I partner del Media Freedom Rapid Response (MFRR) e altre organizzazioni per la difesa della libertà di espressione chiedono ai governi di Malta e Italia di garantire un'indagine completa, approfondita e trasparente sulle minacce rivolte da Neville Gafà al giornalista italiano Nello Scavo
Dopo due anni di battaglie legali, il presidente dell'Associazione croata dei giornalisti (HND) deve essere reintegrato nel suo posto di lavoro alla tv pubblica
Dai Balcani occidentali alla Palestina, dagli USA al consorzio europeo Media Freedom Rapid Response, sono numerose le voci che si alzano in difesa dei giornalisti e della libertà di stampa in pericolo in Bielorussia, dopo le contestate elezioni presidenziali e le violenze di piazza
La giornalista maltese uccisa tre anni fa lavorava ad un’inchiesta sui legami tra il presidente del Montenegro, l’ex premier maltese e l’élite al potere in Azerbaijan. Lo rivela il figlio Matthew in questa intervista del quotidiano Vijesti
I dati dei primi quattro mesi di monitoraggio del consorzio MFRR confermano un panorama preoccupante per la sicurezza dei giornalisti e la salute della libertà dei media, sia nei paesi membri dell’UE sia in paesi candidati come Serbia e Turchia
Il progetto Journalists-in-Residence Milano (JiR Milan), gestito da Q Code Magazine, offre una tregua, un contesto amico e possibilità di arricchimento professionale a chiunque stia subendo minacce o pressioni per via del proprio lavoro. Ce lo spiega il condirettore di Q Code Christian Elia
Su proposta dell'AKP, il parlamento turco ha approvato una nuova normativa sui social media, che rischia di restringere ulteriormente i sempre più limitati spazi di libera espressione nel paese. L'approfondimento del nostro corrispondente
Il testimone principale è stato ritrovato gravemente ferito ma si ipotizza il tentato suicidio. Le ferite al collo e alle corde vocali rischiano di far annullare il processo che permetterebbe di fare chiarezza sulla morte della giornalista maltese
La china verso il controllo e la censura del Governo di Viktor Orbán sulla stampa ungherese non può essere più tollerata. Per denunciare ancora una volta questa deriva antidemocratica, Articolo 21 organizza per oggi 30 luglio due iniziative, alle quali partecipa anche OBCT: il tweetstorm #nobavaglioungherese e un webinar dalle 17.00 con diversi relatori, tra i quali i vertici di FNSI e EFJ
La Turchia è attualmente la più grande prigione per giornalisti al mondo, con oltre 80 operatori dei media in stato di detenzione. Come se non bastasse il parlamento turco ha appena approvato una legge che permette al governo maggiore controllo sui social network. Un’analisi della situazione dei media turchi
Venerdì 24 luglio oltre 70 giornalisti di Index.hu , il più grande portale indipendente di informazione in Ungheria, si sono dimessi per protesta contro la scelta dell'editore di sostituire il direttore della testata, Szabolcs Dull
Tramite il Media Freedom Rapid Response, gli operatori dei media e le testate con sede in uno degli Stati membri dell'UE e dei Paesi candidati hanno accesso a diversi strumenti di tutela e di sostegno nell'emergenza, per un aiuto concreto in alcune situazioni di bisogno. E per chi lavora in Italia, senza distinzione di nazionalità, c'è a disposizione una residenza di tre mesi a Milano
Il governo sloveno ha proposto una riforma dei media che prevede un calo drastico delle risorse per il settore radiotelevisivo pubblico. Al seguito delle proteste, anche internazionali, il dibattito sulla proposta è stato prorogato sino a fine agosto
Al ministro dell'interno Nebojša Stefanović è indirizzata la lettera sottoscritta dal consorzio Media Freedom Rapid Response e da altre ong attive nella difesa della libertà di stampa: la Serbia deve mantenere gli impegni internazionali e rispettare le proprie leggi, che garantiscono ai giornalisti di poter documentare le manifestazioni di piazza senza essere aggrediti e picchiati dalla polizia
