Uno scandalo dai riflessi internazionali sconvolge il Montenegro. Gli USA hanno chiuso l’indagine sulla vendita della Telekom montenegrina all’ungherese Magyar Telekom, controllata della Deutsche Telekom, rilevando vari elementi di corruzione. Rispunta il nome di Đukanović
Un progetto per raccogliere, archiviare e pubblicare fonti storiche relative alla dissoluzione della ex Jugoslavia. Per stimolare il dibattito pubblico su una storia ancora recente, e sulla quale la storiografia spesso soffre di "amnesie selettive". Un'intervista
Sono centinaia in Turchia gli studenti accusati di violazione della Legge sulla lotta al terrorismo che ha un ambito di applicazione estremamente vasto. Molto spesso basta una sciarpa palestinese o un libro di Marx per finire dietro le sbarre
È uscito in Italia "Cecenia: la guerra degli altri", libro inedito di Anna Politkovskaja. Non lo vedrete però pubblicizzato sui giornali e non lo troverete nelle librerie. In quest'intervista all'editore Carlo Spera, la storia di un libro che inizia con un piccolo "furto" nella capitale cecena Grozny e l'idea di un progetto editoriale davvero alternativo
Il 18 novembre di 20 anni fa la città di Vukovar cadeva, dopo mesi di assedio da parte dell'esercito federale e delle milizie serbe. Poco dopo, a Ovčara, avvenne la strage di quanti avevano trovato rifugio nell'ospedale cittadino
Gli ultimi dati evidenziano una preoccupante crescita del fenomeno. Ma dietro ai numeri è possibile si celi una maggiore consapevolezza del problema e il desiderio di denunciarlo. Uno sguardo d'insieme sull'attuale situazione, tra leggi di difficile applicazione e la scarsa assistenza da parte dello Stato
Nella prigione “modello” targata Onu di Scheveningen serbi, croati e albanesi dividono gli spazi comuni, giocano assieme a calcio e festeggiano assieme compleanni e feste religiose. Damir Šagolj è il primo giornalista ad aver ottenuto l'autorizzazione a visitare l'interno del centro di detenzione
Mentre l’ex premier croato Ivo Sanader affronta il processo per corruzione, emergono altre prove sul malaffare del partito di governo HDZ, il cui consenso precipita ai minimi storici. Gli analisti politici ritengono che il centrosinistra abbia di fatto già vinto le elezioni in programma il prossimo 4 dicembre
L'Associazione dei giovani avvocati in Georgia (Gyla) è una delle maggiori ONG nel Paese e fornisce assistenza legale gratuita a chi ne ha bisogno. È spesso critica verso il governo e preme per maggiore trasparenza, lottando contro un sistema giudiziario che vede nella capitale un tasso di assoluzioni allo 0,04%. Nostra intervista alla direttrice esecutiva Ekaterine Popkhadze
Un recente dossier del Centro per il diritto umanitario di Belgrado porta a galla i crimini compiuti dalla famigerata Decima unità sabotatori. Dalla ricerca è emerso che questa formazione militare fu fondata il 14 ottobre 1994 per ordine di Ratko Mladić e nel luglio del 1995 partecipò attivamente al massacro di Srebrenica
Nel villaggio di Katunitsa, un giovane bulgaro muore investito da un rom, associato al clan del 'barone' Kiril Rashkov, meglio noto come "Zar Kiro". L'episodio dà il via a gravi incidenti in tutta la Bulgaria, che assumono presto il carattere di pogrom anti-rom. Alle basi della rabbia, un sistema giudiziario incapace di assicurare i criminali alla giustizia
Con il recente arresto di cinque membri dei famigerati “berretti rossi”, l’Unità per le operazioni speciali durante l'era Milošević, non solo la giustizia serba sembra finalmente fare il suo corso, ma si aprono anche possibili chiarimenti sull’omicidio del premier serbo Zoran Đinđić
Nonostante un impianto normativo all'altezza si è ancora molto lontani in Croazia dalla tutela dei diritti delle donne vittime di violenza domestica. Un nostro approfondimento
La giustizia austriaca ha respinto la richiesta di estradizione presentata dalla Serbia per Jovan Divjak, trattenuto a Vienna dal 3 marzo scorso. L'ex generale dell'esercito bosniaco ha potuto fare ritorno a casa, accolto da una Sarajevo in festa
Con l’arresto e la consegna al Tribunale dell’Aja di Goran Hadžić si chiude con la guerra in ex Jugoslavia. Così commentano i media croati la cattura dell’ultimo dei latitanti. Soddisfazione in Croazia, soprattutto da parte delle famiglie delle vittime di Vukovar
