Il primo maggio Tirana era deserta. I suoi cittadini hanno infatti passato il giorno di festività sulle colline attorno alla capitale. A protestare solo una decina di sindacalisti, nella piazza centrale della città ed i nostalgici enveristi.
Il settimanale bulgaro "Banker" si pone alcune domande su ingenti crediti concessi nel 2002 da banche bulgare. Garanzie su tali crediti implicano ingenti patrimoni e di conseguenza il pagamento delle relative imposte ...
La Serbia e il Montenegro stanno da tempo cercando di affrontare la questione delle tasse doganali, cercando, sotto pressione dell'UE, di armonizzare i rispettivi sistemi economici da tempo ormai diversificati.
Il mese prossimo Papa Wojtyla si rechera' in Croazia. I risvolti economici e politici di questa terza visita del Pontefice nel cattolicissimo paese in questo articolo del nostro corrispondente da Osjiek, Drago Hedl
Cercando di sapere sulla questione del trafficking in Serbia, abbiamo chiesto a Slobodanka Delic, attivista dalla ONG belgradese ASTRA, un'intervista per l'Osservatorio sui Balcani.
Pop star scoperte con in casa un arsenale, ville fortezza che resistono ai buldozzer, tossici che assaltano le farmacie perché gli spacciatori sono tutti in galera. Un viaggio di 42 giorni nella Serbia in stato di emergenza. Firmato: Zograf.
A Pristina sono scesi in piazza coloro che non hanno un lavoro. Critiche all'UNMIK ed alla sua gestione delle imprese statali. "Tramano per svenderle", accusa il Presidente dell'Unione dei sindacati kossovari.
L'appuntamento è per settembre. Osservatorio sui Balcani sta organizzando la prosecuzione delle iniziative avviate a Sarajevo nell'aprile 2002. Una settimana di eventi da Vienna a Belgrado, lungo il Danubio, cordone ombelicale tra le due Europe.
Una rapida occhiata ai rating dei partiti politici serbi allo scadere dello stato di emergenza, entrato in vigore dopo l'omicidio del premier serbo Zoran Djindjic
I socialdemocratici di Racan (SDP) e i tudjmaniani di Sanader (HDZ) cercano possibili alleanze in vista delle prossime elezioni politiche. La destra nazionalista, in vantaggio nei sondaggi, sembrerebbe più isolata
La proposta discussa in questi giorni in Macedonia della divisione del Paese in due stati su base etnica è stata definita dal Ministero degli esteri albanese "preoccupante" e "reazionaria".
L'ex premier Georgievski rassegna le dimissioni dalla guida del partito VMRO-DPMNE, tuttavia sono in molti a intedere ciò come una mossa strategica per la sopravvivenza nella lotta per il potere.
La Comunità islamica del Kossovo propone l'insegnamento della religione a scuola. Tiepide le reazioni del mondo politico kossovaro e delle élites intellettuali. Intanto le firme raccolte a favore della proposta sono già 100.000.
La stampa greca e macedone lancia l'allarme: in Albania decine di casi accertati di SARS. Le immediate smentite da parte di OMS e governo albanese non sono bastate ad allentare la tensione tra i tre Paesi.
Secondo il ministero degli interni bulgaro dietro a molti attentati in Bulgaria vi sarebbe il clan belgradese di Zemun. Sullo sfondo contrabbando e traffico di droga.
Da un sondaggio condotto di recente e pubblicato sul settimanale "Monitor" si evince che 3 cittadini su 4 si rivolgono a medici privati, benché costino parecchio. Chi non ha soldi? In lista d'attesa nell'obsoleto e burocratico settore pubblico.
E' oramai un cliché del Kossovo il monastero ortodosso protetto dai militari della KFOR. Ma non esistono solo i cristiano ortodossi e "gli altri". Vi sono altre due comunità religiose che dialogano e si confrontano ...
I leader degli ex partiti di governo, ora all'opposizione, rispolverano i concetti cari al nazionalismo e alla divisione etnica, in una Macedonia che, nonostante l'Accordo di Ohrid, resta ancora piuttosto fragile.
Prosegue il nostro dossier sul traffico di esseri umani nei Balcani con un lungo articolo sulla situazione del Montenegro: le carenze legislative, la situazione attuale e la scottante vicenda della ragazza moldava che ha fatto tremare i politici locali.
2500 euro per bambino trafficato. Questa la cifra guadagnata dai criminali che avevano strutturato una rete tra l'Albania e molti paesi dell'Europa occidentale. Passando naturalmente per l'Italia.