In Croazia, sta suscitando grande scalpore la decisione dell’Alto Tribunale per le infrazioni che ha stabilito che il motto “Per la patria, pronti”, che apre una canzone del controverso cantante, non viola l’ordine e la quiete pubblica
Ad inizi di maggio la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) ha condannato la Romania sul caso dell'ex procuratrice capo Kövesi. Un importante precedente, ha commentato quest'ultima, a tutela dell'amministrazione della giustizia nei paesi Ue
Venticinque anni fa poco prima del coprifuoco decine di ragazzi decisero di stare insieme, in un giorno qualsiasi, pur in mezzo alla guerra, presso la Tuzlanska kapija (portico di Tuzla), luogo del centro città da sempre punto di incontro dei giovani. Alle 20.55 l’esercito serbo-bosniaco lanciò granate sul gruppo uccidendo 71 ragazzi e ferendone 240. Oggi, viene aperto un memoriale.
İbrahim Gökçek, bassista del gruppo musicale Grup Yorum, il 5 maggio aveva interrotto il digiuno dopo 323 giorni, ma due giorni dopo è purtroppo venuto a mancare. Aveva iniziato lo sciopero della fame assieme alla cantante del gruppo Helin Bölek, morta lo scorso 3 aprile, per protestare contro il regime repressivo in Turchia.
Venerdì 17 aprile la polizia bulgara ha arrestato tre persone ritenute gli esecutori materiali dell'aggressione al giornalista Slavi Angelov, caporedattore del settimanale “168 Chasa”, picchiato selvaggiamente di fronte alla propria abitazione lo scorso 17 marzo.
Con una contestata riforma giudiziaria la Turchia svuota le carceri durante l'epidemia di COVID19: ma se gli oppositori del presidente Erdoğan restano dietro le sbarre, personaggi legati all'estrema destra come Alaattin Ҫakıcı tornano in libertà
In base al rapporto 2019-2020, Amnesty International ha pubblicato la panoramica regionale dedicata alla situazione dei diritti in Europa. Emerge che i governi hanno violato i diritti delle persone reprimendo sempre più severamente le proteste, cercando di intaccare l’indipendenza del sistema giudiziario e mettendo sotto pressione difensori dei diritti umani e giornalisti
Un anno fa uno scontro tra manifestanti e forze di sicurezza a Magas, capitale dell'Inguscezia, ha segnato l'inizio di una repressione del dissenso, la più rilevante dal crollo dell'Urss
Si mobilitano le organizzazioni per i diritti umani nel tentativo di tutelare la salute di decine di migliaia di attivisti e giornalisti ancora in carcere in Turchia nonostante il provvedimento svuota-carceri pensato dal governo per l'emergenza coronavirus
A Sirobuja, periferia di Spalato, si è tenuta una messa clandestina nel giorno della Pasqua cattolica, in barba a tutti i divieti imposti dall’epidemia di coronavirus. I giornalisti che hanno voluto documentare il fatto sono stati malmenati e insultati
Stando all’ultimo rapporto del Consiglio d’Europa sulla situazione delle carceri europee (SPACE), la Serbia è tra i paesi con il più alto tasso di mortalità dei detenuti
Helin Bölek è spirata lo scorso 3 aprile a seguito di un lungo sciopero della fame, avviato per protestare contro il regime repressivo in Turchia. Una battaglia, quella di Helin, per la giustizia e la libertà
Negli ultimi mesi è nato il gruppo informale "RiVolti ai Balcani. Rete diritti in movimento". E' un’iniziativa lanciata da diverse realtà della società civile che si occupa delle persone che attraversano la rotta balcanica. Un'intervista ad Agostino Zanotti, dell'Associazione per l'Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovići
Insieme a numerose organizzazioni attive nella difesa dei diritti umani, OBCT chiede che il provvedimento pensato per alleggerire l'affollamento delle carceri in vista della diffusione del Coronavirus comprenda anche giornalisti, intellettuali e filantropi detenuti ingiustamente con accuse di terrorismo, quali ad esempio Ahmet Altan e Osman Kavala. Ecco il testo integrale dell'appello.
