Lo scorso 6 aprile a Bruxelles si è tenuto un incontro con il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, il primo ministro dell'Armenia Nikol Pashinyan e il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev. Tra i vari punti toccati anche l'avvio dei lavori per arrivare ad un accordo di pace
A trent'anni dall'inizio dell'assedio, alla trasmissione Vaso di Pandora, il fotoreporter Mario Boccia e Nicole Corritore di OBCT in diretta da Sarajevo. La memoria del conflitto, la resistenza civile di allora e la situazione oggi (8 aprile 2022)
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A distanza di oltre tre decenni dallo scoppio delle guerre jugoslave, continuiamo a chiederci come si possa costruire una società pacifica. Cosa fanno oggi le principali organizzazioni pacifiste croate? Quali sono le loro priorità? Come il ricambio generazionale incide sulle loro attività?
Dayton, Bruxelles, Tuzla. Tre luoghi da cui parte l'analisi di Roberto Belloni sul dopoguerra nell'ex Jugoslavia e sulla presenza, spesso fallimentare, della comunità internazionale. Una recensione
Era un insegnante di geografia, a Mosca. Ma nel parlare della guerra in Ucraina ai suoi ragazzi non ha seguito le linee guida dettate dal Cremlino. E' stato licenziato ed ha lasciato il paese. La storia di Kamran Manafly
Riusciranno i negoziati in corso tra Ucraina e Russia a portare al termine delle ostilità? Quali le richieste e posizioni espresse da Kiev e Mosca? Un commento
Un'intensa conversazione sulla tragedia in atto in Ucraina tra Michele Nardelli, tra i fondatori di OBC Transeuropa e Francesco Prezzi, insegnante e storico venuto a mancare negli scorsi giorni
La Federazione europea della stampa ha dialogato con Nadezhda Azhgikhina, direttrice del Centro PEN di Mosca, già vicepresidente della Federazione europea dei giornalisti dal 2013 al 2019, sul ruolo dei media nel conflitto in corso in Ucraina
Contro la guerra in corso in Ucraina, attivisti e attiviste in Bosnia Erzegovina e Serbia, scendono in piazza. A Sarajevo oggi, 25 febbraio, a Belgrado domani. Chiedono si fermi il conflitto e alzano la voce in solidarietà con le persone che in Ucraina, come in Russia, vogliono la pace
Mentre il regime del presidente russo Putin aggredisce l'Ucraina c'è chi in Russia prova ad alzare a fatica la voce del dissenso e del rifiuto della guerra
Dmitrij Muratov, direttore di Novaja Gazeta, testata per la quale scriveva Anna Politkovskaya uccisa nel 2006, ha annunciato con un video che domani il suo giornale uscirà sia in russo sia in ucraino. "L'Ucraina non è nostra nemica e non lo è nemmeno la loro lingua. Mai lo sarà", ha dichiarato. Accanto a lui si stanno aggiungendo altre voci russe contro l'azione militare di Putin.
