Lo ha stabilito ieri l'Ufficio Federale per la Giustizia elvetico, accogliendo la richiesta della Procura della Bosnia Erzegovina secondo cui l'accusato deve essere estradato nel paese dove i crimini a lui ascritti sono stati commessi. Orić dovrebbe rientrare a Sarajevo nella giornata di oggi con un volo charter proveniente da Ginevra. Sarà affidato alla giustizia bosniaca che verosimilmente lo rimetterà subito in libertà, ritenendo definitivo nei suoi confronti il giudizio di seconda istanza del Tribunale dell'Aja per l'ex Jugoslavia del 2008.
Soddisfazione è stata espressa dall'SDA di Bakir Izetbegović e da una parte delle istituzioni e dei media della Bosnia Erzegovina. Il quotidiano più diffuso del paese, Dnevni Avaz, titola questa mattina: “L'eroe Orić torna in Bosnia”. Dure critiche nei confronti della Procura di Stato invece da parte del presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, che ha annunciato un referendum contro le istituzioni giudiziarie del paese, ritenute discriminatorie nei confronti dei serbo bosniaci.
Il sindaco di Srebrenica, e presidente del comitato organizzativo dell'11 luglio, Ćamil Duraković, dopo aver ricevuto la notizia del rilascio di Orić ha dichiarato che le commemorazioni del ventennale si svolgeranno come previsto.
Se le autorità elvetiche non rimetteranno in libertà Naser Orić, il comandante della difesa di Srebrenica arrestato il 10 giugno in Svizzera su richiesta della Serbia, la commemorazione del ventennale del genocidio sarà cancellata.
L'obiettivo era quello di definire una “road map” capace di portare la Macedonia alle elezioni anticipate, fissate per l'aprile 2016. Obiettivo mancato.
Martedì 2 giugno il Commissario europeo Johannes Hahn ha condotto una negoziazione maratona con i rappresentanti dei quattro principali partiti politici del paese (VMRO-DPMNE, SDSM, DUI e PDSh). Alla fine della giornata si è concordato su una sola cosa: elezioni politiche anticipate per il prossimo aprile.
Si è chiuso ieri a Skopje con un nuovo nulla di fatto il terzo round di negoziati tra i principali partiti macedoni, facilitati dalla comunità internazionale per trovare una via d'uscita alla crisi politica ed istituzionale che stringe il paese dopo lo scandalo intercettazioni e l'operazione di polizia di Kumanovo.
Non saranno discusse domani a Pristina, come precedentemente annunciato, le proposte di modifica costituzionale che dovrebbero dare luce verde alla creazione del Tribunale speciale sui presunti crimini dell'UÇK.
Dopo l'incontro di ieri a Skopje tra gli ambasciatori di vari paesi occidentali – che chiedevano responsabilità politica rispetto alla crisi in corso - e i rappresentanti politici macedoni, sia del governo che dell'opposizione, oggi sono arrivate le reazioni visibili con alcune dimissioni eccellenti.
Dal pomeriggio di ieri manifestazioni e scontri nella capitale macedone Skopje a seguito di nuove rivelazioni del capo dell'opposizione. Le manifestazioni sono partite infatti a seguito della ventinovesima conferenza stampa del leader dell'opposizione Zoran Zaev, nel contesto dello scandalo intercettazioni telefoniche, durante la quale sono state rivelate informazioni relative all'omicidio di un giovane macedone, Martin Neškovski, nel 2011.
L'ambasciatrice tedesca a Skopje, Christine Althauser, ha dichiarato in una tavola rotonda tenutasi nella capitale macedone che servirebbero delle dimissioni per garantire indagini credibili in merito alle accuse di abuso di potere mosse dall'opposizione alla compagine governativa.
Il Parlamento della Bosnia Erzegovina ha adottato ieri mattina una dichiarazione di impegno a proseguire nel percorso di integrazione europea, adottando le riforme necessarie.
Muro contro muro. Si fa sempre più complessa e tesa la situazione politica in Macedonia. Lunedì, il leader dell'opposizione socialdemocratica (SDSM), Zoran Zaev, ha accusato il governo del premier Nikola Gruevski di utilizzare i servizi segreti per sorvegliare illegalmente attivisti, giornalisti, accademici, giudici e politici, sia dell'opposizione che della stessa maggioranza.
Il leader dell'opposizione accusato di tradimento, spionaggio internazionale e tentativo di colpo di stato. Una storia che sembra uscire dalle pagine più cupe di George Orwell, e che dalla fine della settimana scorsa sta facendo tremare la fragile democrazia macedone.
I giovani greci che festeggeranno il loro compleanno quest'anno non potranno votare alla politiche del 25 gennaio, anche se una legge concede loro questo diritto.
Migliaia di studenti sono scesi in piazza a Skopje mercoledì scorso contro la riforma degli esami universitari voluta dal governo. Un corteo enorme che ha riunito la gioventù macedone contro corruzione e nepotismo.
Al voto di domenica scorsa gli elettori hanno scelto ancora di affidarsi alla linea del presidente Petro Poroshenko, che promette di portare l'Ucraina più vicina all'Europa. Ma la situazione nell'est del Paese è ancora molto critica
Il Partito socialdemocratico (SDP) sta intensificando il ritmo degli incontri pubblici di presentazione dei propri candidati in vista delle elezioni del 12 ottobre prossimo.
Emir Suljagić, l'autore di “Cartolina dalla fossa ”, diario dell'assedio e caduta di Srebrenica tradotto e pubblicato in Italia dall'editore Beit, è il candidato del Fronte democratico alla presidenza della Bosnia Erzegovina, per il seggio bosgnacco.
ll portale informativo Klix ha pubblicato una sintesi dei principali spot televisivi, slogan e canzoni che caratterizzano la campagna elettorale in corso in Bosnia Erzegovina.
Mustafa Cerić, ex reis ul ulema della comunità islamica bosniaca, è uno dei candidati alla presidenza della Bosnia Erzegovina, per il seggio riservato ai bosgnacchi.
Il presidente della Republika Srpska (RS) Milorad Dodik, e la premier dell'entità, Željka Cvijanović, si sono incontrati oggi a Mosca con il presidente russo Vladimir Putin.
Le firme raccolte sono regolari, ma il quesito è incostituzionale ed inaccettabile. Questo il responso della Corte costituzionale croata sul cosiddetto referendum “anti-cirillico”, iniziato dai veterani dei conflitti degli anni '90.
Sulla base di risultati ancora parziali, il Partito democratico del Kosovo (PDK) del premier uscente Hashim Thaçi ha proclamato la vittoria nelle elezioni parlamentari anticipate tenute ieri, 8 giugno.
A scrutinio quasi ultimato (85% delle schede) l'eurovoto in Bulgaria segna il largo successo del movimento di centro-destra GERB (Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria), guidati dall'ex premier Boyko Borisov.
Le elezioni europee (22-25 maggio) sono ormai alle porte. I risultati elettorali e la composizione del prossimo parlamento di Bruxelles, questa volta assumeranno un significato politico importante ed inedito. Per la prima volta, infatti, la nomina del prossimo presidente della Commissione europea dovrà tenere conto dei risultati elettorali.