La giustizia dell'Aja e i nuovi strumenti per affrontare il passato quali la REKOM o il Tribunale delle Donne. Un commento da Sarajevo alla notizia dell'arresto di Ratko Mladić
La mediocre biografia di Ratko Mladić, la spossante attesa delle vittime dei suoi crimini, le prospettive del processo all'Aja. Riceviamo e volentieri pubblichiamo il commento di Luca Leone, autore e editore della Infinito Edizioni
L'arresto di Mladić apre una pagina nuova per la Serbia e per l'intera regione. Nel ventennale dell'inizio della dissoluzione della Jugoslavia, il segnale che la lunga transizione dell'ex Paese socialista è arrivata a termine. Dopo migliaia di vittime. Nostro commento
Il capo militare dei serbo bosniaci era stato formalmente incriminato dal Tribunale dell'Aja già nel luglio 1995. Nostra scheda sui capi d'imputazione di cui Mladić deve rispondere di fronte ai giudici internazionali
Una condanna inaccettabile. E' così che la maggior parte dei cittadini della Croazia vive la sentenza di condanna di Gotovina e Markač davanti al Tribunale dell’Aja. Le proteste di piazza si scagliano contro l’Unione europea e dimenticano le colpe del regime di Tuđman
Tudor Chiuariu, ex ministro della Giustizia e ora portavoce del Partito Nazionale Liberale, è oggi uno dei maggiori critici della gestione del sistema giudiziario da parte dell'attuale esecutivo. OBC l'ha intervistato sui temi caldi della giustizia in Romania
Numerose indagini per corruzione avviate da giudici internazionali in Bosnia Erzegovina non sono approdate a nulla. La debolezza delle ipotesi accusatorie e una scarsa conoscenza della legislazione locale tra le ragioni dei fallimenti. L'esperienza bosniaca è stata poi trasferita al Kosovo. Il nostro approfondimento
Jovan Divjak è stato rilasciato su cauzione nel pomeriggio di ieri e si troverebbe ora nella residenza dell'ambasciatore di Bosnia Erzegovina a Vienna. Resterà in Austria fino alla conclusione del procedimento che lo riguarda. Un ritratto del generale in pensione, una riflessione sul lato oscuro della guerra bosniaca
Dopo l'arresto di Jovan Divjak, avvenuto in Austria giovedì 3 marzo, si sono moltiplicate le reazioni e le manifestazioni di sostegno all'ex generale bosniaco. Due le petizioni per la sua liberazione, in Italia e in Bosnia Erzegovina. Riprendiamo il commento di Paolo Rumiz scritto per il Piccolo di Trieste
L'ex generale dell'esercito bosniaco è stato fermato dalla polizia austriaca a Vienna mentre si stava recando in Italia per partecipare ad un incontro. Le reazioni a Sarajevo e in Italia
I giudici del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja hanno condannato a 27 anni di reclusione l'ex capo della polizia serba Vlastimir Đorđević, giudicato colpevole di tutti i capi d'accusa emessi contro di lui, compresa la responsabilità per l'uccisione di oltre 700 civili di etnia albanese durante il conflitto della fine degli anni Novanta in Kosovo
Dopo che lo scorso dicembre il premier montenegrino Milo Ðukanović ha dato le dimissioni, i media ipotizzano la riapertura del processo a suo carico, per contrabbando di sigarette, avviato dalla procura di Bari. Possibilità che l'ex premier e il suo legale escludono categoricamente
Anvar è un uomo di 35 anni. È stato fermato il sei gennaio scorso, senza documenti, alla stazione di Venezia Mestre e subito trasferito al Centro di Identificazione ed Espulsione di Gradisca, in provincia di Gorizia. A prima vista un caso come tanti di immigrazione illegale. A prima vista
Amnesty International ha precisato in più occasioni che esistono prove sufficienti per avviare un’indagine sul conto del vice presidente del Parlamento croato Vladimir Šeks, sospettato di crimini di guerra. Šeks rigetta le accuse, ma intanto il rapporto di Amnesty è arrivato sui tavoli di Bruxelles
Le accuse ad Hashim Thaci emerse dal rapporto presentato da Dick Marty, provocano in Kosovo una reazione compatta di diniego, nonostante le roventi polemiche del dopo elezioni. A prescindere dagli esiti legali, Thaci e il governo di Pristina ne escono indeboliti
Il rapporto di Dick Marty sui trattamenti inumani e i traffici d’organi in Kosovo, che punta direttamente al premier kosovaro ed ex leader dell'Uck Hashim Thaci, è stato approvato ieri dalla Commissione affari legali e diritti umani dell’Assemblea del Consiglio d’Europa
Verrà presentato domani a Parigi il rapporto del senatore svizzero Dick Marty redatto per conto del Consiglio d'Europa sui "Trattamenti disumani e i traffici illeciti di organi in Kosovo". Sul banco degli accusati l'ex Uck e premier uscente kosovaro Hashim Thaci. Ma sorgono molte domande anche sulla presenza internazionale
Umar Israilov, ex guerrigliero ceceno, aveva denunciato presso la corte di Strasburgo la leadership cecena per torture. È stato poi ucciso nel gennaio 2009 a Vienna, dove godeva dello status di rifugiato politico. Ora nella capitale austriaca è in corso il processo per il suo assassinio. Ed è stato chiamato a testimoniare il Presidente ceceno Kadyrov
Nelle aule del Tribunale dell'Aja si è presentato a testimoniare Mevludin Sejmenovic, un ex-politico bosgnacco, sulla presa di potere a Prijedor nel 1992 da parte del Partito democratico serbo. Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall'Institute for War and Peace Reporting (IWPR)
Il 18 novembre del 1991 finisce l'assedio di Vukovar con una resa accordata tra assedianti e assediati. Venne promessa l'evacuazione dei civili e il trattamento dei prigionieri secondo la Convenzione di Ginevra. Nulla verrà mantenuto. Un nostro reportage nel giorno della commemorazione
Una gigantesca macchina si è messa in moto, in cerca di funzionari pubblici compromessi col regime comunista. Tra dossier di polizia e informative artefatte, le conseguenze politiche sono pura dinamite. Prima vittima, il presidente della Consulta, da tempo ostacolo per il premier Gruevski
E' uno dei procedimenti giudiziari che più, nella storia della Croazia indipendente, ha messo a nudo la debolezza delle istituzioni. E' il processo a Branimir Glavaš, ex generale dell'esercito, criminale di guerra. Nel giugno di quest'anno la condanna definitiva, ma la vicenda Glavaš non termina qui
Il Kosovo come il Nagorno Karabakh? Belgrado spinge sul parallelismo, in vista del voto sulla risoluzione presentata dal governo serbo sul Kosovo all'Assemblea generale dell'Onu, il prossimo 9 settembre. Nostra traduzione
La polizia bulgara arresta una presunta banda di assassini, pronti addirittura a liquidare il premier Boyko Borisov. Il tribunale però li scarcera subito, parlando di prove insufficienti. L'operazione "i Killer" riacutizza in Bulgaria lo scontro tra potere esecutivo e potere giudiziario
“Quando i miei studenti devono sostenere un esame, quello che dico sempre loro è che devono rispondere alla domanda che viene posta, non a quella con cui si sentono a proprio agio.” Stefan Wolff, docente all'università di Birmingham commenta le principali conclusioni della Corte dell'Aja in merito alla dichiarazione di indipendenza del Kosovo
La diplomazia internazionale all'indomani dell'intervento Nato del 1999 rinunciò a sciogliere nodi importanti. E ora il parere dell'Aja accentua il carattere non negoziale del futuro del Kosovo. Una nuova brusca virata su una questione sensibile. Che accentuerà instabilità e rancore
Le conseguenze a breve del "parere" espresso dalla Corte di giustizia sull'indipendenza di Pristina, il possibile effetto domino, gli schieramenti in gioco. Ecco titoli e commenti dalla stampa italiana, Usa ed europea
L'indipendenza del Kosovo non è illegale, ma non si dice se è legittima. La Corte dell’Aja, schierandosi a larga a maggioranza (10 a 4), si è attenuta strettamente al parere tecnico. La risposta politica arriverà a settembre dall’Assemblea generale Onu. Ma per Bruxelles è già scampato pericolo
Atteso oggi alle 15 il "parere consultivo" della Corte Internazionale di Giustizia sull'indipendenza del Kosovo. A prescindere dalle posizioni emerse, molte questioni tra Pristina e Belgrado resteranno aperte, anche per l'incapacità dell'Ue di esprimere una posizione unitaria
In occasione della giornata europea del ricordo delle vittime del genocidio di Srebrenica, pubblichiamo la storia di Hasan Nuhanović, interprete delle Nazioni Unite sopravvissuto alle stragi del luglio 1995