Il 26 febbraio sono previsti presìdi per la pace in varie città d'Italia per manifestare contro l'escalation militare in Ucraina. Peacelink invita la società civile a preparare nel proprio comune un presidio di pace e creare un comitato promotore. Già organizzati i presìdi di sabato prossimo a Siracusa, Taranto, Roma, Genova, Torino, Firenze, Bologna e Prato
"L’Italia parli la lingua della pace. l’Unione Europea abbia una sola voce". Il Movimento nonviolento si appella al governo italiano affinché si impegni nella ricerca di soluzioni della crisi in corso in Ucraina, con la diplomazia, il dialogo e la politica
"Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!". Alla petizione lanciata dalla Tavola per la Pace, affinché sulla crisi in Ucraina l'Unione europea si impegni nel rilancio del dialogo e della cooperazione, nella ricerca di soluzioni pacifiche alla crisi, stanno seguendo manifestazioni in diverse città d'Italia. Mercoledì 16 febbraio è la volta del Trentino
Si intensificano le azioni della Francia nei paesi del partenariato orientale. Parigi - anche in vista delle presidenziali di primavera - sta cercando di imprimere il proprio solco essendo anche presidente di turno dell’UE e co-presidente del Gruppo di Minsk
Nel mezzo dello scontro tra Russia, Nato e Usa rimane l’Ucraina, anche se nel gioco delle grandi potenze tra speculazioni e propaganda, nessuno sembra ormai accorgersene. Un'analisi
La normalizzazione dei rapporti sembra di nuovo un punto importante dell’agenda di Armenia e Turchia. Dopo quasi un trentennio senza alcun dialogo e coi confini chiusi, l’inaugurazione della tratta aerea Istanbul-Yerevan e le dichiarazioni dei governi pongono basi inedite per questo tentativo ambizioso
Ospite della trasmissione “Nedjeljom u 2” [Di domenica alle 2] sulla Radiotelevisione croata (HRT), Aleksandar Trifunović, caporedattore del portale Buka di Banja Luka, ha commentato l’attuale crisi istituzionale in Bosnia Erzegovina. Riportiamo alcuni stralci dell'intervista
I leader politici dei tre principali gruppi etnici in Bosnia Erzegovina costruiscono le loro narrazioni politiche quotidiane alcuni intorno a rivendicazioni autonomiste e altri intorno a aspirazioni centralizzanti. Difficile prevedere come finirà questo nuovo episodio della saga sulla richiesta di indipendenza della Republika Srpska
La Bosnia Erzegovina, quella umana, civile, solidale, non nazionalista piange la perdita di un uomo di pace. Fra’ Stjepan Duvnjak, come è sempre stato per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di averlo conosciuto, ci ha lasciati il 13 dicembre
Il 15 dicembre si è svolto a Bruxelles l'Incontro ministeriale del Partenariato orientale, a cui hanno partecipato Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia e Ucraina. L'UE rilancia con un nuovo obiettivo di cooperazione e un investimento di 2.3 miliardi di euro. A latere vi è stato anche un incontro trilaterale Pashinyan-Aliyev-Michel
E' ormai evidente che una riforma della costituzione in Bosnia Erzegovina sia tanto necessaria quanto difficile. Una possibile soluzione potrebbe arrivare dal costituzionalismo partecipativo
Attivismo civico, partecipazione, guerre jugoslave e confronto col passato. Lo spunto per discuterne nasce dall'ormai noto murales dedicato a Ratko Mladić dipinto su un muro di Belgrado
Uno sguardo limpido sul presente e su un futuro della Bosnia Erzegovina che rischia di essere tragico. Ma Valery Perry, ricercatrice che vive dalla fine degli anni ’90 a Sarajevo, non perde la fiducia nella forza della cittadinanza e nelle potenzialità dell’Ue. Un’intervista
E' un grido di allarme quello lanciato da Svetlana Broz, direttrice dell'associazione Gariwo di Sarajevo. I territori dei Balcani occidentali vengono lasciati in mano a politici criminali, con una comunità internazionale troppo attendista. Una flebile speranza resta nei giovani, se ancora non se ne sono andati all'estero
Costruttore di pace e attivista convinto, Georgi Vanyan è morto a soli 58 anni il 15 ottobre scorso. Di lui si ricorda soprattutto l'enorme sforzo per portare al dialogo azerbaijani e armeni
"Di dove sei? Sono nata a Sarajevo. Come ti chiami? Fioraia". Mario Boccia, fotografo e giornalista, considera queste due risposte ricevute da una sarajevese nel febbraio 1992, una lezione di vita. Da quell'incontro è nato il libro "La fioraia di Sarajevo", con suoi testi e illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini. Lo abbiamo intervistato
"Oggi, mentre preme sempre di più l’urgenza di un dialogo con l’Islam, come europei e come cittadini del mondo dovremmo renderci conto di aver sprecato questa città, Mostar era ed è un’occasione per capire che l’Islam è parte della cultura europea"
A Cipro la natura ha ormai ripreso possesso di Varosha, stazione balneare abbandonata dopo l'invasione turca del 1974. Il Famagusta Ecocity Project punta a ridarle vita creando il primo "ecovillaggio modello d'Europa". L'iniziativa si scontra però con lo stallo dei negoziati per la riunificazione dell'isola