Un quadro desolante, minaccioso e impermeabile alle critiche: questo il panorama mediatico ungherese fotografato da una missione internazionale che ha incontrato giornalisti ed esponenti della società civile
L'ennesimo caso in Serbia di gogna mediatica. Sotto il mirino dei tabloid belgradesi, legati agli appartati di governo, è finito il giornalista della Tv N1 Miodrag Sovilj. La sua "colpa"? Aver fatto domande pertinenti al presidente Vučić
Un settimanale antifascista e femminista in Croazia, è il Novosti che ha compiuto venti anni lo scorso 17 novembre. I nostri amici di Le Courrier des Balkans hanno intervistato Nikola Bajto caporedattore del settimanale
A Roma il 19 novembre, presso la sede della Federazione Nazionale Stampa Italiana, si terrà un incontro in cui verrà presentato l'appello lanciato da Articolo21 che ha già raccolto decine di firme, rivolto a senatori e deputati affinché approvino rapidamente una legge contro querele bavaglio e minacce ai giornalisti
L’offensiva militare nel nord della Siria ha risvegliato gli istinti nazionalisti e militaristi di molti in Turchia, compresi leader politici e intellettuali. Ma non mancano le voci fuori dal coro, a partire dalla satira
Costretti a perdere tempo, energia e denaro per difendersi da cause che risultano infondate in quasi il 90% dei casi, i giornalisti di Italia e Croazia conoscono bene il fenomeno della SLAPP (querela strategica contro la partecipazione pubblica), mentre in Europa si organizzano convegni di esperti e in Italia fa ben sperare il disegno di legge di un giornalista
In Serbia è scoppiato lo scandalo del traffico di armi con cui si sarebbe danneggiata un’azienda statale a vantaggio di una privata che vede coinvolto il padre del ministro dell’Interno. Il whistleblower che lo ha rivelato è finito in carcere
All'indomani dell'operazione militare nel nord della Siria, chiamata dalle autorità Peace Spring, “Primavera di pace”, la Turchia stringe la morsa del controllo sui media e sull'opposizione. Una morsa che da qualche giorno colpisce giornalisti, emittenti, utenti dei social media e politici di opposizione.
L'ennesimo attacco alla Rete balcanica di giornalismo investigativo BIRN da parte del presidente serbo. Consueta strategia per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal disagio sociale e dagli scandali di corruzione. L'editoriale della direttrice regionale di BIRN
Tra protagonismi e maldestri tentativi di controllo e regolamentazione, anche l’Albania si confronta con l’avvento della tecnologia nel mondo dell’informazione. Ne parliamo con Koloreto Cukali, presidente dell’Albania Media Council
Decine di giornalisti hanno marciato ieri per le strade della capitale bosniaca in risposta alla violenta irruzione di alcuni hooligans negli uffici di Radio Sarajevo
Il giornalista del portale Index.hr multato per un tweet “anti-polizia” dichiara a BIRN che il suo caso rientra in uno schema più ampio in cui in Croazia i giornalisti vengono intimiditi e la libertà di parola imbavagliata
Con la nuova stagione alle porte, i palinsesti televisivi albanesi si rinnovano, ma il panorama mediatico rimane invariato e i dubbi su episodi di pressioni e censura sono in aumento
Nel 2013 250.000 cittadini europei hanno aderito ad un'iniziativa civica su pluralismo e libertà dei media, senza però raggiungere l'obiettivo del milione di firme necessarie. Il problema di armonizzare le normative europee sul tema della libertà e del pluralismo dei media resta all'ordine del giorno. Quale la situazione alla vigilia della nuova Commissione europea? Un'intervista a Lorenzo Marsili
A Fasana si sono riuniti per dieci giorni decine di giornalisti dei Balcani. A promuovere l'iniziativa Saša Leković e Petar Fehir, ad ospitarla l'incantevole cittadina istriana, dichiarata, per l'occasione "Città amica dei giornalisti"
A distanza di tre anni dalla sua prima edizione, l’impressione che emerge dai Media Days - evento promosso dalla Commissione Ue nei Balcani - è quella di una telenovela dal finale prevedibile, dove i personaggi si muovono all’interno di un perimetro ben definito. Ma ai media della regione serve di più
Maggiore attenzione ai temi della libertà di stampa e della protezione dei giornalisti: queste le richieste di una lettera sottoscritta da OBCT e altri soggetti impegnati nel settore, indirizzata alla nuova Segretaria Generale del Consiglio d'Europa Marija Pejčinović Burić
OBCT, unico soggetto italiano, è tra i tredici firmatari di un appello che oggi, a Ginevra, è stato letto in occasione della 42esima sessione del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, organo sussidiario dell'Assemblea generale composto da 47 Stati membri. La portavoce di Article 19, uno dei soggetti internazionali più attivi nella difesa della libertà di stampa, ha letto il testo sottoscritto da 13 organizzazioni impegnate in attività di ricerca, monitoraggio e supporto anche legale ai giornalisti minacciati, dalla Federazione Europea dei giornalisti a PEN, da Index on Censorship all'ECPMF, partner di OBCT in diversi progetti sulla libertà dei media. Ai delegati ONU è giunta quindi anche la voce di OBCT che da anni denuncia la difficile situazione dei diritti umani in Turchia.