Arresti arbitrari, sorveglianza, controlli telefonici e infrazioni della privacy aumentano con l’imposizione di leggi di emergenza da parte di paesi dell’Europa centrale e sud-orientale per far fronte al Covid-19
La recente emanazione dello stato di emergenza in Bosnia Erzegovina a causa della pandemia da coronavirus, rende ancora più difficile la situazione per migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Intervista a Silvia Maraone, project manager di Ipsia che lavora a Bihać
Superare parzialità e rischio di intimidazioni da una parte, e mancanza di ownership dall'altra: la Corte Speciale in Kosovo tenta di dare un nuovo slancio alla giustizia transizionale con un approccio "ibrido", che coinvolge sia la dimensione nazionale che quella internazionale. Un'analisi
L’agenzia di stampa turca indipendente Bianet ha parlato con alcuni dei rifugiati che da Istanbul si stanno dirigendo verso le province di confine con la speranza di entrare in Europa. Le loro voci
Si aprono i primi procedimenti nella Corte speciale sui presunti crimini dell'UCK in Kosovo. Dopo cinque anni di attesa e decine di testimonianze raccolte, l'annuncio è arrivato lunedì scorso, quando il capo procuratore Jack Smith ha annunciato l'intenzione di far partire i primi processi.
Istituzione “ibrida”, con sede all'Aja ma parte del sistema giudiziario del Kosovo, il nuovo tribunale speciale istituito per giudicare i crimini dell'UCK promette, tra non poche critiche, un nuovo approccio alla giustizia transnazionale
Nell'entità bosniaca della Republika Srpska una legge di riforma del catasto sta rafforzando gli esiti della pulizia etnica. A farne le spese, una volta ancora, le comunità minoritarie
Un'inchiesta condotta dal centro di giornalismo investigativo OCCRP rivela un giro di denaro tra Russia e Croazia, fatto di acquisti di immobili - poi risultati fittizi - e società offshore
Quattro giornalisti stanno cercando di far luce sull'omicidio di due colleghi, Andrea Rocchelli e Andrei Mironov, uccisi il 24 maggio 2014 nel Donbas, in Ucraina. Un colpevole la giustizia italiana l'ha già trovato, ma molti - troppi - sono i dubbi su come è stato condotto il processo. Avviato un crowdfunding
Le operazioni all'estero contro presunti militanti del movimento gülenista rappresentano l'ultimo atto dello scontro tra Recep Tayyp Erdoğan e Fetullah Gülen? La quarta e ultima puntata di un'inchiesta sulla pervasività dell'autoritarismo del regime di Erdoğan anche al di fuori dei confini della Turchia
Un approfondimento sui contenuti del secondo panel della conferenza “Italia e Bosnia Erzegovina: Balcani ed UE da un secolo all’altro” svoltasi a Sarajevo il 28 e 29 novembre scorsi, co-promossa da Ambasciata d'Italia in BiH e OBCT/CCI
Le reazioni fiacche di UE ed Italia, il ruolo ambiguo del Diyanet nella repressione dei seguaci di Fethullah Gülen. La seconda puntata di una serie di articoli sulla pervasività dell'autoritarismo del regime di Erdoğan anche al di fuori dei confini della Turchia
Un cittadino turco, residente in Bosnia Erzegovina da quindici anni, viene invitato a presentarsi nella stazione di polizia del cantone Una-Sava. Lì, in assenza di un avvocato, gli viene comunicato che il suo permesso di residenza è stato annullato, senza apparenti motivazioni. Segue trasferimento nel centro di detenzione di Lukovica e la probabile estradizione verso la Turchia.
Secondo alcuni analisti il Montenegro sarebbe ormai un "paese prigioniero", ostaggio dell'élite al potere. La prova è il fatto che nonostante i grossi scandali di corruzione che hanno visto coinvolti alti funzionari dello stato nulla cambia e nessuno si dimette. E tra i cittadini regna ormai una sorta di apatia
Il caso di Aleksandar Obradović, il whistleblower che ha denunciato il caso di corruzione e affari illeciti nella vendita di armi in Serbia, spiegato nei dettagli dal giornalista investigativo del settimanale NIN Vuk Cvijić