Giovedì 21 luglio il parlamento albanese voterà le modifiche costituzionali riguardanti la riforma della giustizia volte a frenare la dilagante corruzione. In gioco non vi è solo l'avvio dei negoziati di adesione all'Ue, ma anche il futuro del paese.
Oggi nelle strade di Prijedor, ma anche in altre città del paese, si commemora la Giornata delle fasce bianche. In memoria delle migliaia di civili non-serbi deportati e uccisi nei primi mesi di guerra dopo che vennero obbligati, a partire dal 31 maggio del 1992, a portare una fascia bianca al braccio.
Domenica 29 maggio, in occasione dell'anniversario dell'uccisione di tre volontari di Brescia e Cremona avvenuta in Bosnia centrale nel 1993, l'Associazione per l'Ambasciata della democrazia locale a Zavidovići onlus (ADL Zavidovići) organizza un evento pubblico dal titolo "Le attualità di un eccidio. Le ragioni per continuare l'impegno di solidarietà".
Oltre 100 organizzazioni, singoli giornalisti e attivisti per i diritti umani hanno firmato una petizione che richiede l'immediata liberazione di Florence Hartmann, arrestata dagli agenti del Tribunale Penale per l'ex Jugoslavia (TPJ) giovedì scorso all'Aja.
La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Azerbaijan per trattamenti inumani e degradanti e mancanza di indagini effettive nel caso di Hilal Mammadov (no. 81553/12), giornalista maltrattato dalla polizia durante la detenzione in attesa di giudizio.
Fahrudin Radončić, ex ministro della Sicurezza della Bosnia Erzegovina e attuale presidente dell'Unione per un Futuro Migliore (SBB), è stato arrestato lunedì a Sarajevo.
“E' importante che giustizia venga fatta. E' per questo che siamo lieti di poter dare alla Corte [Speciale] una sede”. E' con queste parole che il ministro degli Esteri olandese, Bert Koenders, ha confermato venerdì scorso che la Corte Speciale su presunti crimini di esponenti dell'UÇK (Esercito di Liberazione del Kosovo) sarà ospitata all'Aja.
Il tribunale di Dortmund ha deciso nella serata di ieri di estradare in Italia Hanefija Prijić (Paraga) , il cittadino bosniaco considerato responsabile dell'uccisione di tre pacifisti italiani avvenuta il 29 maggio 1993 a Gornji Vakuf.
Questa mattina intorno alle 8.30 è stato arrestato presso l'aeroporto internazionale di Dortmund Hanefija Prijić (Paraga), cittadino bosniaco di 52 anni.
Ancora travagliato e incerto il destino della corte speciale sui presunti crimini commessi da membri dell'UÇK durante e dopo il conflitto armato in Kosovo, messi in luce dal noto “rapporto Marty”. L'istituzione della controversa corte voluta e sponsorizzata dall'Unione europea, deve però ricevere il via libera del parlamento di Pristina.
“Sostenete o meno le leggi anti-costituzionali e non autorizzate imposte dall'Alto rappresentante internazionale in Bosnia (OHR), soprattutto relativamente ai Tribunali e all'Ufficio della procura in Bosnia Erzegovina?” E' questa la domanda a cui saranno chiamati a rispondere, entro settembre prossimo, gli elettori della Repubika Srpska, entità serba in Bosnia-Erzegovina.
Lo ha stabilito ieri l'Ufficio Federale per la Giustizia elvetico, accogliendo la richiesta della Procura della Bosnia Erzegovina secondo cui l'accusato deve essere estradato nel paese dove i crimini a lui ascritti sono stati commessi. Orić dovrebbe rientrare a Sarajevo nella giornata di oggi con un volo charter proveniente da Ginevra. Sarà affidato alla giustizia bosniaca che verosimilmente lo rimetterà subito in libertà, ritenendo definitivo nei suoi confronti il giudizio di seconda istanza del Tribunale dell'Aja per l'ex Jugoslavia del 2008.
Soddisfazione è stata espressa dall'SDA di Bakir Izetbegović e da una parte delle istituzioni e dei media della Bosnia Erzegovina. Il quotidiano più diffuso del paese, Dnevni Avaz, titola questa mattina: “L'eroe Orić torna in Bosnia”. Dure critiche nei confronti della Procura di Stato invece da parte del presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, che ha annunciato un referendum contro le istituzioni giudiziarie del paese, ritenute discriminatorie nei confronti dei serbo bosniaci.
