Alle elezioni politiche che si sono tenute domenica in Turchia il partito del presidente Erdoğan, l'AKP, non ha ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento. Quali i possibili scenari di governo? Ne parlano a Radio Rai3 Mondo Fazıla Mat, corrispondente di OBC da Istanbul e Alberto Negri del Sole 24 Ore (8 giugno 2015)
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Dopo 14 anni di potere il partito di maggioranza AKP sembra più stanco e logoro dell’opposizione, tanto da non essere più sicuro di ottenere - alle politiche di domenica 7 giugno - la maggioranza assoluta. Intanto nel mirino del presidente Tayyip Erdoğan finiscono i giornalisti
Martedì 2 giugno il Commissario europeo Johannes Hahn ha condotto una negoziazione maratona con i rappresentanti dei quattro principali partiti politici del paese (VMRO-DPMNE, SDSM, DUI e PDSh). Alla fine della giornata si è concordato su una sola cosa: elezioni politiche anticipate per il prossimo aprile.
Le proteste dei veterani croati, in atto da più di sette mesi, la settimana scorsa hanno segnato una pericolosa escalation che a molti è sembrata un vero e proprio tentativo di colpo di stato
Nel centenario del genocidio, alcune importanti iniziative segnalano la vitalità della minoranza armena in Turchia. La lotta per Kamp Armen e la partecipazione di candidati armeni al voto di domenica prossima
Il prossimo 7 giugno si vota in Turchia per le politiche. Per la prima volta da molti anni l'esito, pur dando per scontata una vittoria dell'AKP, potrebbe comunque riservare notevoli sorprese per il futuro politico del paese
Storica visita la scorsa settimana del primo ministro serbo in Albania. Non si appianano le grandi divergenze, in particolare sul Kosovo, ma emerge grande cordialità. Sullo sfondo la necessità di collaborazione sui grandi progetti infrastrutturali nella regione
A fine aprile la Commissione europea ha adottato la proposta di Accordo di stabilizzazione e associazione con il Kosovo. Abbiamo sentito a proposito vari esperti, tra cui il vice-ministro kosovaro all'Integrazione europea
Secondo Ivana Jordanovska, giovane attivista del movimento Protestiram e membro del partito socialdemocratico (SDSM), ogni volta che il potere è in posizione di debolezza scoppiano conflitti etnici. Un'intervista
Il vertice europeo di Riga si è concluso senza alcuna apertura nei confronti della Georgia, neppure l'agognata liberalizzazione dei visti. Nel documento finale, le “prospettive europee” dei paesi del partenariato orientale divengono mere “aspirazioni”
Si è chiuso ieri a Skopje con un nuovo nulla di fatto il terzo round di negoziati tra i principali partiti macedoni, facilitati dalla comunità internazionale per trovare una via d'uscita alla crisi politica ed istituzionale che stringe il paese dopo lo scandalo intercettazioni e l'operazione di polizia di Kumanovo.
Il 15 maggio, dopo sette mesi di stallo, i presidenti Nikos Anastasiadis e Mustafa Akıncı, neo-eletto presidente turco-cipriota, hanno riavviato i negoziati sulla questione cipriota. Incoraggianti i segnali d’apertura reciproca
Si è svolta ieri la prima visita ufficiale in Serbia del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel suo discorso davanti all'Assemblea nazionale riunita in seduta plenaria ha dichiarato che il futuro del paese, come quello dell'Italia, è in Europa, alla quale entrambi appartengono per storia, cultura e valori e che l'Italia starà a fianco della Serbia nel suo percorso di integrazione europea
A nove anni dall’indipendenza ottenuta il 21 maggio 2006, il quotidiano Vijesti fa un bilancio economico di questi anni, evidenziando una crisi del sistema politico che non è in grado di elaborare alcuna strategia di crescita
Manifestazioni dell'opposizione e contro manifestazioni del governo. Nikola Gruevski e Zoran Zaev, premier il primo e leader dei Socialdemocratici il secondo, sembrano non disposti al compromesso, nemmeno con la mediazione internazionale. Ma un accordo tra le parti è quanto mai auspicabile
In Macedonia la situazione rimane tesa, dopo gli scontri armati che sabato scorso hanno sconvolto la città di Kumanovo. Nella trasmissione "Il Vaso di Pandora" di Radio Capodistria, condotta da Stefano Lusa e Andrea Effe, ne parla Francesco Martino di OBC (15 maggio 2015)
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A cento giorni dall'elezione di Alexis Tsipras, Grecia e creditori internazionali restano all'impasse. Passi in avanti si accompagnano a incomprensioni e diffidenza. E ora la geopolitica, con lo scontro energetico tra Occidente e Russia, rischia di complicare il quadro
Il sistema universitario albanese da anni sta dimostrando tutta la sua inadeguatezza. Ora il governo sembra intenzionato a riformarlo drasticamente. Secondo molti studenti e professori però, prendendo la strada sbagliata. Una panoramica
Non saranno discusse domani a Pristina, come precedentemente annunciato, le proposte di modifica costituzionale che dovrebbero dare luce verde alla creazione del Tribunale speciale sui presunti crimini dell'UÇK.
