Le elezioni politiche in Serbia si sono tenute lo scorso 21 giugno, da allora non è ancora stato formato il nuovo governo che dovrebbe essere guidato, come indicato dal presidente Vučić, dalla stessa premier uscente Ana Brnabić.
Il 5 ottobre 2000 cadeva il regime di Slobodan Milošević. Fu un evento di portata storica che segnò la fine di un periodo buio per la Serbia e l'apertura a speranze di una nuova stagione.
Goran Paskaljević fin dal suo esordio negli anni '70 è stato una delle colonne portanti del cinema jugoslavo, riconosciuto a livello internazionale e pluripremiato. È morto venerdì scorso. Osteggiato in Serbia per le sue posizioni contro Milošević e i governi successivi, è stato molto amato dal pubblico di tutti i Balcani.
Due giorni prima dell'inizio delle esercitazioni militari annuali con Russia e Bielorussia, soprannominate "Fratellanza slava" - e già iniziate il 10 settembre in Bielorussia - la Serbia ha annunciato di aver congelato le sue attività militari per sei mesi, con "tutti i partner".
Miodrag Živković, uno dei più importanti autori di memoriali sul territorio della ex Jugoslavia, è morto a Belgrado lo scorso 31 luglio all’età di 93 anni. Nato a Leskovac, Serbia centrale, nel 1945 si trasferì adolescente a Belgrado dove, finiti gli studi, dalla metà degli anni ‘50 cominciò a partecipare ad una serie di importanti progetti per la realizzazione di memoriali dedicati alla Resistenza e alla lotta partigiana.
350 medici si sono uniti in un gruppo informale denominato “Uniti contro il Covid” e ha inviato una lettera aperta al governo serbo, prendendo fermamente le distanze dall’operato del Comitato di crisi per la lotta al Covid 19 e chiedendo inoltre che venga sostituito perché ormai "la Serbia si trova in una situazione palesemente catastrofica" dal punto di vista sanitario, con la responsabilità che ricade in buona parte sul governo.
L'incontro di martedì 7 luglio all'Eliseo tra il Presidente francese Macron e il primo ministro kosovaro Hoti era stato presentato come una "preparazione del terreno" prima del rilancio del dialogo tra Kosovo e Serbia sotto l'egida dell'Unione europea ma era guardatocon un certo scetticismo in Kosovo. Scetticismo che rimane. A Pristina ci si chiede infatti se l'Ue sarà effettivamente in grado di "riprendere il controllo" del dialogo. Inoltre in Kosovo la Francia è vista come il paese che ha le maggiori responsabilità nel bloccare la liberalizzazione dei visti Ue per il Kosovo.
Migliaia di cittadini si sono radunati ieri spontaneamente per denunciare l'irresponsabile gestione dell'epidemia Covid-19 da parte delle autorità. La polizia ha replicato in modo violento, facendo molti feriti. Belgrado ha vissuto ieri una serata di sommossa. Nuovi raduni sono previsti oggi.
L'inviato Ue per il dialogo Serbia-Kosovo Miroslav Lajčák si è recato ieri a Belgrado, all'indomani delle elezioni, dove non ha mancato di congratularsi con Aleksandar Vučić per la schiacciante vittoria.
Dopo il caso del centro geriatrico di Niš, dove decine di anziani sono risultati positivi al COVID19 – secondo la magistratura serba per responsabilità dirette del direttore - il virologo Predrag Kon, a capo della task-force di Belgrado sul coronavirus, ieri ha annunciato e poi ritirato le proprie dimissioni.
Lunedì 30 marzo le istituzioni europee hanno annunciato che stanzieranno quasi €40 milioni di euro per aiutare i Balcani Occidentali a gestire l’emergenza coronavirus.
Sono settimane molto difficili, in Italia purtroppo drammatiche, segnate a livello mondiale dalla crisi sanitaria provocata dall'epidemia di coronavirus.
Non è stato ancora confermato ufficialmente ma – secondo fonti a Bruxelles di Radio Free Europe - Miroslav Lajčák, attuale ministro degli Esteri della Slovacchia, sarebbe stato nominato emissario speciale Ue per il dialogo tra Kosovo e Serbia.
Sarà la volta buona? Dopo la proposta della Commissione UE di rivedere le procedure sull'allargamento e le parziali aperture della Francia, che lo scorso ottobre aveva bloccato l'apertura dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord, l'UE e i paesi dei Balcani occidentali provano a reintrecciare i fili del dialogo.
Il consueto festival musicale Exit che si tiene ogni anno a luglio nell’incantevole fortezza di Petrovradin a Novi Sad, in Serbia, quest’anno ha fatto registrare il record di incassi e di indotto.