Con l'arresto di Goran Hadžić, avvenuto mercoledì 20 luglio alle ore 8.24 a Fruška Gora, in Vojvodina, si chiude il capitolo della collaborazione tra la Serbia e il Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini in ex Jugoslavia. Con l'arresto dell'ultimo dei latitanti cade anche l'ostacolo maggiore per il cammino della Serbia verso l'Ue. Ora Belgrado aspetta che Bruxelles dia il via libera per lo status di paese candidato. Un commento
Lo Stato olandese è stato condannato per non aver protetto alcuni civili che, nel luglio del '95, dopo l'ingresso delle truppe serbo bosniache a Srebrenica, avevano cercato rifugio presso la base dei caschi blu. È la fine dell'immunità per i peace keepers. Note a margine della sentenza
Senza una posizione comune dell'UE sullo status del Kosovo, i magistrati Eulex sono posti di fronte a molte sfide e a qualche paradosso: ogni singolo giudice, ad esempio, deve scegliere se applicare o meno le leggi approvate a Pristina. Un'intervista con Dragomir Yordanov, magistrato bulgaro, che ha lavorato in Eulex dallo spiegamento della missione alla primavera 2011
Anvar Sharipov, un cittadino russo proveniente dal Daghestan, ha da poco ottenuto lo status di rifugiato. La sua dovrebbe essere una storia scontata, ma purtroppo non lo è affatto. Al contrario, la vicenda di Sharipov evidenzia importanti carenze nella tutela del diritto d'asilo in Italia
L'entusiasmo per l'arresto di Ratko Mladić ha generato un clima da missione compiuta riguardo alla giustizia per i crimini commessi negli anni '90. Sono ancora molti però i procedimenti in corso, sia all'Aja che presso le Corti locali, e molti i casi ancora da indagare. In attesa di percorsi alternativi, la giustizia dei tribunali rappresenta per le vittime l'unica possibilità di ottenere una riparazione
Si è concluso una settimana fa con condanne pesanti il processo ai tre ceceni accusati dell'omicidio di Umar Israilov, ex-guardia del corpo di Ramzan Kadyrov, ucciso a Vienna nel gennaio 2009 dopo aver denunciato il presidente ceceno alla corte di Strasburgo
Un po’ più vecchio ma con lo stesso piglio arrogante di un tempo. “Io sono il generale Ratko Mladić, tutto il mondo sa chi sono!”. Dopo l'arresto del 26 maggio scorso, l’ex generale accusato di genocidio si è presentato oggi davanti ai giudici dell’Aja per la prima udienza. La cronaca dall'aula del tribunale
Rustam Machmudov, accusato di essere l'esecutore materiale dell'omicidio di Anna Politkovskaja, è stato arrestato ieri in Cecenia presso l'abitazione dei suoi genitori. Sono però in molti a dubitare che questo porterà all'individuazione dei mandanti dell'omicidio
L'arresto di Mladić, le reazioni dei media, il percorso di riconciliazione nei Balcani. L'opinione di un familiare delle vittime di Srebrenica nel giorno dell'estradizione del generale serbo bosniaco all'Aja
Ora che Ratko Mladić è stato arrestato ed estradato all'Aja si tratta di fare i conti col passato. Che la Serbia non ha ancora avuto il coraggio d'affrontare. Un'intervista a Nataša Kandić, direttrice del Centro per il diritto umanitario di Belgrado
Giornalisti e analisti dei principali quotidiani, settimanali e emittenti della Serbia. Li abbiamo incontrati per chiedere loro che ne pensano di questi giorni del dopo-Mladić. Nei quali si rischia di parlare di più di fragole che dei crimini commessi dall'ex generale serbo
Non è importante che l’arresto di Mladić fosse una condizione internazionale per la Serbia. Belgrado dovrà aspettare ancora parecchio prima di entrare nell’Unione europea. È importante che l’arresto di Mladić apra la strada della riconciliazione e che ci si possa guardare di nuovo negli occhi. Un commento
Ieri sera a Belgrado la manifestazione di sostegno a Ratko Mladić organizzata dal Partito radicale serbo. Incidenti per le strade, una trentina di feriti e 180 fermati. Le dichiarazioni del figlio Darko e le proteste contro il presidente Tadić
Voci pacate, stanche e quasi spezzate. Sono le voci che provengono dalle associazioni delle donne bosniache che in questi anni hanno continuato a lottare per la verità e la giustizia per i crimini degli anni '90. I commenti alla notizia dell'arresto di Ratko Mladić