, ai microfoni di Radio 24 - L'Altra Europa (20 aprile 2013)
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La vera sfida dell'accordo Pristina-Belgrado della scorsa settimana è ora la sua implementazione. Molte le voci contro il compromesso che si sono alzate in Kosovo e non solo tra la comunità serba. Ma nonostante tutto, sembra esservi la convinzione politica per andare avanti
Un successo della diplomazia europea e l'unica scelta pragmatica che Belgrado e Pristina potevano fare. E ora? Serve dar spazio a relazioni e cooperazioni transfrontaliere, dinamiche, multilivello. Non solo tra Kosovo e Serbia, ma in tutta Europa, per rilanciare un progetto sull'orlo del baratro
Lo scorso venerdì a Bruxelles, è stato firmato dal premier serbo Ivica Dačić e dal collega kosovaro Hashim Thaci uno storico accordo che apre un nuovo capitolo delle relazioni tra Serbia e Kosovo. Viene illustrato da Andrea Rossini (Obc) ai microfoni di Radio Onda d'Urto (22 aprile 2013)
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L'ultima trasmissione del ciclo di speciali di Passaggio a Sud Est, parte del progetto "Racconta l'Europa all'Europa", è dedicata al presente e al futuro del processo di integrazione europea dei Balcani occidentali e della Turchia (19 aprile 2013)
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L'accordo raggiunto venerdì tra Serbia e Kosovo è un passo fondamentale. Per la Serbia, perché cade il principale ostacolo all'integrazione europea, per il Kosovo, che può concentrarsi sulla qualità delle proprie istituzioni e per l'Ue, che segna un importante successo. Il commento di Andrea Lorenzo Capussela
Con la firma lo scorso venerdì dello storico accordo tra Belgrado e Pristina si apre un nuovo capitolo delle relazioni tra Serbia e Kosovo. E la Serbia otterrà la data di avvio dei negoziati con l’Ue il prossimo giugno
Secondo l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, nel periodo tra il 1991 e il 1995 i serbi che lasciarono la Croazia furono almeno300.000 .