E' una delle questioni più discusse in BiH negli ultimi mesi. La Comunità Internazionale ha cercato di stimolare una soluzione nata dai soggetti politici bosniaci. Ma come è spesso accaduto l'ultimo passo è arrivato solo grazie ad un'imposizione dall'alto. Ha collaborato Davide Sighele
Il quotidiano kossovaro in lingua albanese Bota Sot ha intervistato nei giorni scorsi Claudio Taffuri, a capo di un ufficio di rappresentanza che il Governo italiano ha aperto a Pristina. Ne riportiamo la traduzione.
Il 17 aprile il parlamento federale jugoslavo ha approvato una nuova legge di cooperazione con il TPI. Le autorità jugoslave, lo stesso giorno, hanno concesso agli indiziati tre giorni per consegnarsi alla giustizia. Fino ad ora con scarsi risultati.
L'autonomia regionale della Vojvodina rimane una questione aperta. La legge sull'autonomia delle province non è ancora stata implementata e necessita di una sua interpretazione. Recentemente il presidente dei Riformisti della Vojvodina, Miodrag Isakov, ha dichiarato che per il momento nessuna autorità è stata trasferita alla provincia. Nell'intervista che segue il presidente del "Centro per il Regionalismo" di Novi Sad, intervistato da Ada sostaric, fornisce alcune riflessioni interessanti sulla legge che consentirebbe una maggiore "de-concentrazione" del potere e sulla legge che garantirebbe l'autonomia del governo locale.
L'Osservatorio sui Balcani ha intervistato per telefono Kada Hotic, vice-presidente dell'associazione "Movimento delle madri di Srebrenica e Zepa" che riunisce alcune famiglie e parenti delle vittime del genocidio di Srebrenica.
Lo si afferma in un rapporto recentemente pubblicato dall'ICG. Solo nel distretto di Brcko la situazione sarebbe milgiore e quindi dovrebbe divenire il modello da seguire, afferma Michael Doyle, analista politico e redattore ICG.
Anche i giovani che pur avendo superato i 27 anni non hanno ancora prestato il servizio militare avranno diritto a ricevere il passaporto. Lo ha deciso il Governo federale.
Più di 2000 firme raccolte e manifestazioni in molte città della Bosnia Erzegovina. Perché anche in Bosnia i giovani possano scegliere tra servizio militare e servizio civile.
I ministri macedoni a Bruxelles per presentare un programma per l'integrazione del paese nella NATO. Non semplice. "Non capiamo perché volete entrare nella NATO e poi non fate nulla per sostenerne l'immagine nel paese" rispondono dal Consiglio Atlantico.
Sembra non placarsi la crisi politica in Albania. Il Partito Socialista, attualmente al governo, si divide ancora. Questa volta in merito alla rimozione del procuratore generale di Tirana Arben Rakipi. A favore il gruppo di Meta, contro quello di Nano.
L'agenzia di stampa Beta ha reso noto il contenuto di una lettera che due rappresentanti del Congresso americano hanno inviato lo scorso febbraio a Kostunica e Djindjic. Vi si pongono le condizioni per un aiuto futuro.
Continua il braccio di ferro tra la coalizione dei serbi di Kossovo Povrtak e l'UNMIK. "Per entrare nel governo vogliamo un ministero sul ritorno". Ma secondo l'amministrazione internazionale il numero dei ministeri non varierà.
Drazen Budisa ritorna alla guida dell'HSLS e subito mette in dubbio il governo. In Croazia si cammina sul sottile equilibrio tra compromesso possibile ed elezioni anticipate.
Giovedì scorso è stato arrestato assieme ad un diplomatico statunitense il vicepremier Momcilo Perisic, ex generale dell'esercito jugoslavo. Con l'accusa di spionaggio. Autori dell'arresto i servizi segreti dell'esercito.
Nell'ottica di una riforma delle forze armate in Bosnia Erzegovina l'OSCE ha richiesto alla Republika Srpska di ridurre le proprie spese militari. Previsti gruppi di studio per risolvere i problemi sociali legati al ridimensionamento delle forze armate.
Raggiunto un accordo che regola le nuove relazioni tra Serbia e Montenegro. Il presidenti Kostunica e Djukanovic si dichiarano soddisfatti. Secondo Solana un passo avanti verso la stabilità nei Balcani.
In una Serbia ancora scombussolata dal processo a Milosevic e dove si discute sui tentativi di arresto dei serbo-bosniaci Karadzic e Mladic si continua a lavorare sul disegno di legge per la collaborazione con il TPI.
Riportiamo le prime reazioni a caldo in Serbia sulla firma di ieri degli accordi che pongono fine alla Federazione Jugoslava. Una soluzione "ambigua" per i più, altri si mostrano timidamente ottimisti anche se non manca chi si scaglia contro gli accordi.
Pubblichiamo una traduzione dell'intervista che il settimanale di Sarajevo DANI ha fatto ad Alija Izetbegovic.
Di Senad Pecanin (DANI, Sarajevo 1 marzo 2002) Traduzione a cura di Nicole Corritore
Lo afferma il ministro degli esteri federale Goran Svilanovic: l'estradizione degli indiziati è l'unico paramentro sul quale si valuta la nostra volontà di collaborare con il Tribunale Internazionale, dobbiamo superare eventuali resistenze in questa direzione.
Il sindaco albanese di Presevo ed il premier Djindjic si incontrano e si dichiarano soddisfatti. Intanto oltre il "confine", in Kossovo, continuano le trattative per la partecipazione dei serbi al nuovo governo.
In Macedonia si festeggia l'8 marzo. E' l'occasione per ribadire che molte sono le donne contro la guerra, e per questo scendono in piazza. Intanto a Skopje si reclama più spazio per le donne in politica.
Per protestare contro un nuovo progetto di legge scendono in piazza veterani ed invalidi di guerra. Siamo sopravvissuti a Karadzic e ora è il nostro governo che rischia di ucciderci, affermano i più radicali.
Mercoledì sera a cena dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale. Lunedì il voto nell'Assemblea del Kossovo. I maggiori leader albanesi si mettono infine d'accordo per uscire dall'impasse politica che perdurava dalle elezioni di novembre.
In Republika Srpska si afferma che le riforme costituzionali non possono basarsi sul censimento del 1991. Sarebbe invece un buon punto di partenza, ribatte l'Alto Rappresentante. E dalla Croazia arrivano inviti ad eliminare i risutati della pulizia etnica
Il governo guidato da Pandeli Majko ottiene la fiducia in parlamento. Sarà sufficiente questo cambio ai vertici per portare il paese fuori dalla lunga crisi politica?