Ieri il tribunale distrettuale di Tirana ha assolto i due ex ufficiali della Guardia Repubblicana accusati di aver aperto il fuoco, il 21 gennaio del 2011, su una manifestazione nella capitale albanese causando la morte di tre persone.
Recenti sondaggi di opinione hanno portato alla luce un certo ristagno nel gradimento politico della Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA), partito in grado di raggiungere il 26,89% delle preferenze alle politiche del giugno 2012, arrivando sfiorare una storica vittoria elettorale ai danni della destra di Nuova democrazia.
Ieri sera a Bruxelles, alla presenza dell'Alto rappresentate per la politica estera UE Catherine Ashton, i presidenti di Serbia e Kosovo Tomislav Nikolić ed Atifete Jahjaga si sono stretti la mano e hanno dialogato allo stesso tavolo per circa un'ora.
Col passare del tempo, le questioni legate a guerra e dopoguerra in Kosovo lasciano faticosamente spazio a temi diversi: spinte, dinamiche e fratture rimaste a lungo nel cono d'ombra del conflitto etnico.
Nei giorni scorsi il governo inglese ha preso in seria considerazione la possibilità di lanciare in Romania e Bulgaria una campagna di comunicazione come deterrente all'immigrazione da questi paesi in Gran Bretagna.
Con una scarna dichiarazione al New York Times, lo scorso 10 gennaio, la direzione del fondo d'investimento statunitense “Albright Capital Management” ha reso noto il proprio ritiro dalla gara di privatizzazione della PTK, società di telefonia pubblica kosovara.
Lo scorso mercoledì il pubblico ministero Bllerim Tominaj ha chiesto pene severe per i due ex membri della Guardia repubblicana accusati di aver ucciso, il 21 gennaio 2011, tre persone durante una protesta antigovernativa.
Ingresso principale del Tribunale di Sofia, in fondo alla centralissima zona pedonale del boulevard Vitosha. Nel raggio poche centinaia di metri la sede delle principali istituzioni del paese, tra cui Presidenza e Consiglio dei Ministri. Difficile immaginare un luogo che rappresenti meglio l'autorità di uno stato.
Ai margini estremi del cimitero ortodosso/cattolico di Pristina, una tomba del 1944 porta testimonianza della presenza in città della comunità ebraica, oggi scomparsa. Agosto 2011.