A partire dal 2007, ogni anno un gruppo di giovani provenienti da Armenia e Azerbaijan si incontrano in un Paese terzo per conoscersi, per parlare della propria storia e dei bisogni che percepiscono nella realtà in cui vivono. Una rara occasione di incontro, in netto contrasto con le opposte retoriche del conflitto che dominano in entrambi i Paesi
La società civile croata ricorda il ventennale dell'inizio della campagna contro la guerra. Gli obiettivi, i principi e i maggiori risultati ottenuti dal movimento croato per la nonviolenza nel ricordo di Vesna Teršelič, oggi direttrice di Documenta
Nipote di Tito, giornalista, cardiologa, medico volontario nella guerra di Bosnia e scrittrice di successo. Svetlana Broz, attivista dei diritti umani, da dieci anni dirige Gariwo Sarajevo, ONG impegnata nell’educare i giovani bosniaci al coraggio civile. L'abbiamo incontrata durante una sua visita in Italia
A Kars nell’estremo est della Turchia, a due passi dalla frontiera armena, sorgeva la Statua dell’Umanità, monumento all’amicizia tra i due Paesi. Ora è stata smantellata e al suo posto forse si ergerà un monumento al formaggio
Aveva mediato il loro incontro il Presidente russo Medvedev. Ma i recenti colloqui tra il presidente armeno Sargsyan e il collega azero Aliyev si sono conclusi con un nulla di fatto. Ancora una volta negoziati senza passi avanti concreti, con i due Presidenti che continuano a far poco per preparare i propri Paesi alla pace, ma molto per prepararli alla guerra
Elvira Dones è nata a Tirana, è cittadina svizzera e ora vive negli Stati Uniti. Il suo nuovo libro, Una piccola guerra perfetta, scritto in italiano, racconta l'orrore della guerra in Kosovo, partendo dalle testimonianze della gente che quella guerra l'ha vissuta. Nostra intervista
Concluso il meeting di Ancona 'I mari del dialogo e della rivolta'. L'esperienza dei Balcani servirà alla primavera araba? Testimoni e analisti a confronto sulle possibili analogie. E sulle scelte che la Ue, sorpresa dagli eventi, dovrebbe fare subito
Nessun cinismo da diplomatici, nessun logorante negoziato: Belgrado va a Pristina e Pristina va a Belgrado. Tutto questo spogliato da ogni malinteso politico, senza didascalie, attraverso le foto di giovani fotografi delle due città
Da quest'anno anche l'Armenia partecipa al programma internazionale dei Collegi del Mondo Unito. Dopo una fase di selezione condotta a Yerevan, presso i locali dell'Ambasciata d'Italia, dal prossimo settembre inizieranno i corsi per gli studenti armeni a Maastricht e al Collegio dell’Adriatico di Trieste
Nata a Šuto Orizari, canta da oltre 50 anni la musica del suo popolo, rom e macedone. Migliaia di concerti in giro per il mondo di cui un terzo per motivi umanitari. Definita la Regina della musica gitana e 'seconda Madre Teresa'. Per la sua attività culturale e umanitaria è stata candidata due volte al Nobel per la Pace e ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Un'intervista
L'iniziativa di un pacifista armeno per trovare una soluzione al conflitto del Nagorno Karabakh partendo dal basso. A fronte dello stallo della diplomazia ufficiale, Georgi Vanyan ha riunito organizzazioni della società civile della regione in un piccolo villaggio georgiano, a pochi chilometri da Armenia e Azerbaijan, per sperimentare direttamente percorsi di pace e di diplomazia popolare. Il resoconto del nostro inviato
Venti anni fa, a Belgrado, la prima grande manifestazione contro il regime di Milošević. Inizia con questa data il nostro dossier sui vent'anni dall'inizio della guerra in Jugoslavia. Il racconto di chi allora era ancora una ragazzina, ma che il 9 marzo del 1991 iniziò, per la prima volta, a manifestare per una Serbia diversa
L'iniziativa di un pacifista armeno per promuovere il dialogo con l'Azerbaijan, mentre l'International Crisis Group parla di rischi di una nuova guerra per il Nagorno Karabakh. La speranza di Tekalo, villaggio georgiano a pochi chilometri dal confine con i due Stati
Rappresentanti di partiti e movimenti irlandesi, baschi e curdi si sono incontrati a Venezia per discutere di pace e risoluzione dei conflitti. Nostra intervista a Demir Çelik, rappresentante del Partito della Pace e Democrazia. I curdi, la Turchia, l'Europa
