In Serbia si sta valutando la possibilità di creare un ministero che dovrà occuparsi della protezione ambientale. Si tratta di un segnale importante della crescita di sensibilità verso i problemi dell'ambiente.
I cittadini di Serbia e Montenegro non possiedono le risorse economiche sufficienti per potersi permettere di trascorrere le vacanze nei loro paesi, che dunque si ritrovano ad accogliere in prevalenza turisti provenienti dall'Europa Occidentale, dagli Stati Uniti e, in qualche caso, dalle regioni più vicine dell'Asia. E' quanto emerge dai due recenti approfondimenti condotti dall'Osservatorio sui Balcani che spiega come i costi per i trasporti ed il soggiorno non siano accessibili per la quasi totalità delle famiglie di Serbia e Montenegro. Le due regioni balcaniche attirano però, e in numero sempre crescente, i visitatori occidentali richiamati dalle straordinarie bellezze naturali: se l'instabilità politica di Serbia e Montenegro ancora oggi rappresenta in qualche caso un deterrente per i turisti europei e statunitensi, è presumibile che con il normalizzarsi della situazione interna il flusso di visitatori subisca incrementi anche consistenti ed apra interessanti prospettive di crescita. I cittadini serbi e montenegrini dovranno invece attendere che si sblocchi la negativa congiuntura economica, e dunque diversi anni, prima di potersi permettere le vacanze sulle superbe montagne e le splendide coste di casa loro. Intanto la Croce Rossa di Belgrado ha organizzato nello scorso mese di agosto una breve vacanza al mare per i bambini più poveri.
Quando si tratta dell'uranio impoverito e delle conseguenze dei bombardamenti della NATO con munizioni radioattive è necessario informare bene i cittadini sulle conseguenze possibili, però si deve anche stare attenti ad evitare di diffondere false informazioni esagerando con i dati. Questo ha dichiarato l'associazione jugoslava dei chimici e tecnologi che ha organizzato ieri (21 giugno) un seminario di formazione.
L'uranio dalla munizione brucia anche fino al 70%, passando in aerosol e particelle molto piccole che si trasmettono facilmente attraverso l'aria. Se l'uranio entra nella terra , finché non viene rimosso, provoca contaminazione . Nonostante le informazioni diverse e non sufficienti delle Nazioni Unite e della NATO che sono state un tentativo di negare e minimizzare il pericolo, Radojko Pavlovic, dell'Istituto delle scienze nucleari di Vinca, ha detto che secondo i concetti moderni di protezione, non esiste una quantità di radiazione non pericolosa. E' stato detto che non si deve abbandonare l'idea del risanamento totale dei luoghi contaminati. Slobodan Petkovic, generale del Ministero Federale di difesa, ha ricordato che, secondo tutte le analisi fatte fino ad adesso, non sono state trovate munizioni radioattive a nord di Vranje. Inoltre ha detto che anche l'Istituto di Vinca era una dei bersagli potenziali, ciò ha aumentato il pericolo di radiazione, però sono state prese tutte le misure di precauzione per diminuire il pericolo. E' necessaria la costruzione di un deposito permanente per il rifiuto radioattivo che da noi ancora non esiste. Per un controllo migliore della salute dei cittadini è necessario tenere sotto controllo la loro salute. Una delle conclusioni di ieri è che la contaminazione con l'uranio impoverito è un nostro problema e per risolverlo efficacemente abbiamo bisogno di attrezzatura moderna e di un laboratorio moderno.
In occasione del World Environment Day, il governo croato ha firmato unaccordo per l'istituzione di un parco nella foresta Velebit.
L'area si estende per 200,000 ettari e ospita foreste ancestraliminacciate da incendi, inquinamento dell'aria, e, potenzialmente, dal turismo di massa nonchè dalla costruzione di strade. Le antiche foreste di Velebit sono essenziali per assicurare abbondanti risorse di acqua.
Inoltre ospitano lupi, linci e orsi bruni. Si possono trovare oltre2,700 specie di piante,gran parte delle quali endemiche (cioè esistenti solo in quel luogo).Il WWF chiede a tutti i paesi mediterranei di seguire l'esempio della Croazia. Oggi rimane solo il 17% delle originarie foreste mediterranee.L'accordo prevede anche l'istituzione di un altra area di foresta entro 5 anni.Il WWF mira a sviluppare un progetto per lo sviluppo sostenibile dell'area, in modo che le popolazioni locali ne traggano benefici economici. (fabiocchi@infinito.it)