È una Croazia saldamente a destra quella emersa dalle elezioni politiche dello scorso 17 aprile. Abbiamo analizzato le ragioni del voto e le prospettive politiche di fronte al paese con Toni Gabrić, caporedattore del media indipendente croato H-Alter
Come previsto l’esito del voto di mercoledì scorso per il rinnovo del parlamento croato è netto: ha vinto il premier uscente Andrej Plenković e il suo HDZ con 61 seggi sui 151 del Sabor. Un numero tuttavia non sufficiente per poter governare da solo
Мercoledì 17 aprile si vota in Croazia per il rinnovo del parlamento: la sfida è tra il premier uscente e leader del partito di governo Hdz, Andrej Plenković, e il capo dello stato Zoran Milanović. I sondaggi danno in testa l'Hdz ma con numeri insufficienti per governare da solo
Durante una conferenza stampa del Partito socialdemocratico, il presidente della Croazia Zoran Milanović ha annunciato a sorpresa che sarà lui a guidare l’opposizione alle legislative del 17 aprile, e che si dimetterà dalla carica solo dopo averle vinte
Il parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza, lo scorso 8 febbraio, una risoluzione di condanna delle varie irregolarità che si sono verificate in Serbia durante le elezioni politiche e amministrative del 17 dicembre 2023
Nel 2024 la Georgia andrà incontro a un doppio appuntamento elettorale, con parlamentari e presidenziali in calendario. Sogno georgiano conserva la sua posizione dominante, aiutato da frammentazione dell'opposizione e misure politiche autoritarie
Il 2024 sarà un anno elettorale per eccellenza per molti dei paesi del mondo. Non fa eccezione la Romania che voterà per le europee, poi per le politiche e amministrative e infine per le presidenziali. Elezioni cruciali per le molte sfide che attendono i cittadini romeni
Con l’elezione di un governo tecnico e di garanzia si va a nuove elezioni parlamentari in Macedonia del nord nel prossimo maggio. Difficile compito per il prossimo parlamento sarà rivedere la costituzione per rilanciare il percorso europeo del paese
Migliaia di irregolarità e brogli alle elezioni serbe dello scorso dicembre, ma per il presidente Vučić sono state le elezioni più regolari della storia serba. L’opposizione chiede l’annullamento della tornata nella capitale Belgrado. A rischio la democrazia del paese
Dopo le elezioni del 17 dicembre scorso in Serbia, molti cittadini e cittadine hanno protestato e continuano a farlo regolarmente, scendendo in piazza e denunciando gli evidenti brogli elettorali. Quale sbocco avrà questa crisi post elettorale? Risponde lo storico e già politico Milan St. Protić
Il Partito progressista serbo (SNS) ha ottenuto la maggioranza dei voti nelle elezioni straordinarie del 17 dicembre. L'opposizione contesta il risultato, un politico dell'opposizione è in sciopero della fame, i cittadini protestano in strada e gli osservatori internazionali denunciano diverse irregolarità durante le votazioni
Secondo gli ultimi risultati, ancora parziali (7842 sezioni su 8273) il presidente serbo Aleksandar Vučić e il suo Partito progressista serbo (SNS) sono ancora una volta i trionfatori della tornata elettorale di ieri in Serbia.
Un grande call-center a Belgrado, oltre cento persone che ogni giorno chiamano i cittadini per chiedere loro se alle imminenti elezioni intendano votare il Partito progressista serbo (SNS). Chi c'è dietro? È corruzione? Manipolazione elettorale? Un'inchiesta del Centro per il giornalismo investigativo della Serbia
Il 17 dicembre in Serbia si terranno le elezioni politiche anticipate per la quarta volta consecutiva. Dal 2012, ovvero da quando è salito al potere il partito SNS e da quando il presidente è Aleksandar Vučić, questa sarà complessivamente la settima volta che i cittadini serbi vengono chiamati alle urne
Domenica 29 ottobre il primo turno delle elezioni amministrative in Bulgaria ha segnato la fine di un lungo dominio politico: quello del partito GERB dell’ex premier Boyko Borisov, che governava la capitale da 18 anni.
