L'ESI, centro studi con sede a Berlino, ha pubblicato un paper relativo alla situazione istituzionale in Bosnia. E vi si afferma che il percorso europeo della Bosnia non può essere condizionato dall'applicazione della sentenza “Sejdić-Finci”
Votato oggi dal Parlamento europeo il meccanismo che rende possibile la reintroduzione temporanea dei visti in casi di emergenza. Anche se non sarà applicato così facilmente, i Balcani occidentali si sentono presi di mira
Con una breve nota, diffusa martedì 2 luglio, l'ufficio della presidente Atifete Jahjaga ha annunciato che le prossime elezioni amministrative in Kosovo si terranno domenica 3 novembre.
Lunedì pomeriggio. Viaggio verso Fiume, attraversando la Slovenia sulla strada che dal confine italiano di Pese arriva alle porte della Croazia, paese per pochi giorni ancora fuori dall'Ue. Un avvicinamento silenzioso, nell'assenza totale di traffico e immersa nel bellissimo paesaggio di questa parte d'Istria, verso la nuova apertura europea.
C'è chi la voleva già scomparsa, sommersa dalla crisi che attanaglia molti dei paesi che l'hanno adottata poco più di dieci anni fa. La moneta unica europea, però, nel bene e nel male si è rivelata più longeva di quanto alcuni pronosticassero e, da inizio maggio, ha introdotto una novità: la denominazione in cirillico.
Secondo l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, nel periodo tra il 1991 e il 1995 i serbi che lasciarono la Croazia furono almeno300.000 .
Dopo 14 ore di negoziati a Bruxelles i primi ministri di Kosovo e Serbia, Hashim Thaçi e Ivica Dačić, se ne sono ritornati a casa un'altra volta senza accordo. Belgrado e Pristina si rimandano la responsabilità del fallimento.
“Non possiamo accettare questo accordo, ma vogliamo riaprire subito i negoziati con Pristina”. Il governo serbo, per voce del premier Ivica Dačić, ha rigettato ieri la proposta di accordo sulla normalizzazione dei rapporti con il Kosovo mediata dall'Alto rappresentante UE per gli Affari Esteri Catherine Ashton.
“Il divario tra le parti è ora molto stretto, ma resta profondo”. Questa l'istantanea dell'ottavo e inconclusivo round di negoziati sulla normalizzazione delle relazioni bilaterali tra Serbia e Kosovo fatta da Cahterine Ashton, Alto rappresentante UE per gli Affari Esteri.
Si incontrano oggi per la settima volta a Bruxelles le delegazioni di Pristina e Belgrado, guidate dai rispettivi premier Hashim Thaçi e Ivica Dačić. Obiettivo: giungere ad un accordo di normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo.
Gli ultimi dati sulle rimesse di chi emigra per lavoro dalla Moldavia parlano chiaro: due terzi delle rimesse arrivano dalla Russia, solo una piccola parte dall’UE.
Ieri sera a Bruxelles, alla presenza dell'Alto rappresentate per la politica estera UE Catherine Ashton, i presidenti di Serbia e Kosovo Tomislav Nikolić ed Atifete Jahjaga si sono stretti la mano e hanno dialogato allo stesso tavolo per circa un'ora.
Qualche tempo fa ho ritrovato un vecchio libro che avevo comprato ai tempi dei miei studi in Polonia in un negozietto di libri usati di Cracovia. Dopo averlo trascurato per tanti anni, mi sono finalmente deciso a leggerlo.
Hashim Thaçi e Ivica Dačić, primi ministri di Serbia e Kosovo, si sono incontrati ieri a Bruxelles per la terza volta nell'ambito del dialogo bilaterale facilitato dall'Alto rappresentante europeo per la politica estera Catherine Ashton.
L’allargamento dell’Unione europea pareva non interessare più a nessuno. Non l’aveva menzionato nemmeno Barroso nel suo ultimo discorso all’Unione il 12 settembre. Senza dubbio, in un momento di crisi come quello che viviamo non è facile alzare lo sguardo.
E' arrivato anche il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, per inaugurare stamattina la seconda linea della metropolitana di Sofia, capitale della Bulgaria. In mattinata Barroso, invitato speciale del primo ministro Boyko Borisov, visiterà alcune delle stazioni e parteciperà alle cerimonie insieme al presidente Rosen Plevneliev e a una folta delegazione di ministri.