Dopo l'incontro di ieri a Skopje tra gli ambasciatori di vari paesi occidentali – che chiedevano responsabilità politica rispetto alla crisi in corso - e i rappresentanti politici macedoni, sia del governo che dell'opposizione, oggi sono arrivate le reazioni visibili con alcune dimissioni eccellenti.
Una volontà distruttiva, che si accanisce contro chiunque osi criticare il potere. E' un quadro desolante quello denunciato in un suo editoriale dalla caporedattrice del settimanale montenegrino Monitor. Un'accusa diretta contro il potere e i tentativi dello stesso di imbavagliare i media indipendenti
Dal pomeriggio di ieri manifestazioni e scontri nella capitale macedone Skopje a seguito di nuove rivelazioni del capo dell'opposizione. Le manifestazioni sono partite infatti a seguito della ventinovesima conferenza stampa del leader dell'opposizione Zoran Zaev, nel contesto dello scandalo intercettazioni telefoniche, durante la quale sono state rivelate informazioni relative all'omicidio di un giovane macedone, Martin Neškovski, nel 2011.
L'Ombudsman serbo, Saša Janković, da mesi è sotto attacco. Una campagna orchestrata dai circoli di governo e dai media ad essi vicini cerca di denigrarne la funzione e di colpirlo personalmente. Un'analisi della vicenda
L'ambasciatrice tedesca a Skopje, Christine Althauser, ha dichiarato in una tavola rotonda tenutasi nella capitale macedone che servirebbero delle dimissioni per garantire indagini credibili in merito alle accuse di abuso di potere mosse dall'opposizione alla compagine governativa.
La prossima visita di Papa Francesco in Bosnia Erzegovina stimola analisi e riflessioni sul tema dell'identità cattolica nel paese balcanico. Nostra intervista all'accademico Dubravko Lovrenović
Domenica scorsa a Jasenovac si è ricordato il 70mo anniversario della liberazione del campo di concentramento ustascia. La presidente croata Kolinda Grabar Kitarović non si è presentata, senza darne ragione. Un commento
Rieletto alla guida del proprio partito, il presidente della RS ha evocato per la trentesima volta un referendum sull'indipendenza dell'entità della Bosnia Erzegovina a maggioranza serba. L'omaggio alle vittime di Srebrenica
Goran Zubac, ex istruttore di ballo, è riuscito in soli tre anni a concentrare nelle proprie mani il controllo di una delle agenzie di polizia più importanti della Bosnia Erzegovina, la SIPA. Sospettato di crimini di guerra, condannato per non aver impedito i disordini del febbraio 2014, resta al suo posto
Secondo la Corte costituzionale è tutto da rifare. Janez Janša, ex premier e tra i fondatori della Slovenia indipendente, si vede così cancellata la pena comminatagli nell'ambito del caso Patria, i blindati finlandesi venduti all'esercito sloveno. E torna sulla scena politica da martire
Negli ultimi anni la società turca è molto più pronta a discutere la questione del genocidio armeno. Per lo stato e i suoi rappresentanti, però, a cento anni di distanza, il tema resta un tabù. Intervista con Yetvart Danzikyan, direttore del giornale turco-armeno Agos