Il sindaco di Srebrenica, e presidente del comitato organizzativo dell'11 luglio, Ćamil Duraković, dopo aver ricevuto la notizia del rilascio di Orić ha dichiarato che le commemorazioni del ventennale si svolgeranno come previsto.
ll 25 maggio del 1995 una granata colpisce il centro di Tuzla e uccide 71 ragazzi, ferendone 240. Si erano incontrati per stare insieme, in un giorno qualsiasi, pur in mezzo alla guerra. I familiari decisero di seppellirli insieme, per mantenere vivo il ricordo dell'amicizia che legava i ragazzi nonostante le divisioni etniche a loro imposte
Non saranno discusse domani a Pristina, come precedentemente annunciato, le proposte di modifica costituzionale che dovrebbero dare luce verde alla creazione del Tribunale speciale sui presunti crimini dell'UÇK.
Ieri 5 maggio il PEN American Center di New York ha consegnato i premi 2015. Tra questi il premio "Barbara Goldsmith per la libertà di espressione" conferito alla giornalista investigativa azera Khadija Ismayilova. La giornalista non ha potuto ritirare il premio perché da dicembre è in carcere.
Dal pomeriggio di ieri manifestazioni e scontri nella capitale macedone Skopje a seguito di nuove rivelazioni del capo dell'opposizione. Le manifestazioni sono partite infatti a seguito della ventinovesima conferenza stampa del leader dell'opposizione Zoran Zaev, nel contesto dello scandalo intercettazioni telefoniche, durante la quale sono state rivelate informazioni relative all'omicidio di un giovane macedone, Martin Neškovski, nel 2011.
Mercoledì scorso la Serbia ha arrestato otto ex poliziotti serbo bosniaci accusati di essere coinvolti nelle uccisioni di massa avvenute a Srebrenica nel luglio 1995, dopo la caduta dell'enclave.
Il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja per la ex Jugoslavia ha in larga parte confermato in seconda istanza le sentenze emesse il 10 giugno 2010 nel caso “Srebrenica” (IT-05-88) contro Popović e altri 4 funzionari dell'esercito della Republika Srpska (RS).
Edvin Ćudić, coordinatore dell'Associazione per la Ricerca e Comunicazione Sociale (Udruženje za društvena istraživanja i komunikacije, UDIK), ha organizzato una (quasi) solitaria manifestazione sabato scorso di fronte alla cattedrale di Sarajevo.
Marija Savić e Di Saržinski, cittadina serba la prima e cittadina croata la seconda. Vivono a Sarajevo ma hanno deciso di richiedere in Croazia l'unione civile, grazie alla nuova legge da poco entrata in vigore
Il 9 giugno il tribunale di Mosca ha condannato cinque persone per l'assassinio di Anna Politkovskaya avvenuto il 7 ottobre 2006. La sentenza del tribunale si è basata sul verdetto della giuria, che il 22 maggio scorso ha dichiarato colpevoli tutti i cinque sospetti.
La missione OSCE in Bosnia Erzegovina ha pubblicato nei giorni scorsi la BiH War Crimes Case Map , uno strumento interattivo che permette di valutare in maniera semplice lo stato dei processi per crimini di guerra nel paese.
Pene molto più pesanti per i pedofili condannati in prima istanza, ed introduzione della castrazione chimica per i recidivi. Su proposta del governo conservatore del premier Nikola Gruevski, il parlamento di Skopje ha approvato nelle settimane scorse nuove drastiche misure nella lotta contro i reati sessuali nei confronti dei minori.
Messo in stato di fermo per 48 ore Ukë Rugova, figlio del primo presidente del Kosovo e "padre della Patria" Ibrahim Rugova, oggi membro del parlamento kosovaro.
Questa mattina alle 9, nell'aula 1 del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia (TPI), Radovan Karadžić e Ratko Mladić sono apparsi di nuovo in pubblico insieme.
Le agenzie belgradesi stanno rilanciando la notizia della morte di Srđa Popović, celebre avvocato e storico punto di riferimento per chi in Serbia si batte per la difesa dei diritti umani.
Da alcuni giorni gli esperti dell'Istituto bosniaco per gli scomparsi stanno lavorando al recupero di resti umani sepolti in quella che potrebbe diventare la più grande fossa comune mai scoperta in Bosnia Erzegovina dalla fine della guerra.
Il primo ottobre scorso il giudice statunitense Theodor Meron e il maltese Carmel Agius sono stati rieletti rispettivamente presidente e vice-presidente del Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY).
La data prevista per la sentenza nel processo al politico serbo Vojislav Šešelj è stata cancellata. Lo ha stabilito il presidente del collegio giudicante, Jean-Claude Antonetti.
La Corte suprema olandese ha stabilito questa mattina che i Paesi Bassi sono responsabili per la morte di tre cittadini bosniaco musulmani avvenuta a Srebrenica nel 1995.