La Bulgaria conferma suoi i problemi strutturali nel campo della libertà di stampa. Questa volta, a far discutere è il tentato allontanamento dalla radio pubblica (BNR) di una giornalista scomoda, cui ha fatto seguito un misterioso e sospetto oscuramento dei ripetitori
Uno spazio aperto al cambiamento, che promuove un dibattito il più possibile inclusivo. E' questo la rivista on-line kosovara Kosovo 2.0. Un incontro con il collettivo che la promuove
I nostri partner di ECPMF insieme ad altre 7 organizzazioni per la libertà di espressione hanno partecipato a una missione internazionale in Turchia, sotto la guida di IPI, International Press Institute. A parte qualche barlume di speranza, la libertà di stampa nel paese resta in crisi. Questa la dichiarazione finale rilasciata venerdì 13 settembre
A meno di due mesi dall'assoluzione in primo grado, due giornalisti e un attivista si ritrovano imputati di “propaganda terroristica”: Erol Önderoğlu, Ahmet Nesin e Şebnem Korur Fincancı dovranno affrontare il processo di appello
Scritte minatorie sui muri, attacchi fisici e minacce. Reporters Sans Frontières esprime forte preoccupazione perché a suo avviso in Croazia è in atto un vero e proprio attacco ai giornalisti
Una battuta ricorrente nelle redazioni giornalistiche recita più o meno così: “Non ho scelto questo mestiere per occuparmi di matematica”. Da circa dieci anni, però, le maggiori testate giornalistiche internazionali hanno iniziato a fare ‘giornalismo di dati’ (data-journalism) per raccontare la società e le istituzioni cercando, in questo modo, di offrire una descrizione della realtà più approfondita ed efficace.
OBCT assieme ad altre organizzazioni che si battono per la libertà dei media si appella alle autorità montenegrine affinché assolvano il giornalista investigativo Jovo Martinović, accusato di contrabbando di marijuana e associazione a delinquere e condannato a 18 mesi di detenzione nonostante prove schiaccianti che i suoi unici legami con il crimine organizzato siano quelli di giornalista
Benché costituiscano oltre un quinto della popolazione residente, le minoranze in Moldavia sono sostanzialmente ignorate dai media mainstream, che ne parlano solo in occasione di singoli casi di cronaca. I risultati di un monitoraggio effettuato dalla missione OSCE
È il suo terzo sciopero della fame nell’arco di un anno. Il motivo è sempre lo stesso: attirare l’attenzione sul pessimo stato in cui versano i media serbi, in particolare il suo Kanal 9, una delle prime emittenti private in Serbia
OBCT sostiene l'appello di una coalizione di otto organizzazioni di giornalisti e associazioni impegnate nella difesa della libertà di espressione che chiede alle autorità russe di porre immediatamente fine all’accanimento nei confronti dei giornalisti impegnati nella copertura mediatica delle recenti proteste di Mosca. Il testo della dichiarazione congiunta
Pane quotidiano nelle redazioni balcaniche e fattore di rischio per la libertà di stampa secondo gli organismi internazionali, la violenza verbale tramite internet contro le donne nei media è ovunque in aumento