Nel panorama mediatico polarizzato della Georgia, Adjara TV si distingue come una delle poche emittenti nazionali indipendenti. Ma le cose potrebbero purtroppo essere sul punto di cambiare
Il 12 luglio 2020 ricorrono i primi mille giorni dall'assassinio della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia a Malta. E l'anniversario è l'occasione per chiedere ancora giustizia, perché vengano condannati i responsabili dell'omicidio e della corruzione su cui lei stava indagando
A sostegno del quotidiano Gazeta Wyborcza, che in cinque anni ha ricevuto più di 55 querele, il consorzio di monitoraggio e appoggio della libertà di stampa di cui OBCT fa parte, stanzia 15mila euro dal fondo di supporto legale
Una causa per diffamazione intentata dall'ex ministro per l'integrazione europea tenta di zittire i giornalisti investigativi di BIRN e i portali che hanno pubblicato l'inchiesta. Si tratta di SLAPP, quando le querele diventano strumenti di intimidazione
Circa un terzo dei cittadini europei è su Instagram. Benché sia il secondo social network più utilizzato in Europa dopo Facebook, rimane una piattaforma poco trasparente. Non sono chiari ad esempio i criteri che determinano la circolazione o meno di alcuni post, dato che a ciascun utente vengono mostrati solo i “contenuti più rilevanti” tra quelli pubblicati dalle persone o pagine che segue.
Alla vigilia delle elezioni, l'ennesimo scandalo in Serbia investe la leadership al potere. Si tratta di una fotografia che ritrae il figlio del presidente Vučić in compagnia di alcune altre persone ad un bar, tra cui un membro di un clan mafioso
In carcere da innocente dopo un processo farsa, condannato solo per aver fatto il suo lavoro di giornalista, Nedim Türfent deve tornare libero: lo chiedono più di 40 organizzazioni per la libertà di stampa e i diritti umani in un appello aperto alle adesioni di tutti
Una recente ricerca condotta da BIRN e Share Foundation ha messo in luce una serie di casi di violazione dei diritti digitali in Serbia, Bosnia Erzegovina, Ungheria, Croazia, Romania e Macedonia del Nord
Il COVID-19 ha messo in luce la debolezza dell'informazione in Albania. Il monopolio governativo della comunicazione sul coronavirus ha sollevato preoccupazioni sulla trasparenza nella gestione della pandemia e sulla libertà dei media
Nella seduta di ieri 9 giugno la Corte Costituzionale si è pronunciata sulla questione della pena detentiva per i giornalisti rei di diffamazione ancora prevista dalla legislazione italiana. Ha decretato che il Parlamento dovrà legiferare entro un anno per attuare una riforma
Alla vigilia della pronuncia della Corte Costituzionale sulle eccezioni di legittimità sollevate dai legali del Sindacato Unitario Giornalisti Campania, si è tenuto un incontro con il segretario generale e il presidente della FNSI, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e numerose associazioni regionali di stampa. Ribadita la necessità di abolire la pena detentiva per i giornalisti e di approvare la norma per contrastare le querele bavaglio
Attesa per la decisione della Corte Costituzionale italiana sulla legittimità delle pene carcerarie per diffamazione a mezzo stampa. La mobilitazione si allarga all'Europa e coinvolge le organizzazioni per la libertà di stampa e la federazione europea dei giornalisti
Ancora una volta, e in un paese dell’Ue, i giornalisti si trovano sotto attacco. Il ministro dell’Ambiente croato Tomislav Ćorić scredita il giornalista Hrvoje Krešić citando conversazioni private di quest’ultimo. Sconcerto nelle associazioni di difesa dei giornalisti
Come riappropriarsi delle libertà pubbliche sospese durante l'epidemia di coronavirus? È il compito che attende i media e la società civile del Montenegro. Intervista
Davanti alla Corte Costituzionale il governo italiano fa marcia indietro sulla riforma della diffamazione, e la mossa sconcerta le organizzazioni europee che si occupano di libertà di stampa. Il consorzio Media Freedom Rapid Response di cui OBCT fa parte si sta muovendo in vista della sentenza della Consulta prevista per il 9 giugno