“Per contrapporsi allo Stato Islamico (IS) è importante bloccare il transito dei terroristi e porre ostacoli al loro passaggio. Ecco perché verrà realizzato sul confine [con la Siria] un sistema di sicurezza fisico”. E' stato il vice premier turco Bülent Arınç ad annunciare – lo scorso 22 luglio - la decisione di innalzare nuove barriere “in settori critici” del tormentato confine siriano.
Ancora travagliato e incerto il destino della corte speciale sui presunti crimini commessi da membri dell'UÇK durante e dopo il conflitto armato in Kosovo, messi in luce dal noto “rapporto Marty”. L'istituzione della controversa corte voluta e sponsorizzata dall'Unione europea, deve però ricevere il via libera del parlamento di Pristina.
Sono arrivati nella base militare di Javorov, nella regione di Leopoli i circa 1800 soldati che partecipano dal 20 al 31 luglio alle esercitazioni militari fra le forze armate ucraine e quelle di altri 17 paesi denominate “Rapid Trident".
La TV svizzera ha recentemente trasmetto un servizio di Paolo Tognina dall'isola greca di Lesbos dove ogni giorno sbarcano dagli 800 ai 1000 profughi e il sistema di accoglienza è in tilt.
“Sostenete o meno le leggi anti-costituzionali e non autorizzate imposte dall'Alto rappresentante internazionale in Bosnia (OHR), soprattutto relativamente ai Tribunali e all'Ufficio della procura in Bosnia Erzegovina?” E' questa la domanda a cui saranno chiamati a rispondere, entro settembre prossimo, gli elettori della Repubika Srpska, entità serba in Bosnia-Erzegovina.
E' stato approvato nella notte dal parlamento di Atene, con 229 voti a favore e 64 contrari, il primo pacchetto di riforme che Alexis Tsipras ha concordato a Bruxelles per evitare la "Grexit", l'uscita della Grecia dall'area euro e, potenzialmente, dall'Unione europea.
Per il momento si parla di fase “sperimentale”: poche centinaia di metri di rete e filo spinato. Il primo passo però è compiuto e – di fatto – lunedì 13 luglio l'Ungheria ha cominciato a costruire l'annunciata barriera “anti-migranti” sul confine con la Serbia.
Lo aveva previsto l'organizzatore Dušan Mašić, che la mancata autorizzazione avrebbe potuto pregiudicare la manifestazione #sedamhiljada prevista per l'11 luglio davanti al Parlamento di Belgrado. Così è stato, ma gli attivisti non hanno rinunciato a far sentire la propria voce scrive Marija Ristic per BIRN .
L'accordo tra maggioranza ed opposizione è naufragato e “non ci saranno elezioni anticipate il prossimo aprile 2016”. L'annuncio, fatto ieri dal leader dell'opposizione socialdemocratica Zoran Zaev, riapre la profonda crisi politica ed istituzionale che scuote la Macedonia dopo lo scandalo intercettazionie la drammatica operazione di polizia di Kumanovo.