Il Dipartimento di Stato Usa ha nominato il diplomatico Matthew Palmer Rappresentante speciale per i Balcani Occidentali. “Nelle sue funzioni Palmer condurrà i nostri sforzi per rafforzare l'azione diplomatica americana in favore della pace, della stabilità e della prosperità nella regione e si concentrerà sull'integrazione dei paesi dei Balcani occidentali nelle istituzioni occidentali”, si precisa nel comunicato stampa seguito alla sua nomina. Matthew Palmer, che comunque rimane vice-Segretario di stato aggiunto per l'Europa e l'Eurasia, è già sul campo e sino al 10 settembre parteciperà a incontri e riunioni a Bruxelles, Vienna e Podgorica.
È una scoperta storica: una venere di 6000 anni fa è stata appena trovata nel sito archeologico di Vitkovo, un piccolo villaggio vicino ad Aleksandrovac, in Serbia. È alta 30 centimetri e ciò la rende la più grande statuina antropomorfa di questo tipo finora nota.
Alla fine degli anni Cinquanta Belgrado cresceva a vista d’occhio. Migliaia di persone da tutta la federazione jugoslava si trasferivano nella capitale anno dopo anno. Tra di loro c’era Sergio Turconi. Nato a Milano nel 1926, come molti altri giovani era partito per la nuova Jugoslavia socialista dopo la guerra, con l’idea di partecipare alla “costruzione dal socialismo” nel paese vicino.
Secondo quanto riportato dai media serbi, è morta ieri, 14 aprile, a Mosca dove era fuggita nel 2003, Mirjana Marković, vedova di Slobodan Milošević. Aveva 77 anni.
Dopo la Croazia e la Grecia, la Serbia è, considerando gli ultimi dieci anni, il paese con la crescita economica più lenta di tutti i Balcani. A dirlo è Vladimir Gligorov, professore presso l’Istituto di studi economici internazionali di Vienna.
Si fa sempre più forte la voglia di modifica dei confini tra Serbia e Kosovo, come possibile – seppur controversa - soluzione allo stallo diplomatico tra Belgrado e Pristina. A chiederla sono anche i rappresentanti dei comuni a maggioranza albanese della valle di Preševo, nel sud della Serbia, che ieri hanno incontrato a Pristina il presidente kosovaro Hashim Thaçi.
Il governo serbo avrebbe scelto l'azienda cinese Zijin Mining come principale “partner strategico” di RTB Bor, la più grande miniera di estrazione di rame della Serbia. Zijin Mining è, in Cina, il primo estrattore di oro e il terzo di rame. Dovrebbe acquisire il 63% delle azioni di RTB Bor, per circa 1,46 miliardi di dollari.
La situazione dei media in Serbia non è mai stata rosea. Ma una recente indagine condotta dal Balkan Investigative Reporting Network (BIRN) mette in evidenza meccanismi di controllo subdoli e altrettanto efficaci esercitati dal governo di Belgrado sui giornalisti.
In Serbia potrebbe nuovamente tornare la leva obbligatoria. Ad accennarlo è stato il presidente della Serbia Aleksandar Vučić, martedì 21 agosto, mentre presenziava, all’aeroporto militare di Batajnica, alla consegna dei primi due caccia MIG 29 russi che entreranno in in dotazione dell’aeronautica serba.
Tra il 4 e il 5 agosto del 1995 iniziava l'azione militare “Oluja” (Tempesta) con cui l'esercito della Croazia riconquistava in due giorni le Krajine. Questo territorio era rimasto per quattro anni sotto controllo delle forze dei ribelli serbi. Un anniversario durante il quale prosegue una guerra con altri mezzi, a partire da celebrazioni e commemorazioni divise.
Le questioni legate alla Seconda guerra mondiale restano argomento di dibattito nei paesi post-jugoslavi, in diversi casi strumentalizzate all'interno dei processi revisionisti che si sono manifestati negli ultimi anni a Belgrado come a Zagabria o a Sarajevo.
E' stato un incontro interlocutorio quello tenutosi ieri a Bruxelles tra le delegazioni di Belgrado e Pristina, impegnate a riprendere il dialogo sulla normalizzazione dei rapporti bilaterali sostenuto dall'Unione europea.
Il Tribunale dell'Aja è parzialmente tornato sui suoi passi relativamente all'assoluzione del marzo 2016 di politico serbo Vojislav Šešelj. Lo ha infatti condannato ieri a 10 anni di detenzione, che non dovrà scontare dato che ha trascorso all'Aja già un periodo superiore: dal 2003 al 2014, quando è rientrato in Serbia per motivi di salute.
Ieri, 26 marzo, le Forze speciali della polizia kosovara hanno prima tratto in arresto e poi espulso dal territorio kosovaro Marko Đurić, a capo dell'Ufficio per il Kosovo del governo serbo.