A distanza di tre mesi dalle elezioni di giugno, in Montenegro ancora non è stato formato il nuovo esecutivo. L’incaricato è il vincitore delle elezioni Milojko Spajić, leader del PES. Tuttavia nell’attuale guazzabuglio politico la formazione del governo si fa complicata
Il 17 settembre si terranno le amministrative a Yerevan, una sfida importante perché nella capitale vi abita un terzo della popolazione dell’Armenia, e poi perché sarà un test per il governo Pashinyan, in un momento in cui il dibattito politico armeno è dominato dalla questione del Karabakh
Tutto come previsto: le nuove elezioni anticipate in Grecia, convocate appena un mese dopo quelle dello scorso maggio, hanno decretato la vittoria netta del centro-destra di Nuova Democrazia e del premier Kyriakos Mitsotakis.
Secondo i dati resi noti dal Centro per la transizione democratica (CDT), basati sul 100% di voti scrutinati ma non ancora definitivi, il Movimento Europa adesso, (PES) ha ottenuto il maggior numero di voti, con il 26% di consensi, e avrà 23 o 24 seggi sugli 81 complessivi del parlamento montenegrino. L’affluenza si è assestata al 56% degli aventi diritto.
Dopo una campagna elettorale dai toni populisti, domenica 11 giugno i cittadini montenegrini sono chiamati alle urne per rinnovare il parlamento. E' la terza votazione di seguito in soli nove mesi. Il partito favorito è Europa adesso, la prospettiva più probabile un governo di coalizione
Questa volta gli è servito il secondo turno, ma il presidente Recep Tayyip Erdoğan – assoluto dominatore della scena politica turca da oltre un ventennio, ha vinto le elezioni presidenziali di ieri col 52%, battendo il candidato dell’opposizione unita Kemal Kılıçdaroğlu.
L'atteso testa a testa elettorale in Grecia si è trasformato in un trionfo per il premier Kyriakos Mitsotakis e la sua Nuova democrazia. Mitsotakis però ha rifiutato il mandato e punta a nuove elezioni a giugno, che potrebbero dargli la maggioranza assoluta, approfittando anche delle divisioni nella sinistra ellenica
Alcuni accademici, che avevano perso il proprio lavoro per via delle “purghe” avviate durante lo stato di emergenza introdotto nel paese col tentativo di colpo di stato del 2016, hanno potuto di recente far rientro in università. L'atmosfera in Turchia in attesa del ballottaggio per le presidenziali
Si vota in Grecia domenica 21 maggio per le elezioni politiche con numerose incertezze sul possibile esito elettorale. La difficoltà di creare una coalizione che governi il paese potrebbe portare a nuove elezioni a luglio con una nuova legge elettorale
L’OSCE ritiene che il presidente Erdoğan e i partiti al potere hanno avuto un vantaggio ingiustificato, anche grazie ad una copertura mediatica di parte. Tuttavia il voto all’estero mette in mostra che il presidente in carica ha ottenuto un gradimento addirittura superiore a quello ricevuto in patria.
Dopo il voto di domenica scorsa, nel sud-est della Turchia, fra Van e Ağrı, il sentimento prevalente è quello della rassegnazione, se non del pessimismo amaro. La carica euforica pre-elettorale ha lasciato spazio ad una profonda incertezza
Alle amministrative albanesi di domenica 14 maggio il partito socialista del premier Rama ha vinto in 53 comuni sui 61 totali. Solo 7 sono andati al centrodestra e uno al partito della minoranza greca
Nessun vincitore al primo turno delle presidenziali turche di domenica 14 maggio. Il presidente uscente Erdoğan e il suo sfidante Kılıçdaroğlu andranno al secondo turno il 28 maggio. L'analisi del voto e i risultati delle elezioni parlamentari
Per la prima volta in oltre venti anni di potere, Erdoğan si trova di fronte una coalizione e un avversario che potrebbero metterlo in difficoltà alle elezioni di domenica 14 maggio. I sondaggi danno il presidente uscente e il suo principale sfidante Kemal Kılıçdaroğlu, leader del CHP, al 45%
La Corte Suprema ha vietato al partito di estrema destra “Hellenes” di partecipare alle elezioni del 21 maggio. La formazione partitica, fondata da Ilias Kasidiaris, si presenta come successore di “Alba Dorata”, ex partito neofascista, condannato nel 2020 come organizzazione criminale. Lo stesso Kasidiaris sta scontando una condanna a 13 anni di prigione per esser stato un membro chiave di Alba dorata.