L'8 maggio scorso il Parlamento dell'Armenia ha votato – dopo un primo tentativo andato a vuoto lo scorso 2 maggio – la fiducia ad un governo guidato da Nikol Pashinyan, leader delle recenti proteste che hanno profondamente scosso la politica del paese. Il neo-premier ha ottenuto 59 voti a favore e 42 contrari.
Il Parlamento dell'Armenia ha votato, dopo il fallito tentativo del 2 maggio scorso, la fiducia ad un governo guidato da Nikol Pashinyan, leader delle recenti proteste tenutesi nel paese. Da Yerevan, il racconto della corrispondete di OBCT, Monica Ellena (8 maggio 2018)
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Una morte sospetta quella di David Dragičević, ragazzo di 21 anni, rispetto alla quale le autorità della Republika Srpska non stanno dicendo tutta la verità. Ma sono ormai migliaia i manifestanti che ogni giorno, da un mese e mezzo, chiedono chiarezza
Da anni ESI e altri centri che si battono per i diritti umani denunciano l'operato corruttivo dell'Azerbaijan in seno alla PACE. Ora arriva l'ennesimo conferma che avevano ragione
Nikol Pashinyan, ex giornalista e leader di un piccolo partito di opposizione, in poche settimane è diventato l’icona di un’Armenia che vuole chiudere il conto con il torpore post-sovietico e voltare pagina. E che l’8 maggio potrebbe diventare il nuovo primo ministro del paese
Braccio di ferro tra il presidente Vučić e parte dell'amministrazione della città di Niš. Oggetto del contendere è l'aeroporto "Konstantin Veliki": Vučić lo vorrebbe proprietà dello stato, ma la città, per ora, non sembra disposta a cederlo
Da qualche tempo è online un nuovo gioco lanciato dal portale di giornalismo investigativo della Serbia CINS, con l’intento di avvicinare i cittadini al tema della corruzione negli appalti pubblici. Un'intervista
Quale nome per la Macedonia? Una diatriba che si trascina dai primi anni '90 ed ha bloccato il percorso euro-atlantico del paese. Si è ora vicini alla soluzione?
Rinforzati dal contesto del conflitto del Donbass i movimenti di estrema destra in Ucraina hanno raccolto poco in politica ma continuano a pesare sulla società. E a pattugliare le strade del paese
Nel giorno dedicato alla memoria del genocidio del 1915, l’Armenia si sveglia inebriata dalle celebrazioni seguite alle dimissioni del primo ministro Serzh Sargsyan. Un’ondata di proteste senza precedenti ha intaccato la scena politica di uno dei paesi più immobili dell’ex spazio sovietico
Le proteste di questi giorni in Armenia contro la nomina di Serzh Sargsyan a primo ministro e sfociate nelle sue dimissioni hanno come loro luogo ideale e simbolico la Piazza della Libertà di Yerevan. La storia e il presente di questa piazza
Migliaia di persone hanno protestato per giorni a Yerevan contro la nomina dell’ex presidente Serzh Sargsyan a primo ministro. L’ondata di proteste senza precedenti lo ha costretto alle dimissioni. La corrispondente di OBCT Monica Ellena analizza la situazione per Radio3 Mondo (24 aprile 2018)
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La corrispondente di OBCT Monica Ellena è intervenuta a Radio Onda d'Urto per parlare delle proteste di piazza avvenute per giorni a Yerevan contro la nomina dell’ex presidente Serzh Sargsyan a primo ministro, che lo hanno costretto alle dimissioni (23 aprile 2018)
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Da anni protestano per le strade della Federazione di Bosnia Erzegovina, con blocchi stradali e tendoni. L'altro ieri un gruppo di veterani ha cercato di entrare in parlamento ed è stato caricato dalla polizia. La complicata situazione sociale di una categoria in costante mobilitazione
Serzh Sargsyan non poteva più fare il presidente, ed allora si è seduto sulla poltrona da primo ministro. Non prima di aver fatto passare l'Armenia da un sistema semi-presidenziale ad uno parlamentare
Al primo turno delle presidenziali di domenica 15 aprile ha vinto il leader del Partito democratico socialista Milo Đukanović con il 53.8% di voti. Ne ha parlato Luka Zanoni, di OBCT, al Gr di Radio Popolare (16 aprile 2018)
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Dal 1991 ad oggi Milo Đukanović è stato sei volte premier e una volta presidente della Repubblica. Con la vittoria al primo turno di domenica 15 aprile il leader del Partito democratico socialista si appresta a ricoprire il secondo mandato presidenziale.
In Turchia, a seguito dei recenti emendamenti alla legge elettorale sembra di essere già in campagna elettorale. Alle urne, però, si andrà solo nel novembre 2019. Un'analisi del nostro corrispondente
L'11 aprile scorso si sono tenute in Azerbaijan le elezioni presidenziali anticipate. Ilham Aliyev, presidente uscente, si è guadagnato un quarto mandato con l'86% dei voti. La Commissione elettorale centrale ha reso noto che l'affluenza sarebbe stata del 74.5%.
Il paese ha di recente adottato un lungamente atteso documento sulla strategia di politica estera, che però non fa che evidenziare le divisioni interne
Diversamente dall'Ungheria, il partito al governo in Romania non ha alcuna agenda ideologica illiberale. Si aggrappa solo in modo disperato al potere e ai privilegi acquisiti
In Slovenia le elezioni parlamentari sono previste entro giugno. Alla vigilia del voto sembrano delinearsi scenari già visti nella passate tornate elettorali
Prima di essere costretto ad abbandonare il potere l'VMRO-DPMNE ha garantito 86 concessioni minerarie che incombono ora sull'agricoltura e l'ambiente del sud-est del paese. E il nuovo governo social-democratico per ora non le ha bloccate
Stando all’ennesimo progetto architettonico del governo Rama, l’edificio che ospita il Teatro Nazionale rischia la demolizione. Ancora una volta a essere in pericolo sono la storia e la memoria del paese. Un commento
In Serbia l’energia elettrica prodotta da piccole idrocentrali costituisce un’esigua percentuale della produzione lorda nazionale, tuttavia il governo da anni incentiva gli investimenti privati nel settore, favorendo di fatto alcune imprese ad esso vicine