L'intensificarsi degli scontri sulla linea di contatto, la corsa agli armamenti e l'interrompersi, nella pratica, dei negoziati di pace, aumentano il rischio di un ritorno alla guerra in Nagorno-Karabakh. Il preoccupante rapporto dell'International Crisis Group
Una riflessione che parte dal Trentino, terra di confine e molto legata ai Balcani, sul Giorno della memoria. Un invito a farsi carico della memoria, a fare i conti col passato ed elaborare il conflitto. Un invito a non avere paura dell'altro
Alla vigilia del Giorno del ricordo, l'incontro tra il presidente italiano Giorgio Napolitano e l'omologo sloveno Danilo Türk, avvenuto il 17 gennaio a Roma, si è svolto in un clima di concordia e volontà di dialogo. Nonostante ci sia ancora molto da fare, Lubiana e Roma avanzano lungo la riconciliazione
Nell’agenda del segretario generale delle Nazioni Unite si fissano le date per dare nuovo impulso ai negoziati di pace tra le parti greco e turco cipriote. Le comunità rimangono però scettiche
Dalla cacciata di ebrei e musulmani dalla Spagna, nel 1492, all'editto di Blagaj in Bosnia sino alla distruzione della Biblioteca nazionale di Sarajevo nel 1992. Le radici plurime dell'Europa e la barbarie in questo approfondimento
Da oltre dieci anni Al'bus, Ong di Vladikavkaz (Ossezia del Nord), organizza concorsi di quiz a squadre tra giovani di varie nazionalità. La sua popolarità si trasforma in show televisivo e in occasione di incontro ideale per superare gli stereotipi e creare un clima di convivenza
La violenza, i traumi, il post-guerra. All'Università di Bologna il centro di ricerca Trame indaga i linguaggi della memoria collettiva. E le ragioni per cui certi ricordi non si tramandano, mentre altri ritornano ossessivi. Nostra intervista a Federico Montanari, tra i fondatori del Centro
Domani a Trento Predrag Matvejević presenterà il suo ultimo libro, edito in Italia da Garzanti, in un incontro promosso dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani nel quadro di un percorso di approfondimento su Europa e Mediterraneo. La recensione
Ricordi tanti, nessun rimpianto, il desiderio di non mollare e una gran voglia di guardare al futuro. A dieci anni dal 5 ottobre 2000, data storica che segna la caduta del regime di Slobodan Milošević, la riflessione dalla nostra corrispondente da Belgrado
Con il progetto “Allenati per la vita”, i ministri Gelmini e La Russa introducono nella scuola superiore corsi di pratica militare. Sulla scorta della propria esperienza di gioventù, una nostra affezionata lettrice belgradese indirizza ai ministri una lettera aperta. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Armi e automobili. Gloria e miseria della Zastava di Kragujevac nei ricordi di una generazione. Dal successo della produzione automobilistica, in partenariato con la Fiat, alla maledizione della guerra
Milana allevava pulcini. Poi cominciarono a bombardare il villaggio dove viveva e fu costretta a fuggire dalla Cecenia in Inguscezia. Ma da vera “businesswoman”, come ama definirsi, non si è fatta abbattere dalle difficoltà
La diplomazia internazionale all'indomani dell'intervento Nato del 1999 rinunciò a sciogliere nodi importanti. E ora il parere dell'Aja accentua il carattere non negoziale del futuro del Kosovo. Una nuova brusca virata su una questione sensibile. Che accentuerà instabilità e rancore
Atteso oggi alle 15 il "parere consultivo" della Corte Internazionale di Giustizia sull'indipendenza del Kosovo. A prescindere dalle posizioni emerse, molte questioni tra Pristina e Belgrado resteranno aperte, anche per l'incapacità dell'Ue di esprimere una posizione unitaria
Una serata a Pristina. Un gruppo di persone al bar, durante i recenti mondiali di calcio. Un incontro fra giovani di Bosnia Erzegovina, Kosovo e Serbia. Un seminario sulla memoria e l'elaborazione del conflitto. Riflessioni a margine di un percorso difficile, non solo nei Balcani
Se ne parlava da un decennio, senza risultati concreti. Alla fine, a portare a Trieste i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia per un gesto di riconciliazione sul tormentato passato del confine orientale è riuscito, grazie alla sua fama e un po' per caso, il maestro